Giusto due parole su Il sogno del maratoneta, biopic televisivo che ieri e Domenica la rete ammiraglia Rai ha mandato in prima serata. Se mettiamo da parte l'insulsa deriva della nostra recente produzione televisiva per la quale ormai allo spettatore si può mostrare solo la «vita» di qualcuno (Walter Chiari, il brigante Crocco, Padre Pio, Vattelappesca, ecc.) per una volta va segnalato con piacere un prodotto italiano finalmente degno, ben realizzato, strutturato in maniera adulta e non pensato esclusivamente per un pubblico di vecchi rintronati con i neuroni in stallo chimico. Certo, cose opinabili ce n'erano, eccome (la recitazione di Laura Chiatti, ne vogliamo parlare?), ma nel complesso lo sceneggiato irradiava un'aura di grandeur cinematografica finalmente esportabile e non scialba e provinciale (buffo, visto che la storia del jogger Dorando Pietri è figlia della provincia più periferica). Tutto ciò grazie soprattutto alla bravura del regista Leone Pompucci, uno che della composizione estetica ha fatto la propria cifra non lesinando in sprazzi di misurata surrealtà. Liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Giuseppe Pederiali, la fiction è stata realizzata dalla Casanova Multimedia di Luca Barbareschi e interpretata ottimamente da Luigi Lo Cascio. Il regista ha dichiarato: «Pietri è stato beffato proprio nel suo sogno di vincere. Una beffa mondiale: tra tutti i vincitori di maratona di sempre, e per sempre dimenticati, solo lui è passato alla storia. Per non aver vinto. Di questo abbiamo voluto occuparci in questa storia, raccontando anche un po’ dei suoi luoghi, del suo tempo, della terra padana e di un uomo che ci correva in mezzo».
2 commenti:
Avevo letto con curiosità il libro di Pederiali, che mi ha restituito anche l'odore del tempo e di una vita tutto sommato sconosciuta. Vedrò di recuperare qualcosa di questa produzione (non guardo la tv e sono comunque, a pelle, allergica agli sceneggiati e simili targati Italia, quelli che li riconosci dalla prima inquadratura; fa piacere sapere che ci sono eccezioni)
@Annalisa: sì, è una bella eccezione, davvero (tra l'altro ho scoperto che ha attraversato parecchie traversie prima di andare in onda, una roba durata quasi due anni, a riprova di una certa "differenza" rispetto ai soliti padrepii;-)
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