Fedele compagno di viaggi… (by Fabio Lotti)
Il mitico G.M. Ovverosia Il Giallo Mondadori. Quello che negli anni… negli anni… (e chi se li ricorda?) mi faceva compagnia sul treno per Siena (scuole superiori) e poi sulla littorina per Firenze (Università) tra il lusco e il brusco, con l’occhio assonnato e il sorriso ebete sulle labbra. E allora mi aggiravo imbambolato tra piccoletti con la testa d’uovo, ciccioni orchideati, nobili monocolati, lungagnoni elementari, tracagnotti fumantini, omaccioni arcontoni e via e via.
Oggi in splendida forma (il giallo) sotto la guida teutonica di Franco Forte e di un curatore-traduttore speciale come Mauro Boncompagni da infilare nel taschino e tirarlo fuori nei momenti di impasse.
Non solo camere chiuse a doppia mandata che come ha fatto l’assassino a entrare e uscire Dio solo lo sa (e forse nemmeno lui). Voglio dire non solo John Dickson Carr inventore da capogiro con il suo inimitabile Gideon Fell, un omaccione di 120 (centoventi!) chili con dei baffoni pittoreschi ed un naso piccolo sul quale sono stanziati degli occhialini a pince-nez legati da un nastro di seta. Fuma sigari e pipa, beve birra, indossa un grosso mantello e un cappellaccio di feltro nero. Una specie di bandito, insomma, che ogni tanto tira fuori un “Arconti di Atene!” da brivido. E se manca una camera chiusa c’è una barca altrettanto sprangata a tenerci in fibrillazione con Il signore dell’enigma di Peter Lovesey in concorrenza con il Maestro. Uscito uora uora (aggiunta) La trappola di Mignon G. Eberhart, che non sarà proprio una camera chiusa ma una casa chiusa sì (non quella,via!), dalla quale non si può fuggire causa neve (un classico) e l’assassino si frega le mani.
Ultimamente pubblicati una trenata di libri da sollucchero: Il demone del Dartmoor di Paul Halter è un concentrato di ataviche paure (diavoli e cavalieri senza testa) e di geniale enigma con soluzione semplicissima (e proprio per questo geniale). Stupendo pure Uno di noi deve morire di Ursula Curtiss, affondo psicologico che ci tiene in sospeso e l’assassino che può essere intorno a noi. È questo? è quello? E prima o poi ci scappa la botta in testa. Il poliziotto è marcio di William P. McGivern dei nostri G.M. è il classico noir del poliziotto corrotto che per varie ragioni, in questo caso per difendere il fratello poliziotto buono, cambia pelle. Un bel lavoro (distante da certi formidabili hard boyled) sul quale si è costruito il film Senza scampo con Robert Taylor e Janet Leigh. Su Sei notte di mistero di Cornell Woolrich c’è poco da dire. Da togliersi il cappello anche se non ce l’abbiamo. Credo che sia l’unico autore a cui in vita mia abbia affibbiato un eccellente. Maestro insuperabile nel creare, in questa raccolta, incubi individuali, il capovolgimento degli eventi, scene crude e sul filo dell’assurdo dentro una cornice di sottile umorismo. A soddisfare le esigenze del lettore amante delle vicende più intrigate con sorprese ad ogni piè di pagina c’è sempre l’intramontabile Edgar Wallace con il quale ho, a mio disdoro, un rapporto conflittuale. In precedenza, per sorridere, Kaminski favoloso con Giocarsi la pelle. Racconto veloce. Rocambolesco. Situazioni comico-paradossali (il personaggio principale, Toby Peters, viene addirittura scambiato per uno scrittore ad un convegno di psicanalisti), morti ammazzati pure nell’armadio, ritmo serrato, scrittura ironica, gradevole e frizzante. In perfetta sintonia con lo spirito dell’autore poteva benissimo essere intitolato Giocarsi le palle.
Non mancano gli inediti: Casi da manuale e Tredici volte Campione di Margery Allingham, in cui compare Albert Campion. Questo strampalato personaggio (lasciatemelo dire) nasce dalla penna della scrittrice inglese nel 1929 con Crime at Black Dudley. Praticamente un intrallazzatore un po’ pazzoide che cerca di sopravvivere con ogni mezzo. Anche illecito senza esagerare. Inoffensivo e stupidotto. Un bischero, detto dalle mie parti. A prima vista, che in realtà dietro l’apparente imbranatura nasconde un intelletto coi fiocchi. Avendo, tra l’altro, studiato a Cambridge e provenendo da una famiglia aristocratica. A confondere le acque il suo metro e ottanta, i capelli color stoppa, gli occhi celesti dietro le lenti cerchiate di tartaruga che lo fanno apparire un po’ tonto. Un ricalco, per certi versi, di Lord Peter Wimsey della Dorothy L. Sayers verso la quale si dirigeva l’interesse dell’esordiente Allingham.
Altro inedito importante Il veleno è servito di Anthony Berkeley, Mondadori 2014. 3 settembre sinistro ad Anneypenny nel Dorset: raffiche di vento improvvise, tuoni, un “senso di cattivi presagi e rovina” con il sig. John Waterhouse, uomo semplice e gentile, che tira il calzino. No, non per la sua maledetta ulcera gastrica, ma per una buona dose di cianuro trovato nel sangue, dopo che suo fratello Cyril ha fatto riesumare la salma. Già vista la coppia ulcera gastrica- cianuro nella letteratura poliziesca ma ciò che conta è la mano. E quella di Berkeley è una manina santa. Se poi ci si aggiunge la sapienza del traduttore Mauro Boncompagni andiamo a festa.
E gli italiani? Gli italiani ci sono, ci sono. Vedi Il Palazzo dalle Cinque Porte di Stefano Di Marino, un intrico di realtà e irrealtà, di confraternite e occultismo, di mystery e fantastico che ti scivola brividoso lungo la schiena. (La bella recensione di Piero qui). Vedi L’odore del peccato di Andrea Franco. La vicenda si svolge a Roma in dieci giorni dal 16 al 26 giugno del 1846 con don Attilio Verzi che ha un dono particolare “additato come una maledizione del demonio”. Percepisce gli odori nel profondo, “vivi come può essere viva una persona, vicini come la carezza di una madre o lo schiaffo di un padre che educa un figlio”. Un bel personaggio. Vedi Il metodo Cardosa di Carlo Parri che mescola occultismo, documenti antichi, cultura, spunti d’amore senza cacciarsi nel palloso rosa, accenno lesbico per stare ai tempi, individuo e coralità, momenti di pausa, di riflessione e altri di adrenalinica azione. Personaggio Cardosa ben calibrato tra gonne, libri, poesia e musica. Vedi altri e altri ancora (lista molto lunga).
Ogni tanto tra i morti ammazzati fanno capolino anche gli scacchi (mia grande passione insieme alla storia e alla letteratura umoristica). In La settima ipotesi di Paul Halter, Mondadori 2013, abbiamo una partita tra il criminologo Alan Twist e l’ispettore di polizia Archibald Hurst, mentre tengono d’occhio una porta d’ingresso. Il criminologo lascia la Regina in presa che Hurst si affretta a catturare non vedendo la trappola. Anzi, spera proprio in una vittoria. “Hurst spostò il suo re e Twist gli diede scacco matto” (pag. 64-65). Venti pagine più avanti incontriamo una copia perfetta del Giocatore di Scacchi di Maelzel, marchingegno in grado di battere ogni avversario (siamo tra Settecento e Ottocento), dato che poteva nascondere al suo interno un abile scacchista di piccola taglia. Tale automa costituisce anche una delle idee di questo giallo straordinario.
In Frontiera maledetta di Ellery Queen in Viaggi nell’incubo di Ellery Queen, Edgar Wallace e Arthur Conan Doyle, Mondadori 2014, quando l’investigatore Barney entra nella stanza di Liz, una signora scomparsa, “Il suo sguardo fu poi attirato da una scacchiera posata sulla libreria, con le pedine già disposte per una partita. Qualcosa lo indusse ad accostarsi per guardarla. La regina bianca minacciava il re nero e quando Barney la prese in mano, lasciò un cerchio nitido impresso sulla polverosa scacchiera. - Scacco matto con tre mosse - disse. - Chi gioca? Voi? - Liz, per posta. Io non ho sufficiente pazienza per giocare con lei, perché pensa troppo, prima di ogni mossa”(pag.30). Chi risponde all’investigatore è il marito della scomparsa. In seguito i due si ritrovano davanti alla scacchiera. Ora lo spazio intorno è pulito e la regina “è minacciata da una torre e non può muoversi senza mettere in scacco il re”.
Praticamente un messaggio di Liz che è prigioniera. Lei non può muoversi senza mettere in pericolo il marito.(pag.97).
Praticamente un messaggio di Liz che è prigioniera. Lei non può muoversi senza mettere in pericolo il marito.(pag.97).
Per chi vuole saperne di più sul rapporto scacchi-giallo nella letteratura poliziesca ed alla fine troverà citati altri tre articoli.
E insomma ancora una volta insieme con il mitico G.M., compagno fedele di tanti viaggi e di infinite sere buie e tempestose (tanto per chiudere con un cliché).
2 commenti:
Accidenti! Ringrazio Omar per la velocità di "esecuzione" e per le icone inserite nel testo. Spero di invogliare qualcuno ad entrare nel club dei G.M.!
Fabio
Grazie a te Fabio. Bell'articolo!
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