È una nerboruta e caricaturale prospettiva di «sgretolamento del mito» quella di cui si fa carico il grande regista Robert Altman con questo Buffalo Bill e gli indiani, pellicola del 1976 interpretata magnificamente da un Paul Newman decisamente in forma nel ruolo eponimo. La storia ruota interamente attorno alla sua figura, a quella dell'ex corriere del Pony Express e cacciatore di bisonti (vero nome William Frederick Cody) che seppe trasformare il vecchio west in un baraccone circense, con attrazioni, sparatorie, tiri al bersaglio e altra paccottiglia da avanspettacolo e che qui tenta di rinverdire i fasti del suo carrozzone ambulante arruolando il famoso capo indiano Toro Seduto. Quest'ultimo, astutamente, ne approfitterà per per rivalutare alcuni episodi storici della sua tribù e rimettersi in forze. Ma il suo ingaggio richiederà parecchie concessioni e, nonostante il loro ottenimento, l'indiano a un certo momento si eclissa lasciando tutti di stucco e costringendo Buffalo Bill a mettersi alla sua ricerca. Tornato spontaneamente al campo, è presente anche quando il Presidente degli Stati Uniti, Glover Cleveland, raggiunge il «Selvaggio West» nel corso della luna di miele e assiste a uno spettacolo. Toro Seduto chiede udienza e inutilmente cerca di esporre delle richieste. Allontanatosi, viene ucciso in un agguato. Buffalo Bill, appresa la notizia, dialoga con il fantasma del grande scomparso.
Il mito fondante della Frontiera, rappresentato in modo fin troppo leggendario dalle cronache statunitensi, viene così messo radicalmente in discussione (ma anche l'autorità del Presidente ne esce ridicolizzata e sminuita). Frantumando l'aura d'intoccabilità che avvolge un eroe americano come Buffalo Bill, Altman elabora un film quasi brechtiano che unisce l'invenzione alla lezione di Storia.
Ridotto spietatamente di quasi un'ora dal produttore De Laurentiis e massacrato dal doppiaggio, quel che resta del film rivela, nella nitidezza dell'impianto che regola alcuni interi blocchi narrativi, il senso tutto intellettuale alla base dell'operazione (ripresa da una commedia di Arthur Kopit). Cast ben fornito di stelle, con Geraldine Chaplin, Harvey Keitel, Burt Lancaster e Paul Newman in prima linea; e c'è anche Will Sampson, Grande capo in Qualcuno volò sul nido del cuculo, girato da Milos Forman l'anno precedente. Belle le musiche (dalle atmosfere giustamente circensi) di Richard Baskin, a Berlino arriverà l'Orso d'oro.
3 commenti:
Ebbè certo. Gigi pProietti che doppia Buffalo Bill, qualche fantasia te la fa passare :) Ma in effetti sarebbe pure giunta l'ora di rivederlo, che non me lo ricordo per nulla.
Su Proietti c'hai ragionissima, anche se il suo lavoro sul primo Rocky (era suo il grido di ADRIANAAAA, e solo dal secondo film arrivò Amendola) non mi dispiacque affatto!!!!!
Cazzo, hai ragione. Avevo assolutamente rimosso il primo Rocky. E' vero. Lì non era dispiaciuto nemmeno a me. E ora che ci penso (non è vero, sono andato a guardare), non era male neanche con De Niro in Mean Streets.
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