«Mi è stato chiesto di raccontare la mia versione delle scienze forensi in merito alla fiction e ho provato a farlo in questo libro. L’idea è stata di mettere nero su bianco qualche dritta utile per chi abbia voglia di scrivere un giallo o un thriller o qualcosa in cui a vario titolo c’entrino le scienze forensi, magari una sceneggiatura. Qui può trovare uno spunto, un suggerimento, qualche esempio su come avvicinare l’argomento e due o tre cose che invece sarebbe meglio non fare.
Il libro vorrebbe essere utile anche a chi legge: ho iniziato a studiare le scienze forensi perché, da giornalista specializzata in serie Tv e spettacolo ma con un passato nella cronaca, mi ritrovavo a chiedermi se tutto quello che vedevo sul piccolo schermo fosse frutto della fantasia sfrenata degli sceneggiatori o se ci fosse qualcosa di vero. E anche da lettrice di gialli e thriller qualche domanda mi è capitato di farmela: ricordo come fosse ieri (e non era ieri, ne sono certa) l’incredulità mista a (morboso) interesse nel leggere i romanzi di Patricia Cornwell. Vero o falso? E poi c’era questa cosa di Jack Lo Squartatore che non mi mollava. Perché Jack Lo Squartatore è passato alla storia con “solo” cinque vittime? Praticamente è più conosciuto di Ted Bundy che ne ha ammazzate cinquanta, di persone. Non che sia un primato onorevole, certo. Ma la domanda sorgeva comunque spontanea. Così, ho abbandonato la pur utilissima Wikipedia optando per testi scientifici e studi approfonditi.
Per evitare che la tensione salga alle stelle: alcune cose sono più vere del vero e altre sono false come una moneta da tre euro. Nei romanzi e nelle serie Tv sono i ruoli ad essere più o meno strattonati a uso e consumo delle esigenze narrative. Proprio come diceva il detective in pensione del nyPd.
Scienziati forensi con poteri decisionali praticamente infiniti negli Stati Uniti pare non ne abbiano ancora visti.
E Jack Lo Squartatore è più famoso di Ted Bundy perché, ad oggi, il suo caso è ancora aperto mentre Ted è finito sulla sedia elettrica nel 1989».
Dietro la scena del crimineMorti ammazzati per fiction e per davvero
di Cristina Brondoni (Las Vegas edizioni)
uscita: 22 ottobre 2015
7 commenti:
Qualche tempo fa chiesero a Carlo Lucarelli se riteneva che i progressi scientifici e tecnici avrebbero reso sempre + difficile scrivere fiction in cui il cattivo mette in difficoltà i buoni e lo scrittore rispose che poi salta sempre fuori un tizio che comunica con i suoi minions via pizzini e beffa le intercettazioni ambientali.
Arriverà comunque un momento ics in cui tutto sarà ripreso in video anche attraverso le pareti ed in cui il DNA di tutti sarà mappato e nelle banche dati della pula. Le comunicazioni saranno filtrate. Le variazioni di umore e nello sguardo - financo nelle abitudini di consumatore - esaminate da un team di probiviri. Sarà impossibile persino caricare una carriola di monete da tre euro per giocare a Monopoli in qualche club catacombale senza incorrere in una multa da pagare con banconote da cento euro. Ammo Ammaniti ne scriverà. La critica leggerà le sue cose. Qualcuno busserà alla sua porta dopo il crepuscolo e lo consegnerà a chi ha infiniti poteri decisionali. So goes life.
- Elvis has left the building - ridacchia Ted Bundy mentre dal garage esce il furgone ripieno di monete da tre euro con cui pasquinare la società che continua a sonnecchiare davanti ai programmi televisivi del pomeriggio ripieni di morti ammazzati mentre al bar un cappuccino corretto cannella ed una brioche cioccoricotta hanno preso il vizio di costare tre euro.
Ted non è nuovo a queste imprese. Non lo hanno mai preso. Non lo prenderanno mai.
Qualcuno bussa.
- Quindi la mia scheda in Wikipedia è inesatta ? - chiese Elvis al suo ospite, un tizio che in vita era stato medico di corte dei reali inglesi e per loro aveva realmente perso la sua anima.
- A meno che sia vera quella storia secondo cui era solito sparare allo schermo del televisore x cambiare canale ... - commentò l'altro - considerato che il telecomando sarebbe stato molto meno rumoroso -
@Crepa fantastico che tutte le volte comincio a leggere i tuoi commenti convinto di trovarci un senso compiuto (ma un senso non ce l'ha, come cantava Vasco:-)
Voglio trovare un senso a questa sera / Anche se questa sera un senso non ce l'ha. Voglio trovare un senso a questa vita / Anche se questa vita un senso non ce l'ha.
Nel crepuscolo, Zaccaria Zocca si chiedeva se non fosse il caso di ridurre il giro vita per entrare nello smoking e fare la sua marcia figura la serata del Premio e non sentirsi uno Zeppelin fasciato di nero in mezzo a tutti quei giovani leoni rampanti con le loro ficton ripiene di morti ammazzati - ai suoi tempi bastavano cinque vittime per fare un bestseller - false ai suoi occhi come monete da tre euro. Aveva circa un mese per ridurre il suo tonnellaggio. Accese la tv e vide Paolo Rossi, il comico, lamentare la scomparsa dalle pagine del Corsera della striscia del signor Rossi. Quell'omino cicciotto e qualsiasi era stato pubblicato x 20 anni. Senza contare i cartoni animati, i film al cine ed il merchandising. Ed era ancora in tourneè, come avrebbe detto Jannacci. Zacca Zocca disse a volte alta viva Rossi e si cucinò una pasta che avrebbe riempito una vasca. O un bidet, come avrebbe detto Jannacci. La sera del Premio rotolò verso lo smilzo Paolo Rossi, il giocatore di pallone, che ebbe la tentaz di mandarlo in rete, ma optò per la consegna di una coppetta placcata. Cattivo.
Io ti/vi ringrazio molto per la tua/vostra attenzione :) Se lo leggete fateci sapere il vostro parere.
Carlotta
@Carlotta grazie a te per il tuo lavoro e la tua passione :-)
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