mercoledì 21 gennaio 2009

200 anni di Poe...

Il 19 gennaio del 1809 nasceva a Boston uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Per l’America puritana e conservatrice, Edgar Allan Poe resta ancor oggi il poeta maledetto, l’artista emarginato che si vorrebbe ignorare, non tanto per ciò che ha scritto quanto per il suo porsi in intima contraddizione con i miti e i valori dell’American Dream, di cui è testimonianza dolorosa la sua stessa vita: un’esistenza minata dall’alcool, sconvolta dalle allucinazioni del delirium tremens, segnata dalla tragica morte dei genitori e dallo «scandaloso» matrimonio con Virginia, la cugina tredicenne, e troncata ad appena quarant’anni, alla vigilia di nuove nozze, da una morte anonima lungo una strada periferica di Baltimora.
Ma in Europa e soprattutto in Francia, grazie dapprima all’ardente e sconfinata ammirazione di Baudelaire e, successivamente, pur se in forma meno impetuosa, di Mallarmé e di Valéry, è stato subito consacrato come uno dei grandi maestri della modernità, con le sue fratture, i suoi traumi e le sue agonie; al punto che la sua figura e i suoi scritti sono stati sondati da psicologi e psicoanalisti di ogni tendenza. Oggi l’immagine dominante di Poe, soprattutto al di qua dell’Atlantico, va oltre lo stereotipo del narratore che riversa sulla pagina le visioni perverse e morbose coltivate o subite nei momenti di abbandono ai paradisi artificiali; sovrapponendole quella dello scrittore lucidissimo che applica le regole da lui stesso elaborate in saggi ormai canonici, apprezzati persino da Benedetto Croce, quali Il principio poetico e La filosofia della composizione: il racconto deve mirare al massimo di «effetto» sul lettore; il climax, frutto di un crescendo continuo di tensione, deve nei limiti del possibile coincidere con il finale; e quindi, per narrare al meglio, occorre iniziare dal fondo e procedere a ritroso. Quanto poi al clima emotivo, orrore e terrore non nascono più soltanto, come nei vecchi romanzi gotici, da una scenografia esterna di maniera - paesaggi lugubri, edifici sinistri, rumori agghiaccianti o apparizioni spettrali - ma scaturiscono in primo luogo dagli abissi dell’animo, dagli incubi orrendi e mostruosi della psiche (fonte: sito italiano dedicato a Poe)

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