mercoledì 9 giugno 2010

Una riflessione un po' Glocal (assai Glocal!)

Che la Puglia stia da un decennio e passa contribuendo in modo massiccio - e del tutto originale - ad arricchire il panorama artistico della Penisola è ormai un fatto acclarato. Articoli come questo o raccolte antologiche come questa fanno abbastanza bene il punto attorno a quella che il quotidiano l'Unità definì con simpatica dicitura anglosassone la «Pugliashire», sorta di meta «mentale» prima ancora che turistica e che sul finire dei Novanta trovò in Goffredo Fofi uno dei primi e più ferrati estimatori.
È però constatazione assai singolare che una (poco)ridente cittadina della più profonda Terronia come Manduria, un agglomerato scomposto di case ubicato nel bel mezzo dell'antica Terra d'Otranto a metà tra Taranto, Brindisi e Lecce - il posto, sia detto per inciso, in cui il titolare del blog passa perlopiù la maggior parte del suo tempo (dopo un tentativo mozzo e ancora non definitiva- mente abortito di assaltare il frenetico caos capitolino) - ebbene, si diceva, è abbastanza singolare che un paese siffatto, dalla vocazione quasi prettamente agricola (chi non conosce il solido vino Primitivo che si produce da 'ste parti?) e blandamente balneare (belle spiagge, pochi servizi, storia vecchia come il cucco!), una terra che per più di un ventennio non ha posseduto neanche uno straccio di cinema (ora c'è ne uno, quantunque proietti quasi esclusivamente la genia dei vari, spassosissimi[!] Natale a vattelapesca) e che vanta un tasso di lettori notoriamente al di sotto degli standard regionali e nazionali (a loro volta già drammaticamente inferiori rispetto a quelli europei) possa contare su un così cospicuo numero di propri figli ben inseriti (a torto o a ragione, i posteri lo decideranno:-) nell'ingranaggio editoriale: e così, a parte il titolare del blog - che gli accademici di Stoccolma attendono con ansia di premiare per i suoi pregevolissimi, inopinati meriti letterari - Manduria ha dato i natali a (rigorosamente in ordine sparso) Piero Calò; stimato romanziere per la torinese Instar; Giuse Alemanno, funambolico scrittore d'impronta neo-verista per Stampa Alternativa; Francesco Dimitri, che con i suoi romanzi d'impianto fantasy sta rileggendo in chiave personale alcuni tra i più immarcescibili miti della narrativa moderna (Alice, Peter Pan); Gianluigi Perrone, una delle architravi della redazione di Nocturno, la prima e più famosa rivista di cinema Bis in Italia; Antonio Prudenzano, animatore e mente del salotto culturale più frequentato del web sul magazine Affaritaliani.it; Vanni Schiavoni, che ha licenziato due volumi di poesie con la piccola ma battagliera casa editrice Lietocolle. Mah, sarà il tedium vitae che generalmente ammorba queste lande, che alla lunga costringe le persone a trovare una qualche forma di riscatto creativo? Staremo a vedere (foto:rete).