domenica 22 settembre 2013

una calibro 20 per Eastwood...

Il titolo originale di questa tesa opera d'esordio di Michael Cimino è Thunderbolt and Lightfoot, ma da noi qualcuno pensò bene di distribuirla come Una calibro 20 per lo specialista (un facile richiamo al poliziottesco d'antan, nonché al successo del protagonista nel ruolo di Callaghan); la trama è quasi un classico: rapinatore evaso si traveste da predicatore e fa società con giovane criminale allo sbando. La coppia scopre di aver costruito casa sul nascondiglio del bottino. Strutturata sui temi canonici della rivolta individualista, del vagabondaggio on-the-road e dell'amicizia virile, è una pellicola bella e scattante («ribalda» secondo Kezich), diseguale nello svolgimento ma grondante di originali spunti creativi, con il soprappiù di essere quasi interamente girata all’aperto: con qualche azzeccato virtuosismo stilistico e una mano registica solida, Cimino - ad appena trent'anni - riesce a farci respirare a pieni polmoni l'essenza più vera del vitalismo americano. Storia di uomini senza donne, quindi, nella migliore tradizione letteraria «machista» (Hemingway da lassù, o meglio da laggiù, se la ride), il film ha un tramite davvero efficace in Clint Eastwood, già allora pieno zeppo di acciacchi «maschi» e dotato di un solo paio di espressioni (entrambe però inarrivabili); ma i restanti interpreti, dal giovanissimo casinista Jeff Bridges al masnadiero George Kennedy sino al sempiterno Geoffrey Lewis, strappano l'ovazione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Povero Caribù! :>

sartoris ha detto...

Caribù, che razza di nome gli hanno dato :-))))