(qualche scatto moderatamente "arty" della serata di presentazione di Aspettati l'inferno a Manduria del 27 luglio. Le foto sono opera di Paola Pasanisi e potete ammirarle nella loro interezza quaggiù)
Era un paradiso - tropicale - in cui mettevi la manina in acqua e la ritiravi un secondo dopo stringendo una aragosta. Arrivò il serpente travestito da una cosa qualunque, una cosa nostra, di quelle che non sospetti ti possano mordere all'improvviso. La Cosa Qualunque trafisse il paradiso con uno zilione di case da gioco e fece dell'isola un San Sebastiano di roccia. Sulle carte era solo l'atollo di Man-dury, non proprio l'isola di Man quindi, ma per Omar Polis, una combo del Che e del Samuel dei Subsonica era l'inferno, un posto da cui scappare x organizzare i ribelli. Tutto perfetto, tutto molto romantico, ma anche cercandoli col lanternino non si trovavano ribelli, se si eccettua un paio di cobas organizzati tra i croupier x rimodulare la paga minima. Omar era solo nel crepuscolo ad un reading dell'ennesimo saggio sull'inferno dantesco. Il tizio sul palco sembrava Angelo Stano che imita Stanley Tucci. Un Angelo che si aspettava l'inferno in una palookaville qualsiasi lontava dall'atollo delle bische. Al diavolo. La vita era troppo breve x piangere l'ingratitudine di peones che lavoravano tutto il giorno tutti i giorni in posti senza orologi alle pareti. Omar applaudì Angie, si alzò e raggiunse una sala bingo. Vinse un pugno di dollari e fece amicizia con una vedova combo di Bette Middler e Martin Balsam che zoppicava solo in salita e solo dopo che aveva piovuto. Distillava da solo il suo rosolio e detestava i centrini sui mobili del salotto. La vita può essere bella così. Dovrebbe.
3 commenti:
Molto "arty" altroché :)
Era un paradiso - tropicale - in cui mettevi la manina in acqua e la ritiravi un secondo dopo stringendo una aragosta. Arrivò il serpente travestito da una cosa qualunque, una cosa nostra, di quelle che non sospetti ti possano mordere all'improvviso. La Cosa Qualunque trafisse il paradiso con uno zilione di case da gioco e fece dell'isola un San Sebastiano di roccia. Sulle carte era solo l'atollo di Man-dury, non proprio l'isola di Man quindi, ma per Omar Polis, una combo del Che e del Samuel dei Subsonica era l'inferno, un posto da cui scappare x organizzare i ribelli. Tutto perfetto, tutto molto romantico, ma anche cercandoli col lanternino non si trovavano ribelli, se si eccettua un paio di cobas organizzati tra i croupier x rimodulare la paga minima. Omar era solo nel crepuscolo ad un reading dell'ennesimo saggio sull'inferno dantesco. Il tizio sul palco sembrava Angelo Stano che imita Stanley Tucci. Un Angelo che si aspettava l'inferno in una palookaville qualsiasi lontava dall'atollo delle bische. Al diavolo. La vita era troppo breve x piangere l'ingratitudine di peones che lavoravano tutto il giorno tutti i giorni in posti senza orologi alle pareti. Omar applaudì Angie, si alzò e raggiunse una sala bingo. Vinse un pugno di dollari e fece amicizia con una vedova combo di Bette Middler e Martin Balsam che zoppicava solo in salita e solo dopo che aveva piovuto. Distillava da solo il suo rosolio e detestava i centrini sui mobili del salotto. La vita può essere bella così. Dovrebbe.
@anonimo. il giusto, suvvia, appena un po' di bianco e nero "elegante" ;-)
@Crepa, sì ma quando mi dici se ti piacciono o meno i racconti del libro? (ti aspetto al varco, fratello!!!:-)
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