Opera prima di notevolissimo impatto, Bambino 44 si rivelò nel 2008 come un vero e proprio caso editoriale finendo sin da subito nelle mire di uno dei più grandi (anche se un tantino discontinuo) cineasti di sempre: Ridley Scott, grazie alla cui casa di produzione la storia è giunta in questi giorni sul grande schermo con un film diretto da Daniel Espinosa (lo vedremo a stretto giro, promesso!). Attraverso le pagine di questo avvincente romanzo firmato da Tom Rob Smith sprofondiamo nella gelida Russia del 1953, in pieno regime stalinista, un paese perfetto dove semplicemente «il crimine non esiste». Il primo a ritenere dogmatico questo assioma è Leo Dimidov, ufficiale di polizia, eroe di guerra che ha sempre eseguito diligentemente gli ordini del Politburo: ma stavolta la cosa gli risulta impossibile: deve indagare sulla morte di un ragazzino che non può essere bollato come un semplice incidente. Ma non è facile stanare la verità quando lo Stato ti obbliga a soprassedere sui crimini individuali in virtù di una categorica funzionalità generale (che è solo di facciata). Trasformato da predatore in preda, Leo comincia a scoprire realtà spaventose e viene messo di fronte a scelte impossibili (arrestare la moglie o rinunciare alla propria vita?).
Il romanzo è teso, diretto, appassionante e senza sconti. Ispirato ad una storia vera, (quella del Mostro di Rostov) mescola bene un discreto gradiente di scavo psicologico col brivido allo stato puro attingendo apertamente da Il Silenzio degli Innocenti del (una volta) geniale Thomas Harris e da Gorky Park del solido Martin Cruz Smith. Ma il giovanissimo autore britannico (ventotto anni all'epoca della prima uscita) Tom Rob Smith ha evidentemente compulsato Solženicyn per tutta la parte documentaria (prassi di imprigionamento dei sospetti, trattamento dei condannati, corruttela interna al sistema di carcerazione) rivelandosi come un talento naturale del thriller, ma non solo (in Bambino 44 viene evidenziata un’umanità talmente tesa a sopravvivere da non riuscire a vedere il mostro cannibale che si annida appena dietro l’angolo). E però va detto che il finale un po' si sfilaccia, con qualche forzatura gore di troppo e qualche eroismo dei protagonisti oggettivamente telecomandato. Ma ciò che rimane davvero, imprimendosi a fuoco sulla pelle del lettore, è l'apparato sovietico con il suo groviglio di contraddizioni: una società assassina che però considera l'assassinio come forma di decadente aberrazione politica e una polizia talmente intrisa di ferocia belluina da scadere nella più bieca incompetenza). Libro assai denso e intrigante, quindi, cui l'anno successivo l'autore fece seguire un secondo capitolo intitolato Il rapporto segreto, forse meno impressionante ma comunque valido. Consigliato.
BAMBINO 44
Tom Rob Smith - (Ed. Sperling & Kupfer)
6 commenti:
Bambino47 chiude la porta del suo monolocale senza finestre, il che è un bene perchè nulla intorno al suo palazzo è da contemplare, e si tira la zip fino al pomo di Adamo x combattere il freddo che gli serra il cuoricino. Anni di emicranie e di vuoti di memoria hanno fiaccato le sue indubbie abilità di detective.
Un rapace vola sopra i caseggiati, remoto come un mondo che aveva senso.
B47 ha passato la notte a studiare il file di "Oldman" Hardy, un vecchio ciccione curvo che scrive sui muri libelli contro lo Stato Cannibale che mastica il pensiero eterodosso fino a restituire una pappetta omogenea come la purea di quei posti dove una volta la gente trascorreva gli ultimi anni guardando da una finestra della cameretta condivisa. Oldman è stato ripreso un milione di volte dai sistemi di sicurezza e persino inseguito da un drone, ma è sempre riuscito a sparire nel crepuscolo. Naomi " Russian Roulette" Scott, il superiore di B47 e probabilmente pulotto + feroce della città, ha dato un penultimatum al suo giannizzero: obliterare il ciccio cattivo in tempo zero o arruolarsi volontario nella belluina task force che sterilizza i quartieri condannati xchè corrotti da una idea di libertà. E se sei in quel team e non spari ad alzo zero, non fai in tempo a comprendere l'ultimatum che sei già in viaggio x un mondo + sereno.
B47 si ferma sotto un lampione x una fitta lancinante. Cerca un antidolorifico, ma li ha finiti. La luce sopra di lui catalizza l'epifania: Hardy è tutto quello che vorrebbe essere sotto il sole, ma che può liberare solo nella tenebra. Ferma un girocottero pubblico. Rotta x una zona intrisa di corruttela. Sparerà ad alzo zero. Ora sa chi è il nemico. Se solo avesse una aspirina...
@Crepa leggiti 'sto libro, va', che ne vale la pena :-)))
Bravo a parlarne. Ho scoperto la storia del romanzo solo dopo aver scoperto dell'esistenza del film (che tra le altre cose voglio assolutamente vedere, anche solo per via del bellissimo cast).
Spesso preferisco leggere prima il romanzo e poi guardare il film che ne è stato tratto. Ma stavolta mi sa che accadrà l'opposto.
P.S.: Il terzo romanzo di Smith, "Agent 6", chiude in realtà una vera e propria trilogia.
Sai come sono 'sti scrittori di oggi, no? Se non scrivono una trilogia, sembra che gli manchi il terreno sotto i piedi ;) (occhiolino, occhiolino)
@Luigi hai ragione, AGENT 6 mi manca in realtà, ma solo perché avevo trovato un po' deboluccio il secondo tomo (ma il primo lo consiglio di cuore, al netto del finale un po' sfilacciato è un gran bel leggere: uno di quei casi di bestseller dal successo meritato).
(eh sì, 'sti scrittori di trilogie sono davvero insopportabili:-)))
Credo sia colpa di Dante con la sua gita in tre locations diverse che ha portato in tempi recenti al fumetto ispirato al videogioco Dante' s Inferno che è appunto una miniserie di tre. Sarebbe un bel traino x un film: quando dico tre, aspettati l'inferno !
Potrebbe essere la storia di uno sceneggiatore di sci-fi x le sale che è stato licenziato dalla major x cui anni prima ha creato una trilogia di successo ed è stato sostituito da un autore giovine e rampante che intende costellare la storia originale di prima e dopo fino a portarlo almeno ad una esalogia. Seguiremmo il ns eroe nella sua discesa nella depressione mentre gira x la città confabulando con i sei agenti della Apocalisse di cui aveva narrato la storia nei suoi tre script. Parte recitato da attori carnosi, parte animazioni di Toccafondo ( i momenti in cui il protagonista sembra in caduta libera in un pozzo senza fondo). Solo chi cade può risorgere, diceva Bogey. Nel finale, Apo Lipsia sembra decollare verso le colonie extra mondo con un alieno pelosissimo. Finalmente a casa ? La risposta nei prossimi tre capitoli della saga...
quando dico tre: aspettati l'inferno... LOL
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