mercoledì 5 gennaio 2011

Ma... c'ete? («ma cos'è?» in salentino)

Come sanno ormai anche i sassi Machete è la germinazione di uno dei fake trailer inseriti nel doppio Grindhouse - Planet Terror. Opera realizzata con pochi denari e tanto spasso dalla Troublemakers di Rob Rodriguez all'insegna dell'orgoglio tamarro, Machete è quindi una pellicola estrema e gigionesca che fa tutto, ma proprio tutto quanto è in proprio potere per regalare un puro, scanzonato intrattenimento di serie B. Capita però che anche i tentativi più disimpegnati si arenino malamente quando non sono supportati da una sceneggiatura attenta e non sempre la palpabile aria di divertimento generale basta a salvare un prodotto come questo dallo scadimento nella vacuità filmica (in fondo è ciò che è successo al pur meritevole The Expendables). Intendiamoci, il film è spaccone quanto basta da meritarsi l'esagerata attesa che l'ha preceduto, però qualcosa nel complesso stona, e non poco.
La trama è quanto di più classico si possa immaginare: Machete (un muscolare Danny Trejo) è un ex agente federale messicano costretto a vendersi a chi paga meglio. Assoldato per uccidere il senatore MacLaughlin (Robert De Niro forse un po' svogliato ma finalmente lontano dai ruoli da pagliaccio che stanno ottundendo il tramonto d'una onoratissima carriera), colpevole di rimandare sommariamente in patria gli immigrati messicani, scoprirà solo quando è troppo tardi di essere vittima di un raggiro dello stesso senatore, interessato a gettare cattiva luce sui messicani dimostrando che lo volevano morto.
La caratterizzazione accentuata e altamente sopra le righe delle pedine in movimento sullo scacchiere del film di Rodriguez (sorretto in questo caso nella direzione da Ethan Maniquis) fa della trama un centrifugato abbastanza intrigante di tutte le situazioni care al regista [nonché al suo sodale di sempre: Quintin Tarantino], regalandoci sparatorie coreografiche, armi impossibili, sicari nevrotici, esplosioni pirotecniche formidabili e una cospicua presenza di gallinelle ricche di personalità: da una Jessica Alba sensuale e determinata alla grintosissima guerriera Michelle Rodriguez passando per una Lindsay Lohan frivola e arrapante.
Il problema è che l'amalgama, pur attentissimo alle dosi e densamente popolato di personaggi bizzarri davvero irriverenti, alla lunga perde di appeal diventando imbarazzante quando non soporifero. Difatti Machete, fortemente voluto e costruito sulla faccia butterata di Danny Trejo, (che naturalmente sarà pur un eccezionale character ma è ben lungi dall'essere un bravo attore e forse questo film avrebbe dovuto girarlo in età meno stagionata) parte benissimo, si sviluppa altrettanto e poi ha un crollo evidente e tuttavia inspiegabile sul finale, che dovrebbe essere invece il suo pezzo forte, dove la noia tra morti abbozzate (incomprensibile l'annacquata fine d'un redivivo Don Johnson, posticcia e scontata la morte di uno Steven Seagal pazzerello) prende il sopravvento. Spiace allora vedere impantanarsi un tale cast da cardiopalma, quasi che, a dispetto di una evidente voglia di divertirsi un fracco insieme, le idee siano via via andate estinguendosi in compagnia della voglia di concludere il film e il collante che dovrebbe raggrumare il tutto sia diventato senza volerlo un tantino troppo appiccicoso. Comunque notevole, se non altro per le graffiature digitali sulla pellicola, i difetti fasulli del sonoro, l'aura caciarona da cinema anni '70 che in casa Rodriguez piace a dismisura (e pure da 'ste parti, beninteso!)

5 commenti:

Marco Parlato ha detto...

Condivido in pieno l'analisi.
Almeno The Expendables dalla missione di ricognizione in poi è una discesa a perdifiato nell'azione più scassona, in puro stile hollywoodiano.
Machete si perde alla grande.
Per aggiungere qualcosa che non è stato detto, non mi ha soddisfatto il contrasto tra il far sembrare il film anni '70 e la presenza di elementi chiaramente contemporanei (iPod, pc moderni, console simil wii, ecc...). Quando poi le armi da fuoco appaiono spesso vetuste.
Peccato perché Rodriguez lo preferisco alla grande a Tarantino.

sartoris ha detto...

È vero, le armi sono vetuste e ci sono gli iPod...
peccato, mi aspettavo molto da 'sto Machete.

Su chi sia meglio nel duo Tarantino/Rodriguez è diatriba che va avanti da anni (anche nella mia testa). Trovo insopportabile il citazionismo iperbolico del buon Quintin, e spesso sembra che abbia già detto quanto doveva dire già con Pulp Fiction mentre Rodriguez, per quanto cafone registicamente (o forse in ragione di ciò), sembra appagare di più il fan di un certo cinema che risiede in un figlio degli anni '80 come il sottoscritto. Poi però Tarantino dirige una scena come quella - inarrivabile - della taverna in BASTARDI SENZA GLORIA e tutta la mia convinzione va a ramengo: quando vuole quel figlio di buona donna sa dove posizionare la mdp, decisamente!!!

Marco Parlato ha detto...

C'è quel discorso, che avrà gli stessi anni della diatriba di cui parli, sul fare film "come i b-movie di una volta". In quello Rodriguez ha dimostrato di stravincere (per me la prova è Planet Terror) e portare a termine una missione che troppo spesso Tarantino annuncia, ma non conclude.
Inoltre, anche se non l'ha diretto, Predators a tratti fa respirare l'atmosfera del primo.
C'è modo e modo di fare i famosi tributi e Rodriguez, per quanto cafone, è più contenuto in questo.
Odio anche io il citazionismo di Tarantino, perché è esagerato e diventa uno scimmiottamento davvero irrispettoso. Così quando rivedo la fucilazione in Giù la testa devo piangere non solo per la scena, ma anche per l'indignazione a ogni primo piano.
La scena della taverna è apprezzabile (io con le pinze), il problema è il resto del film.
Non ce la faccio, è che davvero sto Quentin mi pare un "furbo" con accezione negativa :>

sartoris ha detto...

Marco confermo assolutamente la furbizia di Tarantino, anche io ne sono spessissimo disturbato. PErò non posso fare a meno di restare a bocca aperta su alcune cose, tipo hai visto il suo episodio di CSI? roba da far raggelare il sangue per la tensione.

Però hai ragione, Rodriguez è sicuramente più genuino. (poi, diciamocela tutta, questi due senza i nostri Umberto Lenzi, Enzo Castellari e Ruggero Deodato sarebbero studentelli sfigati:-))

Marco Parlato ha detto...

CSI mi annoia, quindi tranne un paio di episodi per capire la situazione non ho visto altro :S
Però tra le pochissime cose che ho apprezzato c'è l'episodio di Four Rooms.

Lenzi, Castellari e Deodato.