domenica 8 giugno 2014

l'attacco di Willeford...

« - Caos - disse il sergente Hoke Moseley a Ellita Sanchez - è l’acronimo per orientarsi a Miami. Le lanciò un’occhiata, scalò in seconda, e attese che annuisse.
Avrebbe dovuto saperlo, dopo sette anni in polizia, non c’era bisogno di spiegarle che C stava per corsie, A per autostrade, O per ostacoli e S per svincoli. Non era detto che le strade corressero in linea retta. A volte si avvolgevano su se stesse in semicerchi e arabeschi senza senso.
Conversare con Ellita era un problema. Lui era il capo, lei l’allieva, eppure non sapeva mai cosa spiegarle e cosa dare per scontato. Era nella Squadra Omicidi solo da quattro mesi, ma sembrava sapere sempre tutto in anticipo.
Anche quello che Hoke aveva imparato con l’esperienza e aveva provato a spiegarle – il fatto che i tossici si spalmassero la Preparazione H sui buchi per ridurre il gonfiore, ad esempio – lei lo sapeva già. "Caos" era una di quelle stranezze che pochissimi sbirri conoscevano, e proprio non si aspettava che lei rispondesse: - Lo so.
Forse, il diploma biennale in criminologia al Miami- Dade Community College valeva il tempo e il denaro che ci aveva investito. In ogni caso, era diventata più sensibile ai suoi sbalzi d’umore. Negli ultimi tempi, piuttosto che rispondere "Lo so" si limitava ad annuire e questo cominciava a dargli sui nervi. Ma Sanchez doveva avere altro per la testa. Ultimamente il suo bel viso dorato era serio, e alla mattina non sorrideva più come un tempo. Il suo sordo malumore andava avanti da più di una settimana.
All’inizio, Hoke lo aveva attribuito alle mestruazioni – poteva starci – ma una settimana era troppo. Quanto duravano le mestruazioni? Tutto sommato, qualunque fosse il motivo della sua preoccupazione, non aveva avuto alcun impatto sul suo rendimento. Per ora.
Di una cosa Hoke era sicuro: non aveva fatto nulla che potesse offenderla. Anzi, ce l’aveva messa tutta per trattarla da pari – ovviamente sotto il suo comando. Quasi sempre le spiegava il motivo delle sue azioni. Ma Sanchez era una donna, e ispanica oltretutto, quindi c’erano in ballo tali differenze culturali e di sesso che non sarebbe mai riuscito a capire cosa le passasse per la testa».

Tempi d'oro per i morti
Charles Willeford (Ed. Marcos y Marcos)

3 commenti:

Gigistar ha detto...

lo so lo so... ma allora perché Miami Blues mi ha annoiato tanto tanto?? Mi devo preoccupare??
:(

sartoris ha detto...

No Gigi, capita anche coi migliori (Miami Blues infatti non è tra le robe più riuscite, di Willeford)(se ti capita recupera nei remainders "Il quadro eretico" della Mondadori: un libro fantastico!)

PS Oh fatti vedere di più, da 'ste parti! :-)

Gigistar ha detto...

Grazie, provvederò a cacciare l'introvabile!!
PS: ma io son sempre qui...assiduo ancorché silente frequentatore!