«Il grande squalo scivolava silenzioso nelle acque notturne, spinto da brevi colpi della coda a mezzaluna. La bocca era aperta solo quel tanto che bastava per far giungere un flusso d’acqua alle branchie. Quasi non c’era altro movimento: un’occasionale correzione della rotta, apparentemente senza meta, con il lieve sollevarsi e abbassarsi di una pinna pettorale, così come un uccello muta direzione inclinando un’ala e alzando l’altra. Gli occhi erano ciechi nel buio fitto, e gli altri sensi non trasmettevano nulla di insolito a quel piccolo, rudimentale cervello. Pareva che dormisse, non fosse stato per il moto dettato in milioni d’anni dall’istinto di conservazione.»
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