«Parrà strano, ma di racconti perfetti ne esistono a iosa, mentre di romanzi perfetti nemmeno uno»: così James Ballard nella introduzione al primo dei tre volumi che raccolgono le sue storie brevi.
Grazie infatti alla casa editrice Fanucci (e al curatore Antonio Caronia), anche i lettori italiani possono da qualche anno accedere a queste piccole, preziosissime gemme narrative di quello che la critica internazionale definisce non di rado come «il miglior scrittore britannico» degli ultimi tempi. E, si badi bene, non si parla di «miglior scrittore di fantascienza» ma di scrittore tout-court!
Questo primo volume raccoglie ventotto storie che in alcuni casi - benché si tratti della produzione «giovanile» di Ballard, pubblicati quindi al massimo sino al 1962 - rappresentano dei succinti, minuscoli capolavori davvero «extra-genere».
Gli appassionati di questo strepitoso autore (con diciassette romanzi disseminati nell’arco di quarant’anni, da Vento del nulla del 1961 a Millennium People del 2003, Ballard ha saputo imporre nel panorama letterario contemporaneo la sua voce unica e dissacratoria, influenzando generazioni di scrittori e ispirando profondamente ogni linguaggio artistico, dall’arte al cinema ai fumetti) troveranno qui molte idee sviluppate poi nelle opere a venire, ma soprattutto riconosceranno gli assi portanti dell'intera poetica ballardiana: l'inabissarsi della storia nello scorrere lento e indifferente del tempo cosmico (Terre di attesa, Le voci del tempo, L' ultima pozzanghera), il claustrofobico ripiegarsi su se stesso dello spazio metropolitano (Città di concentramento, Cronopoli, Billennio), il delirio psicotico come via di fuga da una realtà intollerabile (Aberrazione, L'uomo sovraccarico, I pazzi) o la sarcastica vena surrealista che percorre le cinque storie ambientate a Vermilion Sands - immaginario borgo abitato da bizzarri artisti. Stile già maturo e potente, sin dagli esordi, per uno scrittore grazie a dio in grado di stupirci in più occasioni. Anche quando non era nessuno.
Tutti i racconti 1956/1962
James G. Ballard (Ed. Fanucci)
1 commento:
" Scrivere il romanzo perfetto ? Come direbbe Jimmie Ballard, è un gioco da bambini..." Non giudicate il mio signore e donno da una uscita siffatta perchè Tom Wolfe è davvero il miglior investigatore privato di New York e probabilmente di tutti gli altri posti sulla vostra cartina. Io lo so bene perchè da anni sono il suo infaticabile braccio destro, segretario e capro espiatorio quando il mondo non gira secondo i suoi desideri.
Non vi dico la difficoltà, all'inizio, quando cercavamo di farci prendere sul serio, considerato che il mio nome è Jerry Lewis. Tom & Jerry: non so se rendo. Sto divagando e chiedo scusa, ma nulla corrompe un uomo, come direbbe Nero, il fratello del capo, quanto scrivere. Stavo raccontando di quel solare lunedì di giugno in cui nel ns studio era un giovane scrittore di origine italiana che era noto anche da questa parte dell'oceano per un racconto in cui si ipotizzava di un premio Nobel che scrive un cortometraggio sul tentativo di un Predator alieno di scrivere un romanzo perfetto che contenga un meme che renda gli esseri umani selvaggina reattiva come certa critica letteraria. " Signor Wolfe " stava replicando timidamente Paul Di Mono " io non dico che un simile animale esista, ma sono sicuro che il mio buon amico Mickey Rourke era andato vicino a centrarlo e questo spiega i continui attentati alla sua persona ed il suo continuo ricorrere al bisturi per metterci una pezza ". Wolfe detesta lavorare e se può quando proprio deve "ruba" qualcosa - se fosse stato un collega di Paul avrebbe scritto, tanto x dire, un altro Falò delle Vanità - - ed è solito allontanare quel rischio, smontando chirurgicamente il possibile cliente. " Il signor Rourke sta costruendo una corazza di silicone che lo isoli dalle tentazioni del mondo come faccio io con i miei abiti di lino bianco ed il mio sorriso sarcastico ". Di Mono doveva essere un guerriero perchè ribattè che anche il suo pard The Fonz non era stato + lo stesso da quando aveva saltato con la moto sopra tutti gli squali da Spielberg in poi: era palese che qualcuno lo stava sabotando da quando aveva deciso di scrivere "il" bio di Elvis. " Pfui " chiuse senza appello il mio re " Non è il romanzo il nemico: Mickey e Henry si sono persi nel loro inner space alla caccia di un motivo che giustifichi il fanatismo verso le loro maschere. E' un vuoto da colmare, secondo le leggi di natura. Io ho scelto di cibarmi solo del meglio "
Al pensiero del ricettacolo della pappa del mio principale in cui sedimentava proprio in quel momento l'unica copia del Romanzo Perfetto ovvero duecento pagine di Mad Max che corre dietro uno struzzo velocissimo nello outback ,o nello inner space, mi misi a ridere come una scimmia , come un comico di Cinelandia. Paul fece spallucce ed uscì x la comune.
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