Strepitoso quanto trascurato southern-movie (che idealmente aggiungiamo ai nostri listoni dedicati al genere) La notte brava del soldato Jonathan esce nel 1971, quando Clint Eastwood ha già lavorato con Don Siegel in L'uomo dalla cravatta di cuoio (1968) e nella commedia western Gli avvoltoi hanno fame a fianco di Shirley MacLaine (1970). L'anno è lo stesso della prima regia di "zio" Clint, Brivido nella notte e del primo Callaghan di Siegel.
Protagonista della Notte brava (titolo italiano piuttosto bizzarro ma venato di un suo efficace lirismo, in originale il film si chiama come il romanzo da cui è tratto: The Beguiled, scritto da Thomas P. Cullinan) è il caporale nordista McBurney (Eastwood, appunto): abbandonato dai suoi in territorio nemico e gravemente ferito, viene accolto nel collegio femminile gestito dalla mano ferrea di Miss Farnsworth (Geraldine Page). L’inaspettato arrivo scatena immediatamente turbamenti erotici e rivalità all’interno del microcosmo, quasi isolato tra le torride paludi del sud boscoso degli USA: il bel soldato dapprima cercherà di approfittarne, ma poi il gioco finirà per sfuggirgli di mano con conseguenze tragiche soprattutto per sé stesso.
Protagonista della Notte brava (titolo italiano piuttosto bizzarro ma venato di un suo efficace lirismo, in originale il film si chiama come il romanzo da cui è tratto: The Beguiled, scritto da Thomas P. Cullinan) è il caporale nordista McBurney (Eastwood, appunto): abbandonato dai suoi in territorio nemico e gravemente ferito, viene accolto nel collegio femminile gestito dalla mano ferrea di Miss Farnsworth (Geraldine Page). L’inaspettato arrivo scatena immediatamente turbamenti erotici e rivalità all’interno del microcosmo, quasi isolato tra le torride paludi del sud boscoso degli USA: il bel soldato dapprima cercherà di approfittarne, ma poi il gioco finirà per sfuggirgli di mano con conseguenze tragiche soprattutto per sé stesso.
Flop al botteghino, e ancora oggi sciaguratamente meno celebrato di quanto meriti, La notte brava del soldato Jonathan è il Siegel/Eastwood che non ti aspetti: un cupo dramma dalle forti tinte gotiche che si discosta quasi in toto dalla solita produzione action del regista ma che rientra a buon diritto fra i suoi lavori più riusciti, interpretato da un Clint che sembra quasi concedersi una parodia del suo consueto personaggio tutto d’un pezzo. Fotografato con stile originale e fiammeggiante, la pellicola si rivela ben presto come una sorta di piccolo trattato sulla frustrazione del desiderio sessuale, ma anche come un amaro apologo sull'inferno dei rapporti interpersonali, nella cui coda - forse velatamente intrisa di una certa misoginia - l'attore e il regista ci fanno capire quanto sanno essere figli di puttana gli uomini ma anche quanto riescano a diventare feroci le donne quando si sentono tradite.
Siegel, che smentisce i classici luoghi comuni sulla difficoltà di un autore a cambiare registro, dirige con mano solida e robusta una pellicola scevra di gratuite divagazioni arty (i pur numerosi flashback e tagli d'inquadratura sono sempre strumentali allo srotolarsi degli eventi). Da supposto “mestierante” di B-movies, il cineasta si dimostra uno straordinario esploratore di psicologie, capace di scavare nell’intimo dei suoi personaggi sino a portare a galla i loro lati più nascosti (si veda lo sconcertante sogno erotico di Miss Farnsworth) coadiuvato dall’interpretazione di attrici come la Page od Elizabeth Hartman. Ma la vera rivelazione del film è Eastwood, capace qui di ribaltare la propria reputazione di macho (fu da qui in poi che in America si accorsero del suo talento) interpretando un personaggio smaccatamente profittatore e doppiogiochista (con cui però si finisce inevitabilmente per simpatizzare).
Lo stile onirico e barocco asseconda questo scavo nell’inconscio che spesso assume tinte espressioniste, da incubo horror, come nella scena dell’amputazione della gamba.
Un piccolo, necessario capolavoro da recuperare su-bi-to!
Siegel, che smentisce i classici luoghi comuni sulla difficoltà di un autore a cambiare registro, dirige con mano solida e robusta una pellicola scevra di gratuite divagazioni arty (i pur numerosi flashback e tagli d'inquadratura sono sempre strumentali allo srotolarsi degli eventi). Da supposto “mestierante” di B-movies, il cineasta si dimostra uno straordinario esploratore di psicologie, capace di scavare nell’intimo dei suoi personaggi sino a portare a galla i loro lati più nascosti (si veda lo sconcertante sogno erotico di Miss Farnsworth) coadiuvato dall’interpretazione di attrici come la Page od Elizabeth Hartman. Ma la vera rivelazione del film è Eastwood, capace qui di ribaltare la propria reputazione di macho (fu da qui in poi che in America si accorsero del suo talento) interpretando un personaggio smaccatamente profittatore e doppiogiochista (con cui però si finisce inevitabilmente per simpatizzare).
Lo stile onirico e barocco asseconda questo scavo nell’inconscio che spesso assume tinte espressioniste, da incubo horror, come nella scena dell’amputazione della gamba.
Un piccolo, necessario capolavoro da recuperare su-bi-to!
2 commenti:
sono andato a cercarmelo. E c'hai proprio ragione: film spettacolare (non spettacolare per gli effetti o le esplosioni, visto che è tutto ambientato in una vecchia magione del Sud, ma spettacolare per la tensione crescente e la bravura degli attori)
PIPPO
@Pippo hai fatto bene... questo è un gioiello di perfidia e tecnica, secondo me :-)
Posta un commento