Una volta all'anno la popolazione di Mystic, in Georgia - terra cui si debbono i natali di quella divinità della Letteratura che era Flannery O'Connor nonché roccaforte di un'America fieramente sudista (quando non smaccatamente razzista) - si cimenta in ciò che abbiamo visto anche in uno dei più noti episodi de i Simpsons: quello in cui l'intera cittadina di Springfield si dedica alacremente alla caccia al crotalo in una (per noi) inconcepibile "Festa delle Mazzate".
Non v'è qui però alcuna traccia dello scanzonato humor dei mitici «gialli» (con tanto di happy-end canterino assieme a Barry White). Nelle pagine di questo stupendo libro purtroppo quasi sconosciuto in Italia la routine cittadina è impregnata di demenza e i litri di scadente torcibudella che grondano dalle pagine accompagnano il lettore in visita ad una realtà profondamente violenta, oscurata da convinzioni ottuse e bifolche.
Harry Crews, con questo suo stagionato romanzo breve (La fiera dei serpenti, 218 pagine pubblicate quasi un decennio fa dalla prima, mai troppo compianta Meridiano Zero), ci trascina nell'angoscioso sfogo annuale di una tipica provincia meridionale a stelle e strisce, mostrandoci un'umanità decisamente inquietante e scalena, composta per lo più da perdenti, gente a cui la vita ha sottratto (o si è lasciata sottrarre) qualsiasi vero scopo lasciandosi intrappolare in una cittadina ubicata Oltreoceano ma che senza troppe difficoltà potrebbe somigliare a qualsiasi cittadina del mondo, anche quella appena oltre il giardino di casa nostra: luoghi come ce ne sono a migliaia in cui le ambizioni franate e i sogni irranciditi ricoprono ogni cosa d'una insopportabile patina di sconforto. E così nulla aiuta a smaltire la frustrazione che riempie le giornate degli indigeni: non i rapporti sociali (soprattutto quelli tra consanguinei), ingolfati dalla violenza domestica più becera, né tantomeno quelli sessuali, consumati sovente in uno squallore assai penoso; persino l'amore è destinato a provocare solo travasi di bile destinati a rimanere senza cura.
Harry Crews, con questo suo stagionato romanzo breve (La fiera dei serpenti, 218 pagine pubblicate quasi un decennio fa dalla prima, mai troppo compianta Meridiano Zero), ci trascina nell'angoscioso sfogo annuale di una tipica provincia meridionale a stelle e strisce, mostrandoci un'umanità decisamente inquietante e scalena, composta per lo più da perdenti, gente a cui la vita ha sottratto (o si è lasciata sottrarre) qualsiasi vero scopo lasciandosi intrappolare in una cittadina ubicata Oltreoceano ma che senza troppe difficoltà potrebbe somigliare a qualsiasi cittadina del mondo, anche quella appena oltre il giardino di casa nostra: luoghi come ce ne sono a migliaia in cui le ambizioni franate e i sogni irranciditi ricoprono ogni cosa d'una insopportabile patina di sconforto. E così nulla aiuta a smaltire la frustrazione che riempie le giornate degli indigeni: non i rapporti sociali (soprattutto quelli tra consanguinei), ingolfati dalla violenza domestica più becera, né tantomeno quelli sessuali, consumati sovente in uno squallore assai penoso; persino l'amore è destinato a provocare solo travasi di bile destinati a rimanere senza cura.
un po' ci somiglia, Harry Crews, ai suoi personaggi... |
Il romanzo è un bel viaggio verso verso il basso in un crescendo che testardamente conduce il lettore verso il truculento finale, là dove il sangue imbratta l'intera vicenda senza uno straccio di catarsi. Lo stile è diretto e asciutto (ma lavorato al cesello), il linguaggio sboccato come si conviene ad un baluardo della narrativa southern contemporanea, con punte di incredibile efferatezza. Uno scandaglio nelle regioni più recondite dell’animo umano che non lascia scampo: consigliatissimo a chi non si aspetta alcuno sconto da una buona storia.
La fiera dei serpenti
Harry Crews - (Ed. Meridiano Zero)
6 commenti:
Avevo già letto questa recensione su questo blog qualche anno fa. Mi convinse ad acquistare "La fiera dei serpenti"di Crews. Dopo qualche anno ho la possibilità di ringraziarti :) e mi permetto di consigliare anche "Lucidi corpi" un romanzo assurdo nella sua unicità
Ciao caro Candido, è vero, è una vecchia recensione che ho ripostato un po' rivista e aggiornata (qualche volta lo faccio, soprattutto quando si tratta di libri e di autori validi:-) sono lieto ti sia stata di aiuto...
PS su LUCIDI CORPI convengo e rilancio: ne avevo già parlato qui :-))))
Questa recensione mi è sfuggita :)
Posso andare un attimo fuori argomento? posso chiederle a che punto è il romanzo "brigante" ? chiedo scusa se nel precedente messaggio mi sono permesso di darle del tu, non voleva essere una mancanza di rispetto ma eccesso di entusiasmo.
Candido sei matto? Diamoci del tu ci mancherebbe... :-)
(Il romanzo "brigante" è al momento in stand by... perché è molto complicato da portare a termine e soprattutto perché il mio editore ha paura che faccia concorrenza alla sua trilogia "mannara" di Glen Duncan... devo decidere se finirlo e venderlo altrove, insomma :-)
Per quanto leggerei anche un romanzo rosa firmato Omar di Monopoli, un romanzo "brigante" scritto da te mi aveva entusiasmato parecchio.Ogni giorno speravo di poter leggere buone notizie in merito e l'attesa stava diventando spasmodica come per la trasposizione di "Uomini e cani" sul maxi schermo. Mi permetti di continuare a sperarci? Grazie di tutto, a presto.
Grazie per il sostegno, Candido, comunque tranquillo, quel libro in qualche modo penso di portarlo a conclusione (uno dei racconti di ASPETTATI L'INFERNO, quello intitolato ZANNE, è figlio proprio di quel romanzo "brigante", se lo hai letto e ti è piaciuto ti piacerà anche questo eventuale prossimo parto:-)
PS per il film stiamo aspettando una risposta da un co-produttore importante e poi ci dovremmo essere. Dita incrociateeeee!
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