«Già prima di ciò che accadde nel supermercato, Jim Ironheart avrebbe dovuto capire che c'erano guai in arrivo. Quella notte aveva fatto un sogno: era in un campo coltivato e fuggiva, inseguito da uno stormo di grossi uccelli neri che gli volavano attorno strillando in un turbinio di ali e lo colpivano con i becchi ricurvi, affilati come bisturi da chirurgo. Quando si svegliò, senza fiato, uscì sul balcone così com'era, con addosso i calzoni del pigiama, per respirare un po' d'aria fresca. Ma alle nove e mezzo del mattino la temperatura, che aveva già superato i trenta gradi, non fece che aggravare la sensazione di soffocameno di quando si era svegliato.
Una lunga doccia e una rasatura lo rinfrescarono.
Il frigorifero non conteneva altro che un pezzo di torta Sara Lee andata a male. Sembrava la coltura di laboratorio di qualche nuovo ceppo di botulino intensamente virulento. L'alternativa era morire di fame o uscire in quel calore da fornace.»
Fuoco freddo
Dean Koontz (Ed. Sperling Paperback)
2 commenti:
Ah, bei tempi, quando ne sfornava uno meglio dell'altro. Purtroppo ha smesso da un bel pezzo! Sigh!
@Gigistar, vero (io in questo momento sono in fotta con Michael Connelly. Non è allo stesso livello, però sempre di narrativa di consumo ad alti livelli si tratta!) :-)
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