Avevo passato il pomeriggio a bere a casa di Ed Sales, e visto che ero in libertà vigilata non avrei dovuto farlo. Le condizioni della mia libertà vigilata erano che potevo prendere la macchina solo per andare e tornare da scuola. Ma erano passati già sei mesi da quando ero stato fermato perché minorenne in stato di ebbrezza, e i miei genitori erano diventati più elastici nel farmi usare la macchina. Quel martedì di Halloween, invece di tornare a casa, ho portato un po’ di amici da Ed e ci siamo ubriacati tutti.
Suo padre insegnava matematica a Stanford e sua madre faceva l’infermiera, nessuno dei due rincasava prima delle sei, e di solito non si facevano vivi fino alle sette. Il padre professore aveva un fantastico mobile bar. Il primo superalcolico l’avevo bevuto lì a tredici anni, e nei tre anni successivi avevamo continuato a fregargli i superalcolici dal mobile bar riempiendo d’acqua le bottiglie. Non potevamo mai prenderne troppo da una sola bottiglia perché ci avrebbe sgamato; per cui ne prendevamo un po’ da ognuna e mescolavamo il tutto in un punch come i barboni in Vicolo Cannery. Mi piace questa cosa che facevamo, mi sentivo come Mack e gli altri, anche se quel punch faceva schifo. Di solito lo mescolavamo al succo d’uva, ma non è che migliorasse molto.
Ce ne stavamo seduti nel cortile sul retro intorno a un ta- volinetto da picnic di quelli che si vedono nei parchi. Proba- bilmente suo padre l’aveva trovato alla discarica. Faceva sempre di queste cose strane per risparmiare. Anche Ed era così, tipo che grattava via la muffa dal pane vecchio e se lo mangiava. Suo padre era un professore di matematica che fumava la pipa, tutte le sere. Aveva i denti gialli e rotti e bruttissimi. Anche Ed aveva una pipa, più piccola, e la sera fumava tabacco con suo padre. Era mezzo coreano e mezzo bianco perché sua madre era coreana e suo padre era un bianco di Gary, nell’Indiana.
Eravamo lì fuori a fumare erba nella pipetta da tabacco di Ed. Avevamo deciso di andare da Alice Wolfe più tardi per la festa di Halloween, e ci stavamo sballando. A un certo punto ho attaccato briga con Nick Dobbs. L’avevo visto con la mia ragazza, Susan, e la cosa non mi piaceva. Li avevo beccati un paio di volte a scherzare in un angolo della biblioteca scolastica. Se fosse stato uno di quei coglioni del teatro con cui lei organizzava sempre eventi, magari non ci avrei nemmeno fatto caso, ma Nick non era uno di loro. Era uno skater belloccio, e io avevo abbastanza punch alcolico in corpo per andarmela a cercare».
In stato di ebbrezza - James Franco (Ed. Minimum Fax)
7 commenti:
Dopo aver assaggiato, ai tempi, un inaspettato Ethan Hawke, direi che mi lascerò tentare anche da costui.
@Annalisa è vero, anche a me colpì parecchio Hawke, inaspettatamente. Franco fa lo stesso effetto ;-)
quindi lo consigli?
con tutto il rispetto non sembra granchè da questo stralcio.
@Drugs dipende da cosa ti aspetti, a me sta piacendo ma e' pur vero che ogni tanto mi prendo delle pause dalle letture che amo per immergermi in queste divagazioni extra-noir (qui una spruzzata di noir in realta' c'e') pero' va bene una tantum, ecco!
(Grazie della visita)
Sartoris by Mobile
ma vai trà pure io non leggo esclusivamente noir :)
anzi di base questo stile(io che sò ignorante lo chiamo carveriano..o bukowskiano) di solito mi garba pure parecchio, ma in questo caso non m'è sembrato granchè rispetto ad altri.
@Drugs in ogni caso ti consiglio di fare un giro sul sito di Minimum Fax perche' la' ci trovi in pdf gratuito un intero capitolo di Franco, cosi' ti fai una idea del seguito e decidi se ti garba (o ti sgarba:-)
Sartoris by Mobile
grazie Omar..controllerò! :)
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