È il 1870 e la giovane Kerry Roderyck, abituata al lusso e ai privilegi ma a cui la Guerra di Secessione ha tolto tutto, è in viaggio per lande desolate e praterie sconfinate: un uomo che disprezza la aspetta per fare di lei sua moglie. Shenandoah, la giovane squaw dai grandi poteri, è in attesa di scorgere una visione sul futuro della sua tribù, ma anche sul passato e su ciò che la differenzia dalla sua gente. Le loro piste sono destinate a incrociarsi e allacciarsi, e con esse quelle di David “Coda che Suona”, l'amico degli indiani, e di Daniel “Occhi d'Inverno”, lo spietato assassino di pellerossa. Mentre la guerra tra bianchi e rossi incombe, le vite dei protagonisti, così diverse e lontane tra loro, finiranno per unirsi e cambiare profondamente e dolorosamente.
«Il postiglione diede di sprone ai cavalli. Sorpassarono il convoglio di masserie destinate a Fort Union e il puzzo degli asini penetrò nella diligenza insieme a una nube di mosche cavalline, poi finalmente si fermarono e Kerry fu felice di sgranchirsi le gambe. Era l’unica donna a bordo. Il resto dei passeggeri era costituito da un anziano medico diretto a Santa Fe, da un pastore metodista alla ricerca di selvaggi da convertire, da un uomo d’affari che avrebbe proseguito per El Paso e da un paio di cow-boy diretti a Tucson, Arizona. Passato lo sconcerto iniziale per una giovane donna non maritata che affrontava senza scorta un simile viaggio, erano stati tutti gentili con lei. I due cow-boy, i più giovani del gruppo, avevano anche tentato un timido corteggiamento che lei aveva accettato con gratitudine. I cambiamenti nella sua vita erano stati tali e tanti che sapersi apprezzata, fosse pure da due rozzi bovari, l’aiutava a non perdere la stima di sé. Da quando aveva lasciato la Virginia le riusciva sempre più difficile pensare che era Reginald, e non lei, a dover essere grato alla sua buona stella.
- Venite Miss Roderyck - la invitò Frank, uno dei cow-boy, aprendole la porta della locanda. - Dentro farà più fresco.
Gli sorrise ed entrò nell’ombra dello stanzone. Il bancone in fondo aveva tutta l’aria di un saloon, le panche erano quelle di una stazione ferroviaria, i tavoli erano scrostati e l’aria era piena del ronzio delle mosche che entravano dalle finestre insieme al sentore pesante di stalle e latrina».
Il destino attende a Canyon Apache«Il postiglione diede di sprone ai cavalli. Sorpassarono il convoglio di masserie destinate a Fort Union e il puzzo degli asini penetrò nella diligenza insieme a una nube di mosche cavalline, poi finalmente si fermarono e Kerry fu felice di sgranchirsi le gambe. Era l’unica donna a bordo. Il resto dei passeggeri era costituito da un anziano medico diretto a Santa Fe, da un pastore metodista alla ricerca di selvaggi da convertire, da un uomo d’affari che avrebbe proseguito per El Paso e da un paio di cow-boy diretti a Tucson, Arizona. Passato lo sconcerto iniziale per una giovane donna non maritata che affrontava senza scorta un simile viaggio, erano stati tutti gentili con lei. I due cow-boy, i più giovani del gruppo, avevano anche tentato un timido corteggiamento che lei aveva accettato con gratitudine. I cambiamenti nella sua vita erano stati tali e tanti che sapersi apprezzata, fosse pure da due rozzi bovari, l’aiutava a non perdere la stima di sé. Da quando aveva lasciato la Virginia le riusciva sempre più difficile pensare che era Reginald, e non lei, a dover essere grato alla sua buona stella.
- Venite Miss Roderyck - la invitò Frank, uno dei cow-boy, aprendole la porta della locanda. - Dentro farà più fresco.
Gli sorrise ed entrò nell’ombra dello stanzone. Il bancone in fondo aveva tutta l’aria di un saloon, le panche erano quelle di una stazione ferroviaria, i tavoli erano scrostati e l’aria era piena del ronzio delle mosche che entravano dalle finestre insieme al sentore pesante di stalle e latrina».
Laura Costantini e Loredana Falcone
(Ed. Las Vegas)
5 commenti:
Proprio ieri guardavo il sito della Las Vegas che è qui di Torino. Questo mi era sfuggito, sembra interessante.
Sì mi ha stupito perché il western è per convenzione un genere maschile ma qui le autrici sono donne... :-)
Che forte. Quasi quasi gli do un occhio davvero. Anch'io conoscevo già Las Vegas perché qui a Torino (che detta così...)
Sarebbe interessante collaborare con loro. Forse tempo fa mi ero anche proposto.
Forse.
P.S.: Come al solito, magistrale la scelta della foto a corredo del post ;)
@Luigi, per come li conosco io (e li conosco solo via mail) quelli di Las Vegas sono molto in gamba. Solo che trattasi di una micro-casa editrice (se non erro è sorretta da una coppia di fidanzati, molto preparata e appassionata) e dubito possano offrirti molto in termini di pagamento (per un grafico in realtà non è mai abbastanza, qualsiasi cifra abbiate pensato!:-)
(comunque il tuo talento in Las Vegas darebbe solo lustro, e viceversa:-)
Si, le edizioni sono portate avanti da una coppia. In realtà li contattai un mucchietto di anni fa, all'origine della loro avventura, se non ricordo male, ma offrendo i miei servigi "solo" come illustratore di copertine.
Però bravi. Invidio chi ancora oggi riesce a portare avanti con passione una piccola realtà editoriale di questo tipo.
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