Non sono mai stato particolarmente attratto dal fatato mondo di J. M. Barrie, e dopo una prima, sconsiderata infatuazione (durata all'incirca fino al remake de Il pianeta delle scimmie, direi) ho smesso di appassionarmi al gotico caramelloso di quel - comunque geniale - regista che è Tim Burton. Ecco perché, ravvisando questi due numi tutelari nella quarta di copertina, mi ero avvicinato con una certa diffidenza al romanzo Pan (Marsilio) di Francesco Dimitri. Eppure, una volta superato una intro forse un po' macchinosa, questa curiosa commistione di horror e fantastico, capace di mescolare con disinvoltura una cifra che spazia dall'ironico al macabro mentre ci racconta una storia corale ambientata in una Roma forse mai così dark, mi ha molto divertito. Dimitri (un quasi esordiente: attivo da tempo nel mondo editoriale, ha una sfilza di piccole pubblicazioni saggistiche alle spalle e un romanzo edito l'anno scorso con Gargoyle Books) mette a cuocere tanta carne al fuoco: magia, antropologia, paganesimo, leggende urbane, mentalismo, esoterismo, addirittura qualche spruzzata di teen-novel, riuscendo nell'oneroso intento di attualizzare (rivisitandola) la favola di Peter Pan e padroneggiando ben 419 pagine sempre sul crinale di una pericolosa deriva didascalica (e che invece l'autore by-passa con maestria - grazie anche all'evidente mestiere!). Lo stile è volutamente scarno, privo di orpelli, pensato apposta per una divulgazione diretta e popolare (alla maniera, per intenderci, dei grandi story-tellers anglosassoni - o, per fare un esempio: del buon vecchio King). Consigliatissimo per chi dalla letteratura non si aspetta necessariamente un (orrore!) messaggio...
PAN
Francesco Dimitri - (Ed. Marsilio)
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