«Siamo qui da oltre mezz’ora in questa Sma pregiatissima di via dell’Amba Aradam con le famigliole che si affollano per lo spesone domenicale, e forse non è stata una grande idea venirci proprio di domenica, nel tardo pomeriggio, doveva essere l’ora del cazzeggio ma è invece tutta una cosa di strepiti e urla middle class intorno alle cassiere giustamente isteriche, con le mèche in decomposizione sulle teste pesanti di pensieri faticosi. Non c’è dubbio, è una vera e propria coda, da rientro dal mare, da weekend pasquale, tutti con i carrelli zeppi di junk food - gli altri, non noi - e ognuno attento alle precedenze, ai sensi di marcia, alle possibili collisioni: non c’è traccia di quel dominio dei sensi che era un tempo questa Sma: pregiatissima ancorché rara - a Monti si sa non esistono i supermarket, al povero residente senza neanche uno straccio di Smart vien buttata in faccia ogni volta questa sua fatale condizione. Gloria poi mi deve raccontare di questo suo nuovo lavoro alle edizioni New Limina, è chiaramente un buonissimo periodo, ha smesso i fiori di Bach e soprattutto si è lasciata alle spalle le sofferenze gratuite con Federico, son più di due anni, dice, e però sono rimasti molto amici e si sentono spesso per parlare dei loro attacchi di panico e forse domani andranno anche a Cape Cod cioè Capocotta insieme, se è bello.
Intanto niente, la fila non si muove. Non c’è che dire, siamo al proseguimento dell’ingorgo con altri mezzi: si era notato già sulla via Merulana, bloccati davanti ai palazzi degli Ori e dei Pescecani, imbottigliati tra tram e vetturette in trepida attesa: tutto un serpentone di famigliole, e anche coppie, tristi e non, emozionate, dirette verso l’Appia Nuova, l’Eur, Santa Croce in Gerusalemme, forse anche verso il mare. A quest’ora? La coda arriva ormai fino a metà del reparto Igiene Personale, il transito è impedito lateralmente, gli umori peggiorano, si vedono sguardi inferociti di odio, si odono già dentiere impiegatizie digrignanti. Una coppia un tempo distinta si avvicina diagonalmente al flusso immoto dei carrelli, lei spinge, lui bofonchia, trascinando un cappotto di cammello ex signorile liso fino ai piedi che spazza tutto il pavimento - non avran capito, faran finta? - e tentano di infilarsi, così: senza dire una parola, avanzando a strattoni, infilandosi in un pertugio inesistente tra altri carri carichi di odio e di Quattro Salti in Padella. Nessuno s’impietosisce, nessuno fa spazio. Il carrello metallico si avvicina sempre più al suo simile, gli sguardi sono fissi e vitrei».
Addio Monti - Michele Masneri (Ed. Minimum Fax)
Nessun commento:
Posta un commento