venerdì 7 febbraio 2014

...la mia pistola per Billy (1974)

Curioso western girato al risparmio in Israele (nel deserto del Negev) con risultati solo qua e là efficaci (è indubbio quanto le posticce ambientazioni di molti spaghetti-western nostrani del medesimo periodo abbiano saputo essere teneramente più evocative e funzionali). Dirige il canadese Ted Kotcheff  che - di qui a poco - raggiungerà la fama con la pungente commedia Soldi ad ogni Costo. Essenzialmente poco dotato, il regista fa di questo film un prodotto stirato ed esangue, alla lunga monocorde nonostante la valida sceneggiatura di Alan Sharp (Nessuna Pietà per Ulzana) offra snodi tematici caratteristici degli anni della Contestazione (protagonista un «giovane» meticcio vittima di aperto razzismo; ci sono anche la donna maltrattata dal marito maschilista e il fuorilegge più rispettabile del Sistema che gli dà la caccia), invero ricalcando troppo il di poco precedente Pat Garrett e Billy Kid e il suo infinito inseguimento sceriffo/bandito. È un’opera tesa fra i due poli principali del cinema di Kotcheff: la (poca) violenza efferata (ricordiamo che dirigerà Rambo) e il guizzo umoristico appena velato.
I personaggi sono però intriganti: pregevole quello interpretato da un sempre grande Gregory Peck, malfattore scozzese atipico, non venale, interessato più all’esperienza, al “trip”, che al malloppo, o gli strepitosi quattro indiani Apache, il cui capo gironzola fiero con l’ombrellino da signora (bell'immagine, questa sì, assieme a quella dell'altro indiano in prendisole da donna). Prodotto (come il precedente Outback/Wake in Fright) dal regista Norman Jewison, che lavorò con Kotcheff alla CBC Tv. Scandaloso che il «two-hats» del titolo originale (due cappelli) diventi «due-gilè» nel doppiaggio italiano (magari perché “cappello” era troppo lungo da pronunciare).

Citazione: Gregory Peck è braccato dagli indiani assieme a un tizio col quale è costretto a ripararsi sotto un carro. Il tizio: «Gli indiani non combattono mai di notte: è contrario alla loro religione». «A me quelli non sono sembrati poi tanto religiosi!», gli risponde Peck.

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