ha compiuto in questi giorni trenta dannatissimi anni Meno di Zero, il primo romanzo e pietra angolare della fortuna dello scrittore californiano Bret Easton Ellis. Scritto a ventun'anni - costituiva originariamente la tesi finale del suo corso universitario - sancì la nascita di una nuova stella nel firmamento letterario made in USA arrivando a guadagnarsi una degna trasposizione in pellicola: Al di là di tutti i limiti (titolo originale Less than Zero), con Robert Downey Jr nei panni del protagonista.
Il romanzo è la cronaca delle vacanze di Natale del giovane Clay, durante le quali torna nella natìa Los Angeles e scopre (senza che questo scombussoli granché la sua esistenza) quanto la propria vita sia inutile. Viziosa, appagata e inequivocabilmente vuota. Perché nel lavoro di Bret Easton Ellis è proprio il vuoto bruciante della quotidianità a farla da padrone. Quel vuoto che nel corso degli altri romanzi troverà una sua completa messa a fuoco (incarnandosi ad esempio nel serial-killer protagonista di American Psicho su tutti) e che diventerà la cifra stilistica di questo autore.
Clay e gli innumerevoli personaggi di contorno, tutti volutamente simili fra loro, che si sfondano di alcol e droga e poi si stordiscono davanti a MTV, rappresentano una classe sociale materialista e anaffettiva, gelidamente incapace di vivere esperienze emotive reali (a meno che non siano superficialmente estreme). Ma sono anche un carosello di feticci in stile eighties che conquistano tanto il lettore che abbia vissuto quegli anni quanto semplicemente chi voglia comprendere un periodo per certi versi paradigmatico della storia della società occidentale (erano gli anni dell'edonismo, e della fine della Guerra Fredda). Anche Meno di zero come gli altri romanzi di Bret è una lama a doppio taglio. Si entra nella lettura spediti come locomotive, si divorano le pagine, ma allo stesso tempo una sottile inquietudine spinge il lettore a sperare che tutto finisca, al più presto, prima che sia troppo tardi!
Meno di zero - Bret Easton Ellis (Bompiani)
1 commento:
Non è finito nulla e stiamo ancora tutti vivendo nelle pagine di Ellis. Tutto è relativo, come disse un tale, ma le ragazze emo nel bar davanti allo Alcatraz l'altra serain attesa di poter entrare ed ascoltare Marylin Manson che discutono di quale sia stata la + brava a tagliare le calze a rete perchè attraverso lo squarcio filtri il pensiero del loro idolo sono tali e quali gli american picchiatelli che si sfidano a colpi di biglietti da visita nel bestseller di Bret. Il Muro è caduto e abbiamo lanciato in orbita AstroSamantha e presto con la bandalarga le email arriveranno il giorno prima, ma siamo ancora tutti accampati intorno alla tenda di Bret, lo sciamano, che non ne può più di leggere copioni x le majors e sta pensando di raccontare la storia di un rocker bollito clone di Little Steven, ma non riciclatosi come attore, che se ne sta tutto solo in una moonbase riflettendo sui gg in cui poteva combattere x un mondo migliore e ne parla con i suoi fantasmi che prendono vita e corpo e cercano di organizzare lì, sul ns satellite, un nuovo Qualcosa Aid. Clone Steven chiama allora Mariah Carey, ma questa rifiuta perchè nello spazio non esiste vento che possa animare la sua chioma esausta. Cattiva.
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