giovedì 28 maggio 2009

Ascanio Celestini e la lotta di classe...

«Comunque mi chiamo Salvatore. Il fratello piccolo di Nicola.
Lui diceva che ero deficiente e invece non era vero. Pure lui lo sapeva che non era vero. Pure mio zio lo sapeva e infatti mi diceva - studia, e trovati un lavoro meglio di Nicola che fa il precario al call center. Cerca di finire meglio
di lui che risponde al telefono alla gente e manco la guarda in faccia. Come si dice? Pure l’operaio vuole il figlio dottore, ma a me mi va bene pure se fai l’ingegnere.
Io gli dicevo - zio, dottore vuol dire laureato, dunque pure l’ingegnere è dottore.
Ma lui rispondeva - non importa. Dottore o ingegnere va bene lo stesso.
Io studiavo ma mi piacevano pure le donne. Mi piacevano e mi piacciono ancora quelle che ci hanno un’età che ne dimostrano il doppio. Infatti mi piacciono le mignotte. Perché le mignotte ci hanno quindici anni e ne dimostrano trenta. Ce ne hanno trenta e ne dimostrano sessanta. E quelle che ci hanno sessant’anni ne dimostrano più di cento. Io le mignotte le vedevo in televisione e su internet con un amico mio che non fa sesso, ma conosce tutti i siti porno e ci sa pure mettere i video. È il mio amico filosofo.
Ma una volta l’ho viste davvero. Mi ci ha portato mio fratello grande, che magari non si scarica i video porno, ma dice che è un professionista del sesso.
Arrivammo a Tor di Quinto.
Da casa nostra è un bel pezzo di strada. Ci starebbero anche quelle dell’Appia, quelle al mercato sulla Cristoforo Colombo all’altezza delle catacombe, ci stanno quelle famose della Salaria, però mio fratello grande mi portò lì, perché era lì che conosceva certe famose battone. Insomma
arriviamo e ci mettiamo dietro a una frasca. Mio fratello grande ne indica tre che conosce bene.
- Quella si chiama la Cagna - dice.
Chiedo - perché?
- Perché è una cagna sempre in calore. E quell’altra è la Francese.»

Lotta di classe - Ascanio Celestini (Ed. Einaudi)

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