Considerato dagli estimatori come una delle colonne portanti del brit-pop, Parklife è l’album che ha decretato il successo planetario della band inglese, trainato dalla freschezza del suo singolo di lancio, lo storico hit Girls & Boys. Pur non essendo, nonostante le corone d’alloro, il lavoro più completo dei Blur (Damon Albarn e soci daranno il meglio di sé a partire dal 1997 in poi), Parklife fa sfoggio di una vena creativa incontrollata, tuttora insuperata dalle nuove realtà emergenti britanniche. Accanto al singolo citato trovano spazio sul carrozzone scanzonato i brani Tracy Jackson - un omaggio alla tradizione musicale d’oltremanica (Kinks e XTC su tutti) - To the end - romantica ballata caratterizzata da un coro femminile alla Laetitia Sadier (è la prova generale in attesa del capolavoro The Universal che arriverà solo un anno più tardi) - ed infine Trouble in the message centre - pezzo che ricorda da vicino le melodie dei primi R.E.M. e il ritmo “fast” di Iggy Pop. Correva l’anno 1994; la guerra infinita che li vedeva contrapposti agli Oasis era appena incominciata. Il brit-pop era l’unico credo e l’importante era sopravvivere, d’altronde come cantava lo stesso Albarn «la strada è come una giungla». Lunga vita ai jeans strappati e ai poster dei calciatori. (fonte per alcune porzioni della rece: il cibicida)
BLUR
Parklife
(1994, Food)
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