La Polillo se n’è andata (leggi: ha chiuso) con mio grande dispiacere ma qualcosa mi è rimasto. Dunque tra il giallo della Mondadori e il rosso e l’arancione della Polillo. (qui la prima parte)
Parto dallo speciale Delitti in tribunale di R.Austin Freeman, Erle Stanley Gardner e Cornell Woolrich a cura di Mauro Boncompagni. Qui mi basta la presentazione data la notorietà dei testi:
• R. Austin Freeman, L’impronta scarlatta Un lotto di diamanti che scompare nottetempo da una cassaforte,
un’impronta insanguinata che incastra il responsabile del furto. Ecco un caso all’apparenza già risolto, in attesa che alla vera soluzione si applichi la mente geniale del dottor Thorndyke.
• Erle Stanley Gardner, Perry Mason e la strana sposina Una donna con la curiosa tendenza a sposare l’uomo sbagliato rischia una condanna per l’assassinio del primo marito. L’Avvocato del Diavolo dovrà ricorrere a tutta la sua abilità forense per salvare la cliente da accuse fin troppo schiaccianti.
• Cornell Woolrich, Gli scalini del patibolo Lamont è stato condannato alla pena capitale per omicidio e si prepara all’esecuzione tramite ghigliottina. Esaurite le possibili scappatoie giuridiche, gli resta una sola, disperata via di scampo affidata alla sua complice e amante. Fermare il boia…
• Continuo con Fantasma in mare di Carter Dickson, Mondadori 2015.
Intanto l’Edwardic, un transatlantico imponente che trasporta materiale bellico (siamo proprio in tempo di guerra) da New York verso un porto inglese con nove persone a bordo. E subito un’atmosfera da brivido, il vento gelido, l’oscurità, “una grande solitudine”, il cielo vuoto e il suono “lugubre” delle sirene. Atmosfera ideale per un omicidio. Solo che le impronte digitali lasciate dall’assassino non corrispondono a quelle di nessuno presente sulla nave! Grande tecnica narrativa con trucchetti, diversivi, spunti caricaturali e ironici, citazioni improrogabili di Holmes. E non mancano nemmeno momenti di turbamento da fascino femminile per rendere più complesso e stuzzicante il racconto con la conclusione finale magicamente cesellata dal nostro Merrivale (tutti lo conoscono). E se qualche lettore rimane ancora perplesso su aspetti fin troppo mirabolanti della trama, pazienza. Questo è Carter Dickson, alias John Dickson Carr. Prendere o lasciare.
Chi desidera affrontare di petto il “caso” Carr ecco John Dickson Carr: The Man who Explained Miracles di Douglas G. Greene, Otto Penzler Books 1995 e The John Dickson Carr Companion di James E. Keirans, Ramble House 2015.
• Le pentole del diavolo di Nicholas Blake, Mondadori 2015.
Quando uno stronzo (scusate la parola) potente e vendicativo muore ammazzato, per di più in un bollitore della sua fabbrica del Dorset, i sospettati sono tanti. Ognuno con il suo bravo motivo. È ciò che accade ad Eustace Bunnet inviso a tutta Maiden Astbury e ritrovato nel suddetto bollitore, ridotto a scheletro, con i suoi abiti e la dentiera artificiale che dimostra l’identità del bollito. In precedenza stessa sorte era capitata al suo cane Tartufo e su questa vicenda stava indagando l’investigatore dilettante e poeta Nigel Strangeways, chiamato dalla signora Sophie Cammison, moglie del dottor Herbert che lo aveva conosciuto a Oxford, per tenere una conferenza letteraria al circolo del paese.
Aggiungo il solito testamento particolare che suscita sospetti, un frammento di pietra verde, momenti di azione, brivido, paura, altri morti ammazzati, il passato che ritorna, qualcosa di importante che sfugge all’inizio e si fa chiaro quasi in fondo (un classico). Colpo di scena finale non troppo difficile da prevedere per gli amanti del genere (però allora era un’altra storia) e qualche smagliatura nella trama.
Comunque l’assunto del libro è questo: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi
Cork O’Connor, ex poliziotto, ora investigatore privato, moglie morta da due anni, è riuscito a riunire la sua famiglia dopo tanto tempo, tre figli e la cognata, “a bordo di una casa-battello su un remoto lago canadese”. Con la figlia Jenny, durante una escursione si ritrova su un’isola, quando arriva “un muro di nubi mostruoso” (il derecho) e tale “mostro colpì prima che potessero mettersi in salvo”. Un diluvio di vento e di acqua. I due si disperdono, Jenny rimane sola e in un capanno abbandonato trova un neonato vivo con il labbro leporino e una ragazza indiana torturata e uccisa con un colpo di pistola alla fronte. Fortunatamente padre e figlia riescono a riunirsi ma qualcuno potrebbe tornare per riprendersi il bambino con le più brutte intenzioni. E qualcuno ritorna con un fucile…
Una storia complessa, la prima parte degna delle narrazioni di avventura con il terribile temporale e la dispersione della famiglia, la lotta per sopravvivere, lo scontro con il cacciatore, l’arrivo dei “nostri”. Una storia dove si intrecciano vicende passate personali dure e crude, gli abusi sessuali, il fanatismo religioso di chi predica la fine del mondo, il commercio della droga, la forza spirituale degli indiani ojibwe per cui anche da una distruzione può nascere il buono, l’amore materno di chi non può avere figli e difende strenuamente il bimbo ritrovato.
• La prova in fondo al mare di Rufus King, Mondadori 2015
“Sono sopravvissuti in dieci al naufragio del panfilo Elsinore, colato a picco ai Caraibi dopo aver urtato uno scoglio. Ma non tutte le vittime sono perite nella disgrazia. Il ricco proprietario del battello e il secondo ufficiale sono scomparsi dopo, in circostanze misteriose”. Due fatti importanti: qualcuno “aveva mischiato un narcotico nell’acqua potabile” del barile per far addormentare i sopravvissuti e le carte di bordo sono sparite. Dunque c’è di mezzo un assassino, e se un personaggio che sa chi sia - “La prova è sotto i crisantemi”, afferma -, cade morto stecchito avvelenato dal cianuro nel cocktail del suo bicchiere, la faccenda diventa ancor più complicata, anche perché non si riesce a capire subito il significato dell’espressione.
Un bel problema per il tenente Valcour della polizia di New York che incomincia ad interrogare i vari protagonisti. Ma questo non basta. Occorre ritornare con tutti i superstiti sul luogo della tragedia ed un palombaro che si immerga fino a raggiungere l’Elsinore per trovare la prova decisiva. Solo allora il caso sarà chiuso con il classico colpo a sorpresa finale. Atmosfera di continui sospetti, tensione, paura e mistero lungo tutto il racconto.
• Lyndsay Faye Sherlock Holmes e il mostro dell’East End
Londra 1888. Siamo di fronte ad una lotta tremenda fra il nostro Sherlock e un assassino di prostitute che sta terrorizzando l’East End: Jack lo Squartatore (tanto per gradire). Uno scontro senza regole da rispettare, uno Sherlock agguerrito (suscita pure certi sospetti) come il suo avversario che soddisferà gli amanti delle sue avventure.
• Ho sposato un’ombra di Cornell Woolrich
Uno scambio di persona, uno scambio di identità. Tra le spire angosciose di Woolrich. Bestiale.
Passiamo al rosso dei bassotti attraverso libri scritti da diversi autori come
• Delitti impossibili di AA.VV., Polillo 2012.
Nove menti diaboliche pronti a farci strabuzzare gli occhi con le loro trovate altrettanto diaboliche. Ce ne sono di tutti i tipi. Per esempio qualcosa che sparisce in una stanza perfettamente chiusa. Era lì ed ora non c’è più. Si tratta di un testamento tenuto da una signora a letto svanito nel nulla. Nessuno l’ha portato via. Dovrebbe essere da qualche parte della camera, eppure una brancata di poliziotti non riesce a trovarlo. Ma c’è, mannaggia alla miseria se c’è… Oppure, oppure un corpo accasciato nella neve, morto insomma, con una serie di orme che portano al cadavere ma nemmeno una nella direzione opposta. Opera del diavolo?. E poi ecco quella del palombaro che si immerge per ritrovare i corpi di quattro annegati e ritorna su colpito a morte con un coltello che si usa per sfilettare il pesce. In bocca al lupo!
• Delitti in treno di A.A.V.V., Polillo 2010.
Tredici racconti di autori sorprendenti che hanno in comune il treno e quello che può succedervi di inaspettato, appunto, come un furto o l’omicidio. O tutti e due insieme.
Se c’è il mistero della camera chiusa non può mancare quello del vagone chiuso (e ci si sta anche più stretti) dove giace il morto ammazzato e nessuno è potuto entrare ed uscire. A volte capita di trovare una donna pugnalata sotto il sedile di uno scompartimento, oppure due cadaveri all’interno con una signora viva e disperata che vuole uscire e il caso si fa ancor più complicato per il povero detective di turno. Povero e nello stesso tempo geniale se riesce a risolvere strategie assassine più complicate di certe elucubrazioni filosofiche.
A volte, invece, succede che i passeggeri della metropolitana di Londra (siamo nel 1894) vengano uccisi con un colpo al cuore mentre se ne stanno tranquilli a leggere nel loro scompartimento e nessuno riesce a capire il perché e il per come. Occhio agli ometti ossuti che incominciano a parlare di omicidi (non si sa mai cosa può frullar loro per la testa), occhio ai treni che viaggiano in parallelo e…e insomma non la faccio lunga: tredici storie, tredici pezzi da novanta (Christie, Cole, Doyle, Crofts ecc…), tredici piccoli capolavori e più di tredici morti.
• Eh no, ragazzi, non mi perdete Enigmi e misteri di A.A. V.V., Polillo 2008. Vi posso perdonare tutto ma non questa sciagurata dimenticanza. Qui siamo di fronte alle migliori penne dell’età d’oro del mystery che non vanno perse. Assolutamente.
Solo qualche accenno: Il delitto nella stanza che non c’è di Carter Dickson (è il solito John Dickson Carr) vale da solo il prezzo del biglietto: un morto pugnalato al cuore in una stanza con addosso un impermeabile verde rovesciato e poi ritrovato in un ascensore con l’impermeabile infilato nel modo giusto. La stanza in questione che addirittura sparisce e c’è pure di mezzo il daltonismo….
Con Richard Austin Freeman e Il Sigillo di Nabucodonosor incontriamo il noto dottor Thorndyke, gioia di tutti gli appassionati del cosiddetto metodo scientifico di investigazione, qui alle prese con un avvelenamento da cianuro di potassio, orme, bastoni da passeggio, un sigillo cilindrico appartenuto a Nabucodonosor (vero e falso) e insomma un sacco di deduzioni tratte da un altrettanto sacco di osservazioni. Poi abbiamo La banconota da 5 sterline di Davide Frome, ma non fatevi ingannare dal nome dell’autore che trattasi in realtà dello pseudonimo della gentil signora Zenith Jones Brown creatrice di Mr Pinkerton, “un vedovo gallese di mezza età” che si intrufola nei casi di omicidio. Un corpo impigliato in una cancellata di ferro con un pugnale nella schiena, una banconota da 5 sterline macchiata di sangue fresco e l’arma non si trova perché bene occultata…
E tanto basta e avanza.
• L’arancione dei mastini è ben rappresentato da L’occhio indiscreto di George Harmon Coxe, Polillo 2011.
Un imputato di omicidio, Nate Girad (dieci anni di racket) viene assolto per l’abilità dell’avvocato Mark Redfield. Al festeggiamento dell’evento partecipa anche Kent Murdock, ottimo fotografo del “Boston Courier Herald” che abita (bilocale economico) nello stesso palazzo di Nate. Qui incontra la ex moglie piuttosto ingrifata col sesso che non vuole il divorzio (però con 10.000 dollari si può fare…) e una bella ragazza in blu che lo snobba. Solo che più tardi se la ritrova impaurita nella sua vasca da bagno, mentre il sergente Bacon la sta cercando. C’è stato un omicidio e a rimetterci le penne proprio l’avvocatone famoso. Spunti: un balordo che sa qualcosa (che fine farà?), un giovane giornalista che vuole farsi strada e che gli sta alle calcagna, classici momenti di tensione, pugni, spari, una lampadina da flash che scoppia al momento giusto. Discreto approfondimento dei personaggi (almeno di alcuni), sguardi sulla società, un vecchio omicidio che può avere legami con quello attuale. Un hard boiled psicologico dignitoso che decolla traballando.
• Lemmy Caution pericolo pubblico di Peter Cheyney, Polillo 2011.
Scritto in prima persona e al presente da Lemmy Caution, novanta chili di peso, evaso dal carcere di Oklahoma City per avere ucciso un agente di polizia. Ora si trova a Londra a seguire le tracce della bella e ricca Miranda Van Zelden, erede di un appetitoso patrimonio. Sua idea sposarla e poi beccarsi i quattrini dal padre che vorrà liberarsi di lui dopo avere scoperto che tipo sia. Ma non è il solo ad avere delle mire sul bocconcino prelibato. Dietro alla riccona ci sono pure due bande di malviventi.
Classica storia di tradimenti, doppio gioco e violenza che cattura pure certe “signorine” come Connie e Lottie. Pistolettate e botte da orbi con Lemmy che le dà e le prende, movimento di corpo e movimento continuo di testa, decisioni veloci e se arriva il pericolo fa pure comodo la polizia. Bourbon e whisky al bisogno. E di bisogno ce n’è parecchio. Linguaggio diretto, duro, intriso di una ironia altrettanto tosta. La critica di allora lo trovò troppo violento. Oggi rientra nella norma e si legge sempre volentieri.
Alla prossima (se…). [articolo by Fabio "Boss" Lotti]
13 commenti:
La critica di allora accettava di buon grado la violenza, ma non riusciva a farsi una ragione di un nome come Lemmy ( contraz di Let me ndr ) Caution. No dico, stiamo parlando di gente che aveva accettato senza fare una piega Lew Archer e Sam Spade e Nero Wolfe. Io ho una teoria al riguardo - ho una teoria anche sul fatto che chiamare collane con nomi di quadrupedi non favorisce la diffusione di quei volumetti in città in cui i migliori amici dell'uomo non sono seguiti da un padrone armato di sacchettino - che passa per il caso di Marlowe e degli ovvi rimandi al poeta elisabettiano ed al narratore conradiano e che implica che da quel momento il private eye debba avere un nome letterario come Guglielmo Shakescene o Geo "Sandman" Sand.
Come pezza d'appoggio, porto le info che ho ricavato da un archivio massimocoppoliano che ho violato - la mia sete di conoscenza corre nella rete - secondo cui il primo lavoro del ns anfitrione era una parodia delle spy stories di Segretissimo il cui protagonista era una esotica Mata Hari post moderna chiamata Nolime Tangeri che seduceva le sue vittime ballando in localacci della casbah. Il signor Coppola , che le mie fonti mi dicono cresciuto leggendo il Grande Sonno ed Il Lungo Addio, apprezzò il novel - memorabile il capitolo in cui Nolime dice addio al suo amore codename Mickey Mouse O'Rourke credendo che questi sia tanto commosso da non riuscire a guardarla mentre è semplicemente addormentato - ma decise che era il caso di guardare avanti e proporre una voce nuova e sincronizzata con i tempi tumultuosi e le sfide che portano seco e la Tersicore con licenza di uccidere rimase a ballare da sola. So goes life.
Quanta roba ci sarebbe da leggere (oltre a quella che già si legge, intendo). E' un po' di volte che mi capita sotto gli occhi "Delitti in Treno" della Polillo. Quasi quasi...
Ma detto ciò, c'è da dedicare un pensierino proprio all'editore milanese. Un'altra piccola grande realtà che chiude le porte dopo anni di "onorata carriera". Ho sempre guardato con rispetto al coraggio e alla cura editoriale della Polillo che oggi può vantare un catalogo selettivo tra i migliori in circolazione (e pensare che ero venuto a conoscenza della casa editrice facendo ricerche sul padre del fondatore, Arrigo Polillo, per via delle sue esperienze e della sua eminente conoscenza in ambito jazz).
P.S.: La solita pacca sulla spalla, poi, va al gestore di questo blog per l'ennesima felice scelta delle immagini a corredo. Mort Kunstler, Thomas Allen e Astor Alexander come se piovessero :)
@Luigi, a parte che sei un dannato secchione (sapevo che avresti indovinato tutti gli illustratori:-) mi unisco a te e a Fabio nella prece verso una ennesima realtà editoriale che si affossa (ma davvero tante sono le sigle che in questi anni sono venute meno, case editrici con le quali sono cresciuto: remember SARTORIO, PEQUOD, MERIDIANO ZERO e MARCO TROPEA, tra i tanti)!!!!
@crepa, te ormai non so più come risponderti :-)))
Sono d'accordo con Bicco, icone meravigliose e, in parte, scrivo anche per questo. Un grazie anche a Crepa.
Fabio
@Fabio grazie a te, tu parli di un Giallo classico e mi ispiri quindi immagini più "attempate" (nessun riferimento alla tua data anagrafica, s'intende) che però hanno, come si vede, un fascino intramontabile :-)
PS questa volta ho idea che siamo stati un po' lunghi (non è un problema, lo spazio nel web è infinito, ma credo che il lettore sia, ahinoi, abituato ormai a livelli di attenzione molto meno estesi: la prossima volta un pezzo così sarà opportuno dividerlo in due, mi indicherai semmai tu dove tagliare!!!)
Abbiamo un discreto feeling. La mia prima intenzione era proprio quella di auto criticarmi per il pezzo troppo lungo, comprese le notazioni. Poi ho dimenticato. Ai suddetti libri aggiungerei "La crociata dei bambini", sempre della Mondadori, almeno come saluto alla Rendell che ci ha lasciato. Un romanzo ampio sul tragico problema della violenza sulle donne ancora oggi di drammatica attualità.
Fabio
Bell'articolo, bei suggerimenti e, sì, anch'io mi ci sono fermata per ammirare le illustrazioni.
@Annalisa grazie ma io alla fine ho solo fatto un giro in rete e ho scelto qualche icona pulp che mi ispirava :-)))
Naturalmente l'autore di "Lemmy Caution..." è Peter Cheyney e non Chemney ma sono alla frutta.
Fabio
@Crepa
Ho letto da qualche parte che la "critica", ma solo quella, lo stroncò mentre ebbe un successo immediato di pubblico. Credimi sulla parola.
Fabio
@Fabio domattina correggo tranquillo. Ora a nanna che è tardi :-)))
Buonanotte.
Fabio
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