mercoledì 20 ottobre 2010

Merlo su Avetrana...


«[...] Questa è la terra degli studi sui tarantolati, la zona della magia, e sulla strada statale che attraversa i mille paesini tutti uguali ci sono ancora molti centri di devozione, tollerati anche se non ufficialmente riconosciuti dalla chiesa, come la statuetta di gesso di san Cosimo, vicino Manduria, e la madonna vestita di bianco che appare il 23 di ogni mese, ma solo una signora del posto può vederla. La religione e il sacrificio di una bambina, il mistero delle donne, tutte queste facce strane, il sordido e il magico sono gli stessi ingredienti del film di Sergio Rubini, "La terra", con Fabrizio Bentivoglio e Claudia Gerini, ambientato nella medievale Mesagne, a 20 chilometri da Avetrana. E proprio qui, nell'entroterra salentino, Ernesto De Martino scoprì la crisi della ragione, la superstizione, i residui preilluministici, la morte e il pianto.... "Mancava solo la sconcezza della televisione" mi dice il preside. Da Avetrana in poi la tv entrerà per sempre nel pasticcio meridionale. In sé non è colpevole e non è innocente, ma, avamposto della modernità nella selvatichezza di tutte le Avetrana d'Italia, ha sostituito la magia come risposta alla deiezione dell'essere, all'angoscia della marginalità: la televisione come doping, la televisione è la nuova "terra del rimorso".» Francesco Merlo su Repubblica.

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