(oggi segnaliamo i racconti di un amico in formato ebook: spudorati che non siamo altri!)
Sette racconti brevi che scandagliano e ragionano su: le vuote giornate di un esodato e di una casalinga poco disperata; un ragazzo che ha pubblicato il suo primo racconto e si confronta con le reazioni dei suoi amici; un muro pieno di scritte che fanno riferimento a tante vite, alcune dense, altre meno; un padre che decide insindacabilmente il nome dei propri figli, a dispetto dell’opinione un po’ disincantata della moglie; un frate che non può far altro che continuare a pregare, anche se ormai tutto sembra perduto; un corteggiamento finito male, nonostante l’attesa; un corteggiamento finito bene, nonostante l’attesa. Ma niente è come sembra e tutto quello che succede è solo un punto di vista. E il vostro?
L'autore
Giuseppe Granieri (Galatina, 1981) vive a Copertino, Lecce. Laureato in Scienze della comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, è giornalista pubblicista. Scrive di sport e calcio per FcInterNews.it e TuttoMercatoWeb.com. Ha pubblicato i libri Giorgio Faletti e la riscoperta del noir in Italia (Sacco, 2009) e Dal calcio giocato al calcio parlato (Infinito Edizioni, 2013).
Gesù di nome e Cristo di cognome (Ed. goWare)(qui su amazon)
1 commento:
Dice qualcuno che era un bell'uomo
e veniva dal mare, ma il frate - per tutti ormai Nonno Omar - aveva solcato i sette mari più di Salgari e meno di Conrad. Praticamente un mozzo che ragiona di scandaglio. Poi aveva visto la Luce. Ora Nonno Omar, con il disincanto dell'età che vela le pupille e affievolisce qualsiasi luce, pregava e pregava x una novità che lo distraesse dalla noia di essere fondamentalmente solo il custode di un crocifisso antico e trafitto di pietre preziose che era l'unica luce nel tempietto medievale in cui le ore erano lunghe come certi muri ripieni di scritte. Stava disperando quando, inaspettato come il dimagrimento di una vita altrimenti densa o il suo simmetrico, si innamorò di Beppe
" Tina " Galatina, un esodato male in arnese ridotto al ruolo di casalingo un poco disperato dalle politiche giocate sopra la sua testona sormontata da una chioma moiraorfeica. Tina aveva il fisico dei brutaloni baffuti che incontrava Charlot, ma si pittava ed acconciava la chioma come certe dive del muto. Irresistibile x un hombre che non riusciva ancora a digerire le asperità del saio e sognava un corteggiamento e l'attesa del prossimo incontro.
Forse davvero lassù qualcuno ci ama, sebbene Omar e Tina non ne fossero poi così convinti, perchè i due si trovarono e si
ri-conobbero, come direbbe Carmelo Bene. Il punto di vista della comunità sarebbe stato quello di additare i due spudorati, quindi il dinamico duo decise di uscire per la comune. Partirono nel crepuscolo con l'indirizzo di un tizio che apprezzava i Gesù di nome e pietre preziose di cognome. Adoro il lieto fine.
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