giovedì 15 novembre 2012

le nuvole parlanti di Lotti...

(L’amico Fabio Lotti ci ha inviato un interessante contributo sui fumetti della sua infanzia che vi proponiamo nonostante un certo autobiografismo esuli dagli standard di - presunta! - impersonalità di questo blog:-)
Per un po’ di tempo al mio paese mi soprannominarono Capitan Miki dato che portavo i capelli divisi proprio al centro della capa come il giovane eroe dei fumetti. Erano gli anni cinquanta e per un certo periodo ne andai fiero, non facendo altro che specchiarmi dove trovavo qualche riflesso (anche in una pozzanghera). A battezzarmi così fu “Ciccina”, un ragazzone robusto più grande di me che quasi mi affogava nel torrente Staggia. Allora gli mandai un bel po’ di accidenti e ora un saluto in cielo che gli accidenti fecero troppo presto effetto (scusami, Marco). Capitan Miki sfondava in paese e io me lo rigiravo frenetico tra le mani in soffitta della mia povera casa a vedere come combatteva e rimetteva le cose a posto. Con i suoi fedeli aiutanti, il sentenzioso Dottor Salasso, radiato dall’albo dei medici per i suoi amori avvinazzati, e Doppio Rhum, classico vecchietto arzillo dei film western, affezionatissimo ad un certo tipo di liquore come il suo tipico intercalare «Per tutte le sbornie!». Capitan Miki è un ranger del Nevada rimasto orfano da piccolo e affidato alle cure del sergente Clem Bretton e dunque già questo fatto lo rendeva ancor più vicino a me. A dir la verità mi dava un po’ fastidio la lentigginosa Susy gelosa marcia di lui, petulante e civetta (sempre nel mezzo queste ragazzine!). Così mi buttavo a corpo morto nelle avventure tra praterie e canyon come nei film di John Ford. Che spettacoli, che sogni, che emozioni! Tra l’altro in quegli anni alla televisione furoreggiava, per noi ragazzi, Le avventure di Rin Tin Tin con il piccolo caporale Rusty, anch’egli orfano, che ci faceva saltare sulle sedie nel mitico bar “Italia” (in contrapposizione con il bar del prete, erano i tempi di Peppone e Don Camillo anche nei paesi) tra nuvole di fumo e moccoli che volavano da tutte le parti.
Poi venne, se non ricordo male (o prima? Mah…), Tex Willer e quello fu amore colossale con qualche patema d’animo quando dovevo rifornirmi delle sue mirabolanti imprese di nascosto nella bottega del giornalaio del mio paese (insomma li fregavo, che il Signore mi perdoni, unica scusa non avere mai una lira in tasca). Ma un po’ di batticuore rendeva ancora più avvincente la lettura e mi aggiravo baldanzoso tra indiani bellicosi, trafficanti d’armi e di liquori, gli inganni malefici di Mefisto e gli altri nemici: Yama, El Muerto, Proteus, la vecchia strega Zhenda e via e via e via con i suoi compagni di avventura, il vecchio brontolone Kit Karson, il figlio Kit e il navajo Tiger Jack insuperabile nel trovare le tracce più nascoste. Territori di scontri furiosi non solo in Arizona ma anche in Alaska, in Canada, in Messico con i nostri eroi pronti a sparare da tutte le parti con le loro colt e i loro winchester che non fallivano un colpo.
Sempre in quegli anni (mi pare) arrivò, figlio d’un cane, anche Blek Macigno, il Grande Blek, un pezzo di trapper alto una cifra, dai lunghi capelli biondi che indossava un giubbetto di pelle sui muscoli nudi anche quando faceva un freddo boia (brrrrr!!!!). Una forza tremenda della natura a capo di un gruppo di uomini che si opponevano alla dominazione inglese del Settecento (questo mi interessava un fico secco) contro tutti i soprusi delle dannate giubbe rosse. Mai uno sparo ma un mulinar secco di sberle che mandavano a gambe all’aria i suoi nemici, poche esclamazioni, al massimo un «Goddam!» che mi lasciava perplesso. Suoi amici, invece, il piccolo Roddy, anche lui lentigginoso come Susy, “adottato” dal gigante biondo, un peperino niente male che avrebbe dovuto seguire le lezioni e i suggerimenti del prof. Occultis (gli piaceva di più aiutare Blek nelle sue azioni), scienziato e alchimista, altro elemento piuttosto “particolare”. Due baffi a punta verso l’alto, un pizzetto sempre a punta, un cappello nero con fibbia e scarpe ancora nere e ancora con fibbia che me lo rendevano parecchio buffo e bislacco. Naturalmente ne combinava di grosse soprattutto quando vedeva il momento propizio di mangiare a crepapelle profumate leccornie.
In seguito se ne aggiunsero altri, tanti altri, tra cui Diabolik, Satanik, le scompiscianti strisce di Sturmtruppen ecc.., ma quello che mi è rimasto più impresso è Alan Ford con il famoso gruppo TNT e lo straordinario nemico Superciuk che sbaragliava con le sue fiatate alcoliche. Forti passioni il giallo, gli scacchi, la storia, i grandi della satira (vedi gli antichi) e dell’umorismo. Intellettualmente ed emotivamente ho vissuto soprattutto tra morti ammazzati, veleni, camere chiuse, ponzamenti stratosferici su sessantaquattro caselle e scacchi matti, le imprese dei grandi condottieri, le insidie e i tradimenti, gli schieramenti degli eserciti, lo scontro degli usberghi e il lampeggiar delle spade, scudisciate ironiche e sberleffi vari e non ultime le mirabolanti avventure degli eroi dei fumetti che giravano vorticose nella mia mente.
Fumetti, fumetti, fumetti ma quelli più importanti rimasero i primi tre che mi abbracciarono e mi fecero compagnia in un periodo doloroso della mia vita. [Fabio Lotti]

15 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Uè. E qui si parla anche di fumetti, ogni tanto? Bravo Fabio che ha avuto il coraggio di ammettere che leggeva Capitan Miki :D

Scherzo, naturalmente. Tra lui e Blek, di numeri ne ho letti parecchi anch'io. Per non parlare di Alan Ford o del Tex che ancora oggi leggo.

Curioso notare come i fumetti che hanno segnato una certa generazione, siano sempre gli stessi. Ma non mi stupisce.

sartoris ha detto...

@Luigi: in realtà qui si dovrebbe parlare parecchio di fumetti (io nasco come fumettista, ho cominciato a scrivere sceneggiando le mie storiacce underground all'università, non dimenticare che sono - sarei - un grafico/illustratore anche se ormai pratico sempre meno il mestiere in favore della parola scritta) ma l'argomento richiede molta competenza perché di blog sui comics ce ne sono a iosa e di maltrattare l'ottava Arte con dosi di pressappochismo gratis non me la sento... detto ciò, il pezzo di Lotti l'ho postato proprio perché parlava di personaggi che il pubblico di oggi non conosce più e mi sembrava molto interessante riportarli alla luce :-)

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Omar. I vecchietti tendono sempre a tirar fuori istintivamente ricordi e non si accorgono di rompere le palle... :-)
Fabio

Anonimo ha detto...

Ormai che ci sono finisco di rompere dicendo che sono anche quim, via http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/
Fabio

LUIGI BICCO ha detto...

@ Omar:
Eh no, aspetta. Che anche tu sia stato in passato un grafico, lo sapevo. Che tu ti fossi destreggiato ardentemente anche con il mestiere di illustratore e "fumettaro" no. E qui bisogna fare qualcosa. Vogliamo sapere e vedere cose. Magari le hai già postate in passato su questo blog. I fumetti underground di Omar di Monopoli? Li voglio ORA.

@ Fabio:
Bello anche il tuo pezzo sul blog giallo mondadori. Complimenti.

sartoris ha detto...

@Luigi: quando dico underground intendo parecchio underground (fotocopie diffuse nell'ateneo, per intenderci) e comunque una roba abbastanza inguardabile, col senno di oggi (mooolte scopiazzature, ero a Bologna nel '90 e lo spirito di Paz aleggiava sul DAMS come unmacigno - io ho frequentato un anno di DAMS prima di passare a Lettere) puoi trovare qualcosa nella categoria GRAPHIKATE del blog, ma ti pregherei di soffermarti più sui murales, lì ero bravo davvero (li facevo nei bar e nei pub, a pagamento, e mi ci sono mantenuto i vizi all'università:-)

sartoris ha detto...

@ancora Luigi: ovviamente nel TUO blog non c'è alcuna traccia di pressappochismo e mi intriga molto la passione con cui parli delle cose che ti piacciono!!! (mi riferivo alla tonnellata di siti che invece trattano dell'argomento solo perché magari chi li gestisce si è sciroppato un paio di DYD e qualche Topolino;-)

Annalisa ha detto...

Doppio Rhum e Salasso fanno risuonare qualche automatismo di memoria (qualcuno li nominava sempre insieme in mia presenza, probabilmente), mentre Tex Willer non ho mai potuto sopportarlo (orsù, pestatemi)(però compero i Texoni, se c'è qualche disegnatore che mi piace).
Ora prendo Nathan Never, perché star dietro a tutti i Bonelli è un'impresa titanica.
Ma io sono cresciuta a Corriere dei Piccoli e Hugo Pratt, e anche questo è stato un bel crescere :-)

Anonimo ha detto...

Naturalmente ho trascurato una miriade di altri fumetti che mi hanno fatto compagnia quando ero ragazzo (non è, poi, che sia cresciuto molto) come Paperino, Topolino, Tiramolla, Nembo Kid, Coccobil di Jacovitti ecc.. ma l'avrei fatta troppo lunga.
Fabio

sartoris ha detto...

@Annalisa, ti si rivede (rilegge) era un po' di giorni che latitavi (ma chissà la nostra amica Silvia che fine ha fatto, come sta, dov'è finita? Spero tutto ok - Silvia se ci sei batti un colpo!)

Anonimo ha detto...

Mi associo.
Silviaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fabio

Annalisa ha detto...

Eh!, è solo che voi vi fate influenzare dal mio Capintesta Profumo, e da quelli come, come lui e prima di lui, continuano a dire che i prof lavorano "solo" le diciotto ore che stanno in classe. Siccome attualmente per ogni ora in classe ne passo almeno due a casa a correggere compiti e a preparare un po'di effetti tecnologici speciali, capita che non riesca più a commentare come si deve (però: passo, leggo, e torno a Cryptonomicon finché non crollo addormentata :-)

Zenone ha detto...

Accattivamente come sempre caro Lotti.
I miei fumetti preferiti senz'altro Coccobil di Jacovitti, Alan Ford, tutto Bonvi e, già che siano in vena di confidenze, uno solo della Marvel, forse tra i meno conosciuti: "Devil" di Stan Lee (forse perché siamo quasi coetanei).

sartoris ha detto...

@Zenone, meno conosciuti forse dalla tua generazione (non ho idea di quanti anni tu abbia, in realtà:-) ma Devil, al secolo DAREDEVIL è stato per il fumetto americano (e di riflesso per buona parte del fumetto mondiale) una specie di rivoluzione: eroe non-vedente senza reali superpoteri che il grande Frank Miller trasformerà in un personaggio hard boiled duro e puro, con citazioni da IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE e numerose riflessioni sul ruolo dell'eroe in calzamaglia e la nevrosi contemporanea!!! (scusate la precisazione, ma Devil meritava di essere glorificato) (ovviamente grazie a Zenone per averlo citato:-)

Zenone ha detto...

@sartoris
Naturalmente intendevo dire che "Devil" inizialmente (1964)non era certo uno dei personaggio di punta della Marvel. Credo che la sua notorietà sia dovuta, come è stato ricordato, a Frank Miller che solo negli anni '70 ha fatto assumere al personaggio la nuova veste più "dura".
P.S: ho la stessa età di Devil!