venerdì 19 giugno 2015

santuario in celluloide...

l'idea di Sanctuary (Santuario), è abbastanza noto, scaturì dal proposito di William Faulkner di scrivere un libro capace di renderlo ricco (il futuro premio Nobel aveva infatti già dato alle stampe opere seminali come L'Urlo e il furore e Mentre morivo, senza riuscire mai a guadagnarci un soldo): da ciò la messa a punto del suo più famoso romanzo, uno scritto ad alto gradiente sensazionalistico (perlomeno per gli standard dell'epoca), allestito secondo schemi che anticipano il pulp e che, dato alle stampe nel 1931, portò finalmente al suo autore il successo mettendo fine a gran parte dei suoi problemi economici.
In Santuario il grande bardo del Mississippi affronta, in modo incredibilmente attuale, i temi del Male e della corruzione morale con quel piglio epico e quel tipico incedere pregno di similitudini baroccheggianti che diventarono da subito la caratteristica principale del gotico meridionale. Il libro produsse a Oxford, ridente cittadina del sud in cui Faulkner viveva, uno scandalo notevole e, come scrisse Fernanda Pivano, «amici e parenti lessero il libro di nascosto, avvolgendolo in carte pesanti mentre lo portavano dal negozio di MacReed a casa, e subito andando a protestare dall'autore. Era fin troppo evidente, oltre tutto, che l'autore mostrava di conoscere un po' troppo da vicino gli ambienti che in quegli Anni Rosa sembravano malfamati: i contrabbandieri di alcool, i bordelli, le maîtresses».
Ma soprattutto quel gran parlare di sé spalancò allo scrittore le scintillanti porte di Hollywood: a parte le numerose sceneggiature di film importanti come Acque del Sud e Il Grande Sonno di Howard Hawks (cui Faulkner partecipò col solito distacco/disprezzo di matrice sudista, accettando il lavoro solo per potersi permettere un alto tenore di vita), fu proprio Santuario a ingolosire la settima arte: già nel 1933 il regista Stephen Roberts trasse dal romanzo una prima, abbastanza riuscita trasposizione intitolata Perdizione (The Story of Temple Drake), che spezzettata in più parti è visibile sul tubo, mentre Tony Richardson ne realizzò una seconda versione nel 1960 (da noi giunse col nome di Il Grande Peccato) anch'essa presente in rete. Quest'ultima, invero un po' raffazzonata, mescola nello scandire delle vicende anche parte del seguito letterario dell'opera, quel Requiem per una monaca che William Faulkner diede alle stampe nel 1951 mescolando gli stili (parte del libro è scritto per il teatro, al punto che Albert Camus ne fece una spettacolare versione per il palco).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche da " chiedi alla polvere " fecero un film (pippo)

sartoris ha detto...

Pippo ma certo se è per questo anche da L'URLO E IL FURORE e MENTRE MORIVO da poco il buon James Franco ha tratto due ottime pellicole ma qui si parlava di SANTUARIO, solo di quel libro (che tra l'altro, pare stia per diventare una serie in TV, ma per ora sono solo rumors)

Anonimo ha detto...

ovviamente mi riferivo a "NON SI FRUGA NELLA POLVERE" che è di faulkner mentre CHIEDI ALLA POLVERE era di John Fante... sorry, body (PIPPO)

sartoris ha detto...

@Pippo l'avevo inteso: trovi il film intero tratto da INTRUDER THE DUST qui sul tubo:

https://www.youtube.com/watch?v=nZ78B5KOrnc