domenica 11 gennaio 2009

Cassini e la sua Minimum Fax.

Interrompo l'interminabile sequela di recensioni filmico-librarie dedicate al «genere» per consigliare vivamente un agile quanto godibilissimo librettino, assolutamente imperdibile per chiunque abbia anche solo la vaga intenzione di ficcanasare nel magico mondo dell'editoria italiana (intendesi naturalmente anche aspiranti scrittori). Si tratta del bel Refusi, diario di un editore incorreggibile, di Marco Cassini, giovane direttore e co-fondatore della ormai «storica» casa editrice romana Minimum Fax: un piccolo miracolo cultural-imprenditoriale della cui genesi Cassini racconta con piglio ironico, divertito e divertente, senza edulcorare alcuno degli aspetti contraddittori della nostrana industria culturale e anzi arrivando con pochi, illuminanti capitoletti al nocciolo della definizione di cosa significa oggi fare l'editore. Un volumetto - bello anche da vedere, se mi è concesso dirlo - utilissimo non solo per gli esperti del settore, ma anche per chi voglia affrancarsi una volta per tutte da una visione del mestiere dei libri legato a cliché fantasiosi e inverosimili: «Con il lavoro che ho scelto di fare, mi aspettavo che la mia vita sarebbe stata diversa. Mi immaginavo lunghe giornate a leggere manoscritti che avrebbero cambiato la storia della letteratura, conversazioni rivoluzionarie in fumose bettole del centro storico con scrittori leggendari, illuminanti riunioni di redazione che sarebbero proseguite con memorabili serate in trattoria. Avevo creduto di poter ripetere facilmente l’esperienza del “New Yorker” di William Shawn, della Shakespeare & Company di Sylvia Beach, della City Lights di Ferlinghetti, dell’Einaudi di Vittorini-Calvino-Pavese. Avevo dimenticato che l’editore non è solo un appassionato di libri, un animatore culturale, ma è fondamentalmente un imprenditore, con tanto di partita iva, obblighi fiscali e bilanci depositati.»

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