Mentre da mesi l'FBI dà la caccia al killer seriale chiamato «Mano di Dio», un giovane si presenta all'ufficio del capo delle investigazioni affermando di conoscere l'identità del maniaco e raccontando una storia che ha inizio molti anni prima nella sua casa: è la storia di Fenton Meiks, di suo fratello Adam e della missione assurda e sanguinaria del loro padre. Caratterista texano con una discreta carriera alle spalle (da Aliens a Titanic passando per il grottesco, validissimo Near dark), Bill Paxton esordisce alla regia con questo Frailty - Nessuno è al sicuro (2001) e ci regala un thriller ricco di suspense e venature horror, dosando con cautela l'uso degli effetti spettacolari e lo spreco di emoglobina che hanno inflazionato il genere. Il regista - con buona tecnica realizzativa e sapiente gioco di sceneggiatura, che si incrina giusto un pelo sul finale - preferisce soffermarsi sulla pazzia che si annida nella quotidianità (impersonando egli stesso un innocuo padre di famiglia che si dice improvvisamente «illuminato» e pronto a uccidere spietatamente per conto nientemeno che dell'Altissimo), forse più spaventosa e disturbante di qualsiasi evento soprannaturale. Il film, una piacevole quanto inaspettata sorpresa per gli amanti del genere, oltre a meritarsi un ottimo riscontro al botteghino ha ricevuto i commenti entusiasti di James Cameron e Sam Raimi, ma soprattutto del «Re» Stephen King.
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