(oggi su Satisfiction uno stralcio di un racconto del titolare del blog per la bella rubrica Tobacco Road curata da Matteo Righetto)
“Il vecchio si girò lento dalla parte mia. Sembrava un gallinaccio spennacchiato, nero nero come una mal’ombra.
«Il mare» ripeté piano. «Quando ero un cacanìdo come a te manco ci pensavamo, al mare. Adesso pare ca tuttu lu Salentu un cazzo di villaggio vacanze è addiventato…»
«Voialtri siete di quaggiù?» mi permisi di chiederci allora io.
Il piccoletto si fece sotto, portando un dito alle labbra. «Ammuzz’» mi disse «fatti i cazzi tuoi e parla solo quando sei interrogato…»
Ma il vecchio portava voglia di raccontare, e accendendosi una Nazionale senza filtro mi rispose di sì colla testa.
«Una volta abitavo qua abbàsciu» continuò mentre una nuvola di fumo puzzolente se l’abbracciava. «Mò era parecchio che non ci tornavo e secondo me le cose peggiorate parecchio sono. Bisogna proprio darci una svegliata, a ’sti quattro beccamorti di provincia…»
Quello fu il momento in cui ho sentito il suo nome per la prima volta: «Alina» chiamò d’un tratto lo gnomo che mi stava davanti, e poi, quando dal cesso vide che non rispondeva nessuno, il figlio di puttana ripeté a voce alta: «Alinaaa!».
I tre si rimbalzarono certe occhiatacce che non sto qua a dire, poi il gigante, a un cenno del vecchio, si schiodò dalla porta e come un carrarmato cominciò a scarpinare verso il magazzino.
Il piccoletto si attaccò ai suoi talloni e tutt’e due furono in poche falcate davanti al bagno. Non feci in tempo a infacciarmi pure io che il gigante aveva sfondato la porta con una spallata.
«Se n’è andata, porcoddio!» sentii strillare tutto ’rraggiato il nano.
Il vecchio a quel punto scollò il culo dalla sedia e si mise a percorrere pure lui il corridoio con quel suo passo cionfo mentre il nano si catapultava nel bagnetto deserto e poi saltava fuori attraverso la stessa finestrella da dove se l’era svignata Alina.
Il bestione si rivolse allora a me facendomi segno col dito di raggiungerlo. Non prometteva certo niente di buono quel suo muso di chiancòne lucido, ma io che minchia ci potevo fare? Abbassai la testa e lo assecondai.”
Aspettati l'inferno - Omar Di Monopoli (Ed. Isbn)
Aspettati l'inferno - Omar Di Monopoli (Ed. Isbn)
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