«Era trascorso qualche tempo e, seduto sul balcone a mangiare il cane, il dottor Robert Laing rifletteva sui singolari avvenimenti verificatisi in quell'immenso condominio nei tre mesi precedenti. Ora che tutto era tornato alla normalità, si rendeva conto con sorpresa che non c'era stato un inizio evidente, un momento al di là del quale le loro vite erano entrate in una dimensione chiaramente più sinistra. Con i suoi quaranta piani e le migliaia di appartamenti, il supermarket e le piscine, la banca e la scuola materna - ora in stato di abbandono, per la verità - il grattacielo poteva offrire occasioni di scontro e violenze in abbondanza. Ma il suo appartamento-studio al venticinquesimo piano sarebbe stato di sicuro l'ultimo posto che Laing avrebbe scelto come teatro della prima scaramuccia. Era una cella supervalutata, aperta sostanzialmente a casaccio nella facciata del palazzo, che aveva comprato dopo il divorzio specificamente per la pace, il silenzio e l'anonimato che la caratterizzavano. Nonostante tutti gli sforzi di Laing per isolarsi dai suoi duemila vicini e dal regime di banali controversie e irritazioni che costituivano la loro unica vita di comunità, stranamente il primo evento significativo aveva avuto luogo proprio lì. Su quel balcone dove ora, accucciato davanti a un fuoco di guide telefoniche, si stava mangiando il posteriore arrostito del pastore tedesco, prima di uscire per la sua lezione alla Facoltà di Medicina.»
Il condominio - James Ballard (Ed. Feltrinelli)
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