giovedì 14 ottobre 2010

Quanto è tenera la notte...

Francis Scott Fitzgerald, grandissimo cantore dell'età del jazz, amico personale di Hemingway ed esponente di spicco di quella lost generation che fece grande l'Europa a cavallo tra le due guerre, lavorò a quest'opera per nove lunghi anni e anche dopo la sua pubblicazione continuò a rielaborarne versioni successive. Questo romanzo è indubbiamente quello al quale lo scrittore dedicò più tempo e certamente il libro che meglio ne condensa il talento e le aspirazioni - anche se critica e pubblico l'accolsero tiepidamente.
Tenera è la notte è una vera e propria «ode alla sconfitta», e come tutti i romanzi di Fitzgerald racconta il dissolvimento di un mondo dalla superficie dorata ma dal midollo marcio e corrotto, una generazione dannata dalla ricerca sfrenata del potere e della ricchezza. Se lo scrittore deve al Grande Gatsby la sua fama in vita, è con quest'ultimo, definitivo romanzo che Fitzgerald fonde il piano letterario con la propria esperienza: Nicole, una delle protagoniste, è inequivocabilmente sua moglie Zelda mentre Dick è l’autore stesso. Dick non esisterebbe senza Nicole e Fitzegerald forse non sarebbe diventato immortale senza la sua Zelda; è notorio quanto parte del disfacimento dell'uno fosse dovuto al tenore di vita richiesto dall'altra (scrittrice, poetessa e gran dama, ammalatasi di schizofrenia all'apice della carriera). E per starle accanto Fitzgerald si ridusse a sprecare il suo talento scrivendo racconti insulsi con l'unico obiettivo di raggranellare quanto più denaro. Si può pertanto comprendere quanto l'autore avesse lentamente maturato nelle sue opere il disvalore insito nel mero possesso materiale delle cose, stigmatizzando il denaro come eccezionale portatore d'infelicità. Tenera è la notte testimonia il collasso di un intero stile di vita e Dick/Francis Scott diventa simbolo di un uomo che «voleva essere coraggioso e saggio… voleva anche essere amato, se poteva farci entrare anche questo», ma che finisce per consumarsi e perdersi.
Scritto in una prosa robusta, sovente colorita, che si lascia andare a descrizioni liriche seguendo un andamento discorsivo - limitando in funzione di ciò al minimo i dialoghi propriamente detti -, Tenera è la notte dimostra quanto Fitzgerald fosse abile nel destreggiare i ferri del suo mestiere. Lo scrittore riesce a cogliere, con dettagli precisi e accurati, l'essenza delle varie scene e dimostra una grande capacità di passare dal particolare all'universale. Le psicologie dei numerosi personaggi sono poi definite con sintetiche ed efficaci pennellate. Unico. Senza tempo. [dati reperiti su wikipedia]

Tenera è la notte - F. S. Fitzgerald (Ed. Einaudi)

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