domenica 27 luglio 2008

il black sud di Muddy Waters

«C’è un demone in me. Penso che in tutti ci sia un demone, una zona scura, in ognuno di noi. E il blues e è la presa di coscienza, è la capacità di esprimerlo e di scherzarci sopra, dì ricavare gioia da una materia tanto tenebrosa. Ascoltando Muddy Waters, si sente tutta l'angoscia, la potenza e le avversità che hanno temprato quest'uomo. Muddy lo comunica attraverso la musica, lascia che le sensazioni si liberino nell'aria. Il blues mi fa stare meglio.
È stato Mick Jagger a farmi ascoltare Muddy. lo e Mick eravamo amici fin da piccoli, ma non ci vedevamo da un po' di anni, quando lo incontrai in treno verso il '61. Aveva un disco di Chuck Berry e The Best of Muddy Waters. Pensai subito di farmi prestare il disco di Chuck Berry, perché non conoscevo tanto bene Muddy. Ci siamo messi a chiacchierare e siamo finiti a casa sua, dove mi ha fatto sentire Muddy; allora ho esclamato: "Wow. Ancora". E dopo dieci ore ero ancora lì che dicevo: "Dai, ancora!". Ascoltando Stili A Pool e Hoochie Cocchie Man ho subito pensato che quella era la musica più potente che avessi mai sentito. La più espressiva. In un certo senso è stato il nostro "padrino", e il nostro primo obiettivo era che il mondo conoscesse Muddy e quelli come lui. Il nostro complessino aveva finalmente trovato un ingaggio per una serata e noi avevamo speso i nostri ultimi centesimi per un annuncio su una rivista. Quando abbiamo telefonato per comunicare il luogo del concerto ci hanno chiesto: «Va bene, come vi chiamate?». Sul pavimento c'era The Best of Muddy Waters e sulla prima facciata c'era il brano Rollin' Stane. Così ci siamo chiamati Rolling Stones. Ho sempre avuto la sensazione che fosse Muddy a guidare il gruppo, che tra noi e lui ci fosse un vero legame. Coi dischi registrati per la Chess alla fine degli anni Quaranta e per tutti gli anni Cinquanta, Muddy ha trasformato il blues modellandolo secondo le mutate esigenze della società. Prima della seconda guerra mondiale c'era solo blues acustico: nel dopoguerra a Chicago hanno cominciato ad alzare la voce. Per adeguarsi al tono particolarmente fragoroso di quella città, la musica si è trasformata in blues urbano. Inventavano a mano a mano che andavano avanti: nessuno sapeva niente della chitarra elettrica o come si facesse a registrarne il suono. Uno stupendo caso di sperimentazione allo stato puro.» (dalla prefazione di Keith Richards)

Gordon Robert - Hoochie Coochie Man. La vita e i tempi di Muddy Waters
Edizioni Arcana 2005 (Arcana musica)

1 commento:

Anonimo ha detto...

questa edizione è fantastica, giuro!
da acquistare, senza indugio...
MAtteo