venerdì 6 marzo 2009

Incipit dell'«Angelo».

«Immagino che voi conosciate la Bowery. Fu lì che vidi per la prima volta Harry Talboys. A quel tempo facevo lo scrittore, e vivevo in un palazzo di cinque piani senza ascensore vicino al dormitorio maschile. Non mi accorsi, allora, che Harry Talboys viveva nello stesso edificio, anche se ovviamente conoscevo bene il forte odore di incenso che ammorbava i piani inferiori. Quando lo incontrai, ero già mezzo stordito da quell'aria rovente tipica di Manhattan in piena estate, allorché un calore liquido incombe sul corpo della città come un incubo, e ogni attività si riduce a un languido scambio di carne e fluidi, sudori e oppressione, e tutti gli organismi sani semplicemente vegetano. Senza dubbio, io stavo vegetando: mi alzavo tardi, a giorno fatto, e dopo alcuni minimi gesti alla scrivania, mi dirigevo al negozio di liquori. Fu durante uno di quei viaggi, su un marciapiede coperto di spazzatura, e puzzolente di piscio, sotto un sole feroce, avvolto nel mio sudore, che incontrai per la prima volta Harry Talboys.»

L'Angelo (in Acqua e Sangue) - Patrick Mc Grath (Ed. Bompiani)

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