giovedì 9 maggio 2013

Hang 'em high

Impiccalo più in alto è un film western del 1968 - diretto da Ted Post - che narra la vicenda di Jed Cooper (un roccioso Clint Eastwood) che cerca di avere giustizia dopo essere scampato ad un ingiusto tentativo d'impiccagione.
Guadagnatasi la stella di sceriffo si mette in cerca di vendetta, ma ben presto l'uomo scoprirà che farsi giustizia da soli non appaga sempre come ci si aspetterebbe.
Il film indaga sul tema del rapporto tra giustiza e violenza e porta in sé tutti gli echi della «trilogia del Dollaro» di leoniana memoria. Curiosamente infatti, a cavallo della seconda metà dei sessanta - tra il periodo italiano e subito dopo il ritorno in patria - Eastwood stava vivendo professionalmente la condizione sospesa dell’uomo venuto dal nulla. Per il pubblico europeo, che non aveva visto neanche una puntata della serie televisiva Rawhide e per gli uomini della troupe, che non riuscivano neanche a comunicare con lui per via della lingua (Leone si faceva capire a gesti, spiccicando letteralmente solo due parole: «Watch me»), Eastwood era uno sconosciuto attore americano.
Al suo ritorno in USA, con qualche chance in più dopo lo strepitoso - quanto inatteso - successo di Per un pugno di dollari, per il pubblico americano egli era semplicemente «il tizio dell’Europa». Il film in questione (non magistrale e anzi qua e là un po' televisivo nella messa in scena) offrì all'attore la possibilità di valutare meglio i suoi orizzonti, permettendo alla sua recitazione di staccarsi dalle fattezze sornione e letali de il Biondo della trilogia per focalizzarsi su una sorta di nuova incarnazione di esso (e nella pellicola di Post s'intravede infatti in nuce il Callaghan de Il caso scorpio è tuo). Ottima comunque la fattura e discreto il cast di supporto (s'intravede persino un giovane e barbuto Dennis Hopper - presto regista di culto e grande villain del cinema americano).

5 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Film strepitoso. Vederlo andarsene in giro con i segni del cappio sul collo, non ha davvero prezzo :D

Fabrizio ha detto...

Non sono d'accordo sullo "strepitoso" (la scena dei detenuti che sembrano lebbrosi e la sequenza dell'impiccagione dei condannati non sono proprio il massimo)ma comunque abbastanza godibile.

Anonimo ha detto...

@fabrizio ma infatti nella rece omar segnala una certa mediocrità della messa in scena. Il film lo salvi solo per Clint, lui sì strepitoso!

PIPPO

sartoris ha detto...

@Luigi, il passo e la falcata di Zio Clint (in giovinezza come in vecchiaia) sono un must molto holliwood-style (Goffredo Fofi in un suo saggio spiegava bene quanto le vecchie generazioni di attori fossero riconoscibili dall'incedere: la camminata di John Wayne, il claudicare di Robert Mitchum, l'avanzare sicuro di Gregory Peck) in contrapposizione alle andature tutte uguali degli attuali palestrati Cruise/Pitt/Willis (che per carità, di cose buone da dire ne hanno pure loro:-)))

@Fabrizio: hai ragione, il film non è il top ma Clint sì,

@Pippo: grazie per il supporto ma credo che la notazione di Fabrizio fosse da riferire all'entusiasmo di Luigi ;-)

LUIGI BICCO ha detto...

@ Tutti:
In effeti facevo riferimento al personaggio. Alla trama lineare che non lascia spazi ad approfondimenti di alcun tipo (cercano di impiccarmi / non ci riescono / vendetta). Ricordo anch'io delle scene bizzarre (la lite nel saloon dove Clint accoppa di mazzate gli astanti infliggendo colpi con il taglio della mano come fosse un karateka). Ma come dice anche Omar c'è lo spettro futuro dell'ispettore Callaghan che aleggia sulla pellicola. Devo ammettere in ogni caso che il film mi era piaciuto nonostante alcune piccole sconcezze. Della fine degli anni '60 in salsa western, ricordo ben di peggio.

Sarà anche per via del fatto che ho visto il film che avevo vent'anni. A guardare questa scena mi torna in mente di quanto in effetti tutto il film fosse troppo poco "sporco". Quasi patinato, in alcune cose :)