Giusto una pausa (dalla pausa): qualche consiglio librario per sconfiggere l'insopportabile caldura:
Partiamo da un autore davvero imperdibile per gli appassionati dell'hard-boiled: oltreoceano in parecchi hanno scomodato paragoni illustri accostando il suo nome a due maestri del genere noir come Raymond Chandler ed Elmore Leonard, ma P.G. Sturges - giunto nei lidi nostrani grazie a quelle instancabili sentinelle occhiute che sono i ragazzi della collana Revover (Edizioni BD) con il romanzo La scorciatoia - ha un suo precipuo carisma che non mancherà di farsi strada anche in Italia senza bisogno di altisonanti numi tutelari. Nato a Hollywood nel 1953, Sturges è figlio d’arte: il padre era infatti il celebre regista e sceneggiatore Preston Sturges, Oscar 1941 per la migliore sceneggiatura originale per il film Il grande McGinty. Pubblicato per la prima volta negli States nel 2011, La scorciatoia rappresenta il suo esordio. Il protagonista del racconto è Dick Henry, un ex poliziotto di Los Angeles che si guadagna da vivere risolvendo, in modo più o meno lecito, le grane altrui. Ama definirsi la «Scorciatoia», anche se di fatto si tratta del classico duro dal cuore tenero: spaccone, manesco e irriverente, ma nel profondo dell’animo incline ai buoni sentimenti. Ottima scrittura, ritmo mai deficitario e stordente carica di empatia coi protagonisti. Da leggere subito!
Partiamo da un autore davvero imperdibile per gli appassionati dell'hard-boiled: oltreoceano in parecchi hanno scomodato paragoni illustri accostando il suo nome a due maestri del genere noir come Raymond Chandler ed Elmore Leonard, ma P.G. Sturges - giunto nei lidi nostrani grazie a quelle instancabili sentinelle occhiute che sono i ragazzi della collana Revover (Edizioni BD) con il romanzo La scorciatoia - ha un suo precipuo carisma che non mancherà di farsi strada anche in Italia senza bisogno di altisonanti numi tutelari. Nato a Hollywood nel 1953, Sturges è figlio d’arte: il padre era infatti il celebre regista e sceneggiatore Preston Sturges, Oscar 1941 per la migliore sceneggiatura originale per il film Il grande McGinty. Pubblicato per la prima volta negli States nel 2011, La scorciatoia rappresenta il suo esordio. Il protagonista del racconto è Dick Henry, un ex poliziotto di Los Angeles che si guadagna da vivere risolvendo, in modo più o meno lecito, le grane altrui. Ama definirsi la «Scorciatoia», anche se di fatto si tratta del classico duro dal cuore tenero: spaccone, manesco e irriverente, ma nel profondo dell’animo incline ai buoni sentimenti. Ottima scrittura, ritmo mai deficitario e stordente carica di empatia coi protagonisti. Da leggere subito!
Passiamo poi a una penna nostrana, un giovane scrittore che lentamente, cacchio-cacchio tomo-tomo, sta scolpendo il suo nome a chiare lettere nella walk of fame dei giallisti de noantri: stiamo parlando di Piergiorgio Pulixi, classe '82, esponente del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto. Insieme al mitico inventore del personaggio dell'Alligatore ha pubblicato Perdas de Fogu, (edizioni E/O 2008), e singolarmente il romanzo sulla schiavitù sessuale Un amore sporco inserito nel trittico noir Donne a Perdere (edizioni E/O 2010). Con Una brutta storia (sempre E/O) ci parla di un gruppo di poliziotti. Ma Mazzeo e i suoi ragazzi non sono poliziotti comuni: sono una banda di sbirri corrotti in seno alla Narcotici, che dopo una feroce guerra di bande contro il narcotraffico hanno preso il controllo delle strade con pugno di ferro. Ma quando sulla loro strada spunta il cadavere di un criminale ceceno le cose si complicano imprevedibilmente. e per uscire da questa brutta storia Biagio Mazzeo dovrà scendere a patti con la sua stessa anima. Una brutta storia è allo stesso tempo una grande saga criminale e un dramma poliziesco in piena filosofia Sabot/age, un romanzo di cruda verità davanti al quale è impossibile rimanere indifferenti.
E poi Il condominio
di Stanley Elkin (Minimum Fax). La storia è presto detta: Marshall Preminger, trentasette anni, un infarto e una carriera fallita come conferenziere alle spalle, viene raggiunto improvvisamente dalla notizia della morte del padre. Della ricca eredità non resta che un appartamento in un condominio del North Side. Tra loschi uomini d’affari ebrei determinati a riscuotere gli arretrati, vicini di casa sfrontati e impiccioni, onnipresenti comitati di inquilini, il condominio si rivela una vera e propria microcomunità strutturatissima, repressiva e follemente autarchica. Per il malcapitato Marshall la nuova residenza si trasformerà in una prigione dalla quale le possibilità di evasione si assottiglieranno sempre più. Un romanzo a tratti disturbante, d'indubbio valore e grande qualità letteraria.
Perché non approfittare, inoltre, della stagione estiva per rileggere un must come Acqua nera? (appena ristampato da il Saggiatore): 4 luglio, metà anni '90. Grayling Island, Maine. Una Toyota nera corre a tutta velocità. È notte e gli alberi riducono la visibilità. Al volante un senatore degli Stati Uniti, uomo grande e rassicurante, guidatore aggressivo e alticcio, macina la strada con aria decisa: gli restano solo pochi minuti per raggiungere il traghetto che porterà lui e la giovane Elizabeth "Kelly" Kelleher, appena conosciuta nel corso di un esclusivissimo party, verso la terra ferma. Poi, una curva, gli pneumatici perdono aderenza, l'auto impazzita esce di strada, sprofonda nell'acqua nera dell'Indian River. L'uomo riemerge dalla palude e si salva. Ventisei anni, una laurea in Storia americana, una ricerca sulla figura del Senatore, Kelly Kelleher perde la vita. Da questo episodio di cronaca che sconvolse l'America (l'uomo era Ted Kennedy, la ragazza la sua giovane segretaria), Joyce Carol Oates ha tratto un romanzo intenso, una storia che scorre nei minuti in cui Kelly, intrappolata nell'auto, ripercorre per rapidi lampi le ore precedenti l'incidente e la sua intera esistenza. La coscienza abbandona la ragazza, le immagini le affollano la mente mescolandosi e correggendo la sua imprecisa visione della realtà. Ricordi e riflessioni, impressioni e brani di dialogo si alternano in una serie di schegge sempre più confuse. Attorno a questa cupa istantanea, reiterata senza pietà capitolo dopo capitolo, Joyce Carol Oates assembla un quadro brutale della tracotanza del potere e della politica.
Infine, sempre della Oates, un modo per ricordare un'icona cinematografica della cui morte ricorrono in questi giorni i cinquant'anni: Blonde (Bompiani) è un romanzo splendido e struggente, scritto con uno stile visionario che sovente evoca l'onirico, interamente inperniato sulla indimenticabile figura di Marilyn Monroe. Non sempre il confine tra ciò che è realtà nella storia e ciò che invece scaturisce dalla mente della protagonista è nitido, ma la grande scrittrice statunitense immortala una Norma Jeane (vero nome della diva) piena di fascino, una donna dalla volontà d'acciaio ed un talento indiscutibile. Pregi racchiusi però in un'anima insicura, bisognosa d'amore, perversamente e irrimediabilmente votata all'autodistruzione. Ti viene voglia di proteggerla, di salvarla dagli altri, da Marilyn, dal mondo che la circonda e soprattutto da se stessa. Inarrivabile.
20 commenti:
Bentornato Omar!
Visto che i due della Oates li ho già letti ( per me Blonde è il suo capolavoro) mi tufferò sugli altri tre- mi intriga molto Stanley Elkin.
Un abbraccio .
Bentornato, e che ritorno!
Fabio
Dimenticavo, citato il tuo blog qui http://theblogaroundthecorner.it/2012/07/letture-al-gabinetto-di-fabio-lotti/
Arifabio
Massì, giusto un paio di segnalazioni estive, ché poi si torna a settembre ;-))
@Fabio: sapevo della citazione, seguo il nuovo blog di Alessandra anche se commento pochissimo (grazie)
Ah, Sivia, anche per me BLONDE è un capolavoro, ma non saprei se il migliore della Oates (nel senso, la qualità dei sui libri è spesso così elevata che non saprei scegliere:-))
Bentornato Omar! Sempre interessanti le tue proposte! Mi "permetto" di consigliare ai lettori del tuo blog Il condominio
Devo assolutamente recuperare Blonde, uno dei pochi libri della Oates che non ho letto e credo di aver sbagliato ad ignorarlo
Valter
@cia' Valter: quando su questo blog compare il nome della Oates ci ritroviamo sempre a discutere su quanto sia meglio questa o quell'altra sua opera, ed è fantastico, questa scrittrice ha un tasso qualitativo sempre al rialzo, mai al ribasso: una cosa che - per noi scribacchini - non può che incoraggiare!!!
vabe', torno in acqua ché qui in Puglia oggi quota 43° dannazione!!!!!
Il primo mi ispira alla grande. Sembra davvero una figata.
Per l'ultimo, sulla Monroe, prensavo che fosse quello di Alfonso Signorini... XDXDXD
@Eddy, sei un dannato (se mi tocchi la Oates ti rigo la macchina;-))))
(Sturges vale davvero, e mi ha stupito perché non gli davo una lira)
Blonde bellissimo. Lo lessi, lo prestai, svanì.
@Evo, capita, i libri bisogna regalarli, mai prestarli (così uno si mette l'anima in pace:-))
Lo sapevo che a passare di qui rischiavo...
@Annalisa: dovevi seguire il tuo 'senso di ragno' che indicava pericolo ;-)))
@Sartoris: infatti ora li abbandono direttamente io.
@Evo: ti sono vicino (nel senso che è sempre un dolore, almeno per me che sono un feticista;-)
"annusatori di libri". credo che in giappone ci abbiano fatto una serie di film hard.
@evo, ho idea che i giapponesi facciano film hard su LA QUALUNQUE (e fanno bene, visto che sono dotati di stile e fantasia nel campo: la serie HANA TO HEBI è un capolavoro nel suo genere ed è realizzato con una maestria che i nostri Tino Brass - con tutto il rispetto - si sognano;-)
io, dopo "leccatori di bulbi oculari" e "leccatori di narici e muco", mi sono arreso. :-) Saluti.
http://storielacrimevoli.blogspot.it/
Finito sturges, divertente il giusto, movimentato il giusto, violento il giusto. Perfetto. Piaciuto tantissimo
@Forrest: non avevo dubbi, Sturges vale interamente il prezzo di copertina e ne sono assai lieto!! (vedo dal tuo blog che sei uno sportivo di quelli "seri", hai tutto il mio rispetto - io da anni faccio jogging ma non riesco a star dietro a tabelle/dieta/obiettivi; semplicemente mi godo la campagna col mio ipod nelle orecchie e marcio, sperando di non venire azzannato a sorpresa da qualche pitbull vagabondo;-))
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