Questo blog non poteva che innamorarsi del nuovo romanzo di Clara Nubile, scrittrice pugliese divisa tra India, Ravenna e l'estrema periferia di Brindisi, che con il suo Tu come tutto quello che tocchi (Bompiani) racconta con una verve crepuscolare e a tratti struggente un pezzo di Meridione che in pochi ricordano (o vogliono ricordare) nonostante appartenga a un passato tutt'altro che remoto: al centro di questo splendido romanzo infatti c'è la Puglia della Sacra Corona Unita e delle ciminiere di Cerano, in quel buio periodo che fu quello a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta. Tu come tutto quello che tocchi impernia la propria poliedrica narrazione attorno alle vicende di un gruppo di contrabbandieri al lavoro tra il sud e il Montenegro, una storia intrisa di violenza, fughe dalla Guardia di Finanza a bordo di fuoristrada stipati di droga e sigarette e virulenti riti d'iniziazione per l'accesso nelle falangi della nuova malavita organizzata. Ma è anche il racconto viscerale di una serie di passioni sfiancanti, come quella della borghesuccia Maira per uno sgarrista della SCU; oppure quella di Anna, moglie di un boss pentito, che attende il proprio marito criminale straziandosi come una novella Penelope. Amori e sentimenti che devono combattere in primis con la deriva di una città, Brindisi appunto, in cui il gradiente di malaffare supera la soglia del sopportabile e la povertà (morale oltre che economica) devasta i destini dei singoli sin dall'adolescenza.
Strutturato come una sequenza di confessioni, il romanzo segue i personaggi che animano il racconto ascoltandone le voci in epoche diverse. Il risultato è un affresco emotivo assai intenso, zeppo di intermezzi dialettali ben congegnati, rapide immersioni nella violenza più insensata e momenti di toccante dolore, ma l'autrice nell'allestimento della sua sfaccettata opera ricorre a escamotage narrativi davvero inusuali: ad esempio a un certo punto lascia parlare una masseria, e in seguito un guardrail, trattando i luoghi e gli oggetti al pari dei testimoni umani della storia. È una Puglia, quella della Nubile, anni luce distante dagli stereotipi dei polpi arricciati sugli scogli, della luce abbacinante del sole e delle orecchiette alle cime di rapa (che pure ci sono, ma restano sullo sfondo). È in definitiva una Puglia meravigliosa e fottuta, un posto che somiglia a molti dei recessi nascosti dentro ognuno di noi. Approfittando della sua consolidata frequentazione di questo spazio, abbiamo girato qualche domanda a Clara.
Strutturato come una sequenza di confessioni, il romanzo segue i personaggi che animano il racconto ascoltandone le voci in epoche diverse. Il risultato è un affresco emotivo assai intenso, zeppo di intermezzi dialettali ben congegnati, rapide immersioni nella violenza più insensata e momenti di toccante dolore, ma l'autrice nell'allestimento della sua sfaccettata opera ricorre a escamotage narrativi davvero inusuali: ad esempio a un certo punto lascia parlare una masseria, e in seguito un guardrail, trattando i luoghi e gli oggetti al pari dei testimoni umani della storia. È una Puglia, quella della Nubile, anni luce distante dagli stereotipi dei polpi arricciati sugli scogli, della luce abbacinante del sole e delle orecchiette alle cime di rapa (che pure ci sono, ma restano sullo sfondo). È in definitiva una Puglia meravigliosa e fottuta, un posto che somiglia a molti dei recessi nascosti dentro ognuno di noi. Approfittando della sua consolidata frequentazione di questo spazio, abbiamo girato qualche domanda a Clara.
• Da dove parte questa visione della propria terra natia? Vivi altrove da tempo ma racconti una Puglia amara col piglio di una madre che vede il proprio figlio preferito rovinarsi la vita…
Ciao Omar, innanzitutto, e grazie per avermi ospitato nella tua casa virtuale. Bella quest’immagine della Puglia come figlio preferito che si rovina la vita, o anche come primo amore, mai dimenticato… per me è così, viaggio e mi sento cittadina del mondo, poco italiana a volte, ma “tremendamente” pugliese. Questa visione nasce dai miei ricordi, dalla mia adolescenza scandita da sgommate, spari, sigarette di contrabbando, ciminiere assassine; e sai, la lontananza esaspera i ricordi e la percezione del passato, affinandola… il distacco geografico forse allarga gli orizzonti, ma riduce i vertici del cuore.
• Sei riuscita con impressionante efficacia a rendere plausibili le diverse voci che popolano il romanzo. Quanto lavoro c'è dietro questo processo di mimetizzazione (alcune sono voci maschili) e come sei riuscita a far passare alle forbici del direttore editoriale di Bompiani tanto (bel) dialetto?
• Sei riuscita con impressionante efficacia a rendere plausibili le diverse voci che popolano il romanzo. Quanto lavoro c'è dietro questo processo di mimetizzazione (alcune sono voci maschili) e come sei riuscita a far passare alle forbici del direttore editoriale di Bompiani tanto (bel) dialetto?
Questo romanzo è nato da un articolo di giornale, trovato nel vecchio armadio che dividevo con mio fratello, quando ero adolescente e vivevo ancora giù. La foto di “Dino”, il super-latitante della SCU, e i suoi occhi di ghiaccio. Lui non parla in italiano, e perciò il dialetto è stato inevitabile. Ci ho messo quasi tre anni a scrivere questo romanzo, per calarmi nei personaggi, anche linguisticamente. Ho letto articoli di cronaca, verbali di processi, ho anche assistito a un’udienza di un processo in cui c’erano alcuni dei miei protagonisti. Per me, è un romanzo molto “maschio”, la voce principale è buia e maschia, spietata, ma c’è anche la dolcezza e la tragicità dell’animo umano. Chi ha letto il mio romanzo in Bompiani ha capito sin dall’inizio la necessità del dialetto, perciò non ci sono stati tagli di quel genere, anzi.
• In alcuni tratti la storia mi ha richiamato in mente il racconto di una Brindisi martoriata dalla malavita che faceva anni fa Osvaldo Capraro: lo conosci, l'hai letto? Segui l'attuale panorama narrativo meridionale (soprattutto considerando che proprio dalla Puglia continuano a giungere esperimenti sempre nuovi e interessanti)?
• In alcuni tratti la storia mi ha richiamato in mente il racconto di una Brindisi martoriata dalla malavita che faceva anni fa Osvaldo Capraro: lo conosci, l'hai letto? Segui l'attuale panorama narrativo meridionale (soprattutto considerando che proprio dalla Puglia continuano a giungere esperimenti sempre nuovi e interessanti)?
Osvaldo Capraro è un grande scrittore brindisino che conosco poco perché leggo pochi italiani, lo ammetto: sono esterofila, o meglio, indofila. Ma rimedierò. Seguo comunque, anche a distanza, il panorama pugliese. In particolare ho gli occhi puntati su due scrittrici salentine, Luisa Ruggio (il suo romanzo Afra è un capolavoro) e Maddalena Mongiò; e soprattutto… te, Omar. Ho letto e amato i tuoi tre romanzi, Uomini e cani è stata una rivelazione, e anche gli altri due. Quando ho letto La legge di Fonzi stavo già scrivendo Tu come tutto quello che tocchi e sì, lo ammetto, c’è una sorta di continuità fra i nostri romanzi, forse come dici tu «i libri si parlano».
• Hai voglia di raccontarci che ci fa una «terrona» in India? Come sei finita da quelle parti ma soprattutto quanto l'approfondimento di una cultura tanto diversa dalla nostra ha segnato e segna la tua scrittura?
L’India è la mia seconda casa. La prima volta, nel lontano 1999, ci sono andata per puro piacere, avevo scritto la tesi di laurea su una scrittrice indiana e volevo vedere con i miei occhi questa terra incredibile. Due mesi e mezzo in giro con lo zaino e il mio fidanzato durante il monsone, indimenticabile! Poi ci sono tornata nel 2001 con una borsa di ricerca del Ministero degli Affari Esteri, e sono stata due anni a Bombay (non riesco a chiamarla Mumbai!) all’università, occupandomi di un progetto di ricerca su “gender and writing” (progetto che è stato poi pubblicato da un editore indiano col titolo di The Danger of Gender). A conclusione di quei due anni, l’India è divenuta parte di me, e ho iniziato a fare la pendolare fra distanze ciclopiche: ci torno tutti gli anni, là ci sono i miei affetti, i miei amici, i miei cani randagi (ciao Floffy!) e la mia vita indiana. Una cultura incredibile, interessante, viva. Bombay, una città feroce, spietata, eppure dolcissima, incredibilmente umana, dal cielo di madreperla e piombo. Una città molto meridionale, all’eccesso. Una città che è eccesso. Mi ha molto influenzata l’India, sì. Perché il mio primo racconto (La mano di Dio, pubblicato nell’antologia Principesse azzurre 2 - Mondadori, 2004; e il mio primo romanzo Io ti attacco nel sangue - Lain, 2005) sono stati scritti proprio in India, a Bombay: il tempo in India si dilata, e così ho trovato lo spazio della mia scrittura.
21 commenti:
Bella intervsita. Fa venire voglia di leggere subito il libro (ma che te lo dico a fa'...)
Clara Nubile è la Clara di Tabaccherie orientali?...un blog che leggo sempre volentieri .
Il libro deve essere interessante, la presentazione è appassionante:-)
Grazie Omar, che bello essere qui da te :-)
@Silvia, sì sono la ex Tabaccherie Orientali, ora ho un nuovo blog
http://tucometuttoquellochetocchi.blogspot.it/
Buona giornata a tutti :-)
il libro è davvero bello e a me ha emozionato molto, grande Clara (vabe', io sono pugliese ed è come se Clara avesse parlato dei miei giorni, dei miei crucci, della mia vita; spero anche agli altri faccia lo stesso effetto;-)
CONDIVIDO... bellissima intervista, ed il tuo amico Santoris a scritto divinamente la recensione e la trama del libro..lo metto tra i preferito.Clara mi affascina che ha scritto un libro che tratta di mafia, sud e come dice lei un romanzo" maschio", quando è più femmina di ciò che si possa immaginare..io non la conosco personalmente, ma posso dire di quel poco che la conosco..e` leggiadra la immagino tra le rive dell'India a buttar fiori di loto e bere tee verde..mangiando con le mani ed una carezza ai poveri. Curiosa di leggere il libro:-)
@jenisha ciao e benvenuta da queste parti :-)))
Ho la grande fortuna di conoscere di persona Clara, ci siamo conosciute via blog e viste 2 volte. E' una persona stupenda, una scrittrice ricercata e davvero fuori da schemi omologati che spesso vengono privilegiati dai colossi editoriali. Sto leggendo il suo libro ovviamente, è stupendo e davvero maschio ma contiene in sè quella malinconia adolescenziale in cui mi ritrovo pur essendo nordica. Compilmenti a Omar per la recensione e l'intervista mai banale.
@Ciao Ilaria grazie di tutto e benvenuta anche a te (oggi molte visitatrici donne, eh!:-)
Le donne leggono
(e infatti sono pericolose :-)
@Annalisa: siete pericolosissime anche quando NON leggete :-)
Aggiungiamo Clara alla lista...mercoledi al massimo, il libro sarà mio:-))
@Fab, finalmente un maschietto commenta questo post oltre al titolare: il libro di Clara vale la pena leggerlo, poi mi dici!!!!
@Fabrizio: tra l'altro mi permetto anche di consigliarti, se ti capita, di vedere il film del tuo omonimo che sto spingendo qui sul blog, quel «Maternity Blues» incentrato su una tematica (la depressione post parto) di cui né a me né a te probabilmente passerebbe per la testa di discutere, parlare o visionare pellicole: eppure ti assicuro che una volta superato l'impasse dell'appassionato di genere finito a vedere un film di cui non gliene cale nulla la storia ti prende e secondo me è davvero ben diretta e magnificamente interpretata!
vabe', forte il tuo definitivo affondamento di "E' nata una stella" su cinemaniaci ;-))
"maternity blues" 20 aprile, era già in lista:-))
E' nata una stella non si può guardare, però avevo poco tempo e lo davano al cinema più vicino.
Che dire...ho appena comprato il libro di Clara:-)
@Silvia poi facci sapere (aspetto una tua rece da mille milioni di anni:-)
(oppure fai sapere direttamente a Clara che ne pensi, sul suo blog, adoro questi scambi tra appassionati:-)
io, come promesso, sono passato oggi in libreria (Giunti), ma sono uscito a mani vuote, ho dovuto prenotarlo.
@Fabrizio: capita spesso, anche coi grandi editori (la distribuzione è un bel chiodo nel culo della creatività italiana, credimi, e questo vale per tutti i campi dell'arte)(e tu lo sai bene, visto che col cinema siam messi peggio:-(
Grazieee, a chi ha comprato e comprerà il mio romanzo... Omar, vogliamo parlare della distribuzione a sud di Bari, per esempio? Brindisi, tanto per dirne una? Un abbraccio luminoso
@Clara, meglio se non ne parliamo va', se no mi fa male lo stomaco ;-)))
(abbraccioni e auguri anche a te)
(quest'estate faremo sicuramente una presentazione del tuo romanzo dalle mie parti, giuro!)
Molto volentieri, presentazione e anche due chiacchiere :-)
c.
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