
È il 2005 quando Fanucci pubblica Senza coda, entusiasmante esordio del riminese Marco Missiroli, romanzo che gli fa meritare il plauso della critica e una sfilza di prestigiosi premi (non ultimo il Kihlgren Città di Milano). Nel 2007 la casa editrice Guanda dà alle stampe Il buio addosso, seconda prova per lo scrittore e opera forse un filo meno centrata rispetto alla prima - ma comunque una spanna al di sopra della media produttiva italiana (la frase di Faulkner posta a esergo della storia testimonia l'intenso percorso di crescita e approfondimento dell'autore). Oggi Missiroli è di nuovo in libreria con un terzo volume intitolato semplicemente Bianco, e, vinta la naturale diffidenza verso una storia del profondo sud degli Stati Uniti narrata dalla penna di un italiano nato un anno prima della vittoria della Nazionale ai Mondiali di Spagna (sì, Missiroli è davvero giovane!), bisogna ammettere che nel terzo capitolo di questa ideale «trilogia della vita» il rischio d'uno sterile scimmiottamento di modelli letterari americani alti (Toni Morrison ancor più che McCarthy) è sapientemente dribblato grazie anche all'indubbia maturità del suo autore. In Bianco infatti traspare un'equilibrata commistione di crudezza e soavità, una miscela che raccoglie l'esperienza dei due precedenti romanzi perfezionandola in maniera efficace. Attraverso le vicissitudini di Moses, uno scontroso vedovo in là cogli anni con un passato da capoclan del KKK, l'autore riesce ad affrontare temi scottanti e non certo originali - nonché ad altissimo rischio retorico - come il «razzismo» e l'«am
ore», ricorrendo a una lingua tersa e ariosa, che non stanca mai. Bianco è quindi un libro che rifugge il vano sentimentalismo riuscendo al tempo stesso a commuovere: la solitudine del vecchio, che parla alla moglie defunta sforzandosi di superare i propri pregiudizi in una terra segnata dalla discriminazione, è raccontata con attenzione meticolosa, sul crinale d'una visione stereotipata che invece Missiroli riesce sempre a scansare. Riuscendo addirittura a lasciare una traccia, un messaggio, per non dimenticare. «...il bianco non c'entra niente con la pelle della gente». Applausi.

Bianco - Marco Missiroli (Ed. Guanda)
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