I contratti a progetto non rappresentano evidentemente una croce solo per le nuove generazioni di (soprav)viventi, anzi, tutt’altro: allo sfigato cadavere protagonista del romanzo dell’inglese Gordon Houghton (leggendario redattore nonché totemico stroncatore per una famosa rivista di videogames dall’onomatopeico nome di Zzap!) capita di venire arbitrariamente richiamato dal suo ultimo viaggio verso l’eternità per lavorare assieme alla Morte - sì, sì, proprio la «Grande Mietitrice» in persona, con la sua letale falce assassina a portata di mano - ma questo solo per sette giorni. Un vero e proprio contratto di precariato della durata di una settimana: sette giorni di dedizione in cui l’apprendista zombificato dovrà dimostrare tutto il suo talento - pena l'inderogabile riconsegna al sonno eterno - affiancando gli apocalittici collaboratori dell’agenzia che fa capo alla Morte: tali Guerra, Carestia e Pestilenza. Una truppa di personaggi scalcagnati, torvi e bizzarri come il loro titolare (che ad esempio ha l’hobby di giocare a scacchi per posta, per dire l'eccentricità), e che come lui vivono alla luce del sole in mezzo ai vivi, occupandosi di quell'originale business che consiste nella «terminazione» degli abitanti del pianeta.
L’apprendista è un godibilissimo giocattolone gotico, macabro al punto giusto e saturo di quell’ironia british che non dispiace affatto al pubblico del Belpaese, soprattutto a quello cresciuto a pane e Dylan Dog; se infatti dovessimo indicare un riferimento nostrano per quest’opera non potremmo che guardare a Tiziano Sclavi e al suo approccio pop-horror alla realtà, indubitabilmente in linea con le pagine di questo ottimo romanzo (che pure frulla atmosfere che richiamano a Una notte sul Monte Calvo di disneyana memoria) e per questo molto, molto consigliato .
L'apprendista - Gordon Houghton (Ed. Meridiano Zero)
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