sabato 19 dicembre 2009

E cavalcarono ancora insieme...

A ben 24 anni dall'indimenticabile Trinità di Enzo Barboni, nel 1994 Terence Hill riuscì nella eccezionale impresa di ritrovarsi cinematograficamente col suo pard per eccellenza Bud Spencer in una commediola che - nelle intenzioni - doveva rinverdire i fasti dello spaghetti-western ma che al botteghino, contraddicendo tutte le previsioni (soprattutto visto l'inalterato affetto dei fan rispetto alla coppia del forzuto buono e l'atletico lazzarone), si rivelò un clamoroso flop. Aperto e chiuso da una scazzottata fracassona in puro stile cowboys all'italiana (un record: 9 minuti con 30 comparse), Botte di Natale ripropone lo storico duo come fratelli litigiosi che la madre, arzilla pioniera, vorrebbe riunire al suo desco in occasione della Santa Notte. Travis e Moses, questi i loro nomi (anche se in tutto ricordano i loro antesignani Trinità e Bambino) all'inizio non vogliono saperne. L'impedimento è che Travis è la pistola più veloce del West (nonché un sopraffino gambler), ma ha avuto bisticci col fratellone che ora ha famiglia con dieci figli ed è un insuperabile bounty-killer. Insieme, prima di concludere col doveroso happy end, dovranno dar la caccia a un attempato bandito, il quale è ingolosito dalla falsa notizia di un tesoro che Travis ha messo in giro a bella posta. Tutto regolare, prevedibile, giustamente infantile. Di certo deludente se si pensa che, con un cast siffatto, si poteva quantomeno tentare un tardivo canto del cigno del genere; e però la sceneggiatura smorza i toni di continuo, preferendo ripiegare sul mieloso buonismo che (non è un caso) già aveva contaminato la coeva serie di Lucky Luke dello stesso Hill (e che l'attore si trascinerà, passando da Don Matteo, anche nel contemporaneo Doc West). Resta la sua regia, sicuramente latrice di un certo brio, e la resa visiva (costumi e locations inclusi) di un film costato all'epoca quindici miliardi (comunque recuperati, la coppia è ancora oggi famosissima in tutto il planisfero) e completamente ignorato dalle masse che preferirono istupidirsi con le smorfie bislacche di Jim Carrey in The Mask. Peccato, così va il mondo. A oggi (rimandato a data da destinarsi il Don Chiquotte più volte annunciato assieme) è l'ultima pellicola a vedere Spencer in compagnia di Hill.

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