Si possono tessere le lodi di un romanzo esaltandone la totale mancanza di originalità? Ci proviamo con L’impiccato, nuovo titolo della neonata Revolver, collana della Bd diretta da Matteo Strukul, un romanzo noir che segna il debutto dello scrittore scozzese Russel D. Mc Lean. Ambientato a Dundee, città della Scozia sospesa tra modernità e tradizione,
il libro ha dalla sua un impianto drammatico eminentemente canonico, con un ritmo e uno svolgimento che traggono proprio dall'adesione meticolosa ai canoni dell'hard boiled la propria indubbia forza propulsiva. Il detective privato protagonista McNee viene incaricato da tal James Robertson di scoprire perché suo fratello abbia deciso di togliersi la vita. Il suo corpo è stato infatti trovato a spenzolare da un albero. Robertson ha poche notizie su di lui: quel che è certo è che dalla Scozia suo fratello era andato a cercar fortuna a Londra trent’anni prima, diventando il tirapiedi di un boss della mala.
L'autore prende gli ingredienti classici del genere (un personaggio tormentato e sentimentale, una realtà urbana in rapido cambiamento, uno spruzzo di violenza e abbondanti dosi di umanità dolente) e da buon gourmet li cucina in salsa scozzese ottenendo alla fine un impasto assai coinvolgente, un romanzo che - esattamente come hanno fatto i grandi numi tutelari del filone - scandaglia la dimensione oscura dell'animo umano senza particolari vezzi stilistici ma anzi adottando una scrittura piana e priva di spuntoni, adeguandosi semmai a sostituire ai bassifondi americani che hanno fatto la fortuna di mille romanzi della medesima stirpe le coordinate e gli usi della malavita inglese/scozzese (l’autore dedica anche qualche scorcio sarcastico all’autobiografia edulcorata di un boss che si autoproclama uomo redento) nonché ricordandoci, con pochi sapidi guizzi, quanto la Scozia e il popolo che la abita non si sia ancora (e probabilmente mai lo sarà) allineata alla Gran Bretagna, nei confronti della quale vige ancora una latente - e mai doma - rivalità. Insufflato di una serpeggiante poesia nera, L'impiccato è intrattenimento efficace e ben calibrato, un libro che ti sembra di aver letto mille volte ma che - provare per credere! - non riesci a smettere di leggere sino all'arrivo della parola fine. Un’opera lineare ma dolorosa che non mancherà di entusiasmare chi frequenta il genere.
L'impiccato - Russel D. Mc Lean (Ed. Revolver BD)
L'autore prende gli ingredienti classici del genere (un personaggio tormentato e sentimentale, una realtà urbana in rapido cambiamento, uno spruzzo di violenza e abbondanti dosi di umanità dolente) e da buon gourmet li cucina in salsa scozzese ottenendo alla fine un impasto assai coinvolgente, un romanzo che - esattamente come hanno fatto i grandi numi tutelari del filone - scandaglia la dimensione oscura dell'animo umano senza particolari vezzi stilistici ma anzi adottando una scrittura piana e priva di spuntoni, adeguandosi semmai a sostituire ai bassifondi americani che hanno fatto la fortuna di mille romanzi della medesima stirpe le coordinate e gli usi della malavita inglese/scozzese (l’autore dedica anche qualche scorcio sarcastico all’autobiografia edulcorata di un boss che si autoproclama uomo redento) nonché ricordandoci, con pochi sapidi guizzi, quanto la Scozia e il popolo che la abita non si sia ancora (e probabilmente mai lo sarà) allineata alla Gran Bretagna, nei confronti della quale vige ancora una latente - e mai doma - rivalità. Insufflato di una serpeggiante poesia nera, L'impiccato è intrattenimento efficace e ben calibrato, un libro che ti sembra di aver letto mille volte ma che - provare per credere! - non riesci a smettere di leggere sino all'arrivo della parola fine. Un’opera lineare ma dolorosa che non mancherà di entusiasmare chi frequenta il genere.
L'impiccato - Russel D. Mc Lean (Ed. Revolver BD)
11 commenti:
Beh, allora un pensierino ce lo faccio. Il periodone lungone con la serie di gerundi mi ha fatto venire in mente Boccaccio... :-)
Fabio
@Fabio, hai ragione, troppo gerundio in circolo ;-)
(complimenti per la velocità, avevo postato da pochi minuti)
Quando mi affeziono ad un blog...
Inserito pure un commentino della scrittrice Patrizia Debicke sul mio pezzettino.
Fabio
Ovviamente è nel mirino! Sono soddisfatto della recensione di Omar: quello che ci hai visto dentro è esattamente ciò che speravo di trovare in questo romanzo di McLean.
Ieri ero in libreria a fare testa o croce tra questo e quello di Guthrie... e alla fine ho comprato Salutami Satana di Gischler/Smith. Tra i due litiganti... si sa!
Ottima recensione, come sempre, Omar.
McLean merita un bel voto: ha una scrittura semplice e senza orpelli ma, almeno per me è stato così, ti guida nella lettura con un ritmo lento- non è un difetto - e avvolgente, ed è proprio questo che mi è piaciuto del libro.
Salutami Satana è una chicca, un gioco letterario messo in piedi da due maestri pulp - noir, gustoso.
Dietro le sbarre è un frullato di Palahniuk e Welsh (come riporta il risvolto di copertina)con un'aggiunta di Clevenger e del Dennis Lehane di un certo romanzo(non vi dico quale), soprattutto da un certo punto in poi... MOLTO MOLTO BELLO!
Adesso sono alle prese con BRUCE DeSILVA che Gigi ha già letto. Arrivato a metà... Piena soddisfazione
Ci si vede Ragazzacci!;-)
Dietro le sbarre è il prossimo, vi saprò dire ;-)
@Alex: ma tu hai la memoria prodigiosa dell'elefante indiano!
In effetti invito tutti a leggere "Il Piromane" di DeSilva, uscito da poco per Giunti. Mi sembra stia passando un po' in sordina e credo sarebbe un grave errore!! Forse avrete letto che è stato Luca Conti a "sponsorizzarne" la pubblicazione in Italia, anche se poi non ne ha affrontato la traduzione.
Due parole sul titolo: il calembour del titolo originale risultava certo intraducibile in Italiano ("Rogue Island" suona infatti simile a Rhode Island, dove il romanzo è ambientato, ma porta con sé la connotazione negativa dell'aggettivo rogue = farabutto, disonesto).
Certo però che ridurlo a un banalissimo (a mio modesto avviso) "Il Piromane" non è stata una scelta granché fantasiosa né brillante. Di sicuro si colloca nel solco delle "arti & mestieri" che tanto piace agli editori nostrani (lo scalpellino, il massacratore, l'idraulico...) ma non penso lo aiuti a spiccare rispetto alla massa.
Aggiungo: Fabio, tu che hai confidenza (sul blog del giallo mondadori) con Mauro Boncompagni che sta curando la traduzione delle nuove uscite della Giunti, perché non lo inviti da queste parti per raccontarci qualcosa su questo "Piromane"?
@Gigi: proprio sabato c'era una bella recensione de IL PIROMANE su Ttl della Stampa. Se il libro vale vedrai che gira (certo, hai ragione, 'sta nuova tendenza Arti & Mestieri è davvero ridicola e non aiuta il titolo)
@Gigi
Fatto qui http://blog.librimondadori.it/blogs/ilgiallomondadori/2012/04/02/delitti-in-luna-di-miele-66/#comment-119433 anche se il messaggio non sarà ancora "scoperto" alla lettura da Dario.
Fabio
Mi sa che l'invito, Fabio, non è stato recepito granché. O forse non ancora...
Mi sa che Boncompagni abbia da fare altro... :-)
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