sabato 14 marzo 2009

il pistolero non vedente!

L'eroe giunge a cavallo nel solito villaggio crepato dal sole, dotato del consueto cappellaccio e dell'abito sdrucito d'ordinanza. Sembrerebbe una delle innumerevoli declinazioni dei vari Sartana, Django o Trinità, se non fosse che stavolta c'è una variante non da poco: l'eroe è cieco e sta cercando tre uomini che gli devono della merce. Il tempo d'un paio di battute, uno serqua di spari e quegli uomini sono mangime per i vermi. Così inizia Blindman, il pistolero cieco, travolgente western-zatoichi firmato dal regista salernitano Ferdinando Baldi. Prodotto e scritto dall'attore Tony Anthony (alias Roger Petitto) è un film bizzarro, ad elevato gradiente di misoginia, dai molti spunti notevoli e nel complesso sicuramente originale, capace di riproporre in chiave spaghetti la figura del samurai non vedente che in tempi recenti - e con la consueta ironia - ha riportato in auge il grande Takeshi Kitano.
Anthony, personaggio curioso che vagolò a lungo nel nostrano cinema di genere, realizzò una minisaga western di solido successo in cui rileggeva senza troppo discostarsene il personaggio leoniano di Eastwood. Con questo Blidman seppe consegnare alla leggenda un personaggio a suo modo unico, una figura monodimensionale che però buca lo schermo grazie anche alla sua recitazione stitica, che qui paradossalmente risulta efficace nel regalare al personaggio un disarmante sense of humor. Adorato in Giappone e in quasi tutto il resto del mondo (è tra i film italiani più visti in giro nel planisferio), da noi la pellicola è nota quasi esclusivamente per la presenza di Ringo Starr nei panni del cattivone, ma sono da sturbo la bella fotografia di Riccardo Pallottini e le esagitate musiche di Stelvio Cipriani.

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