«C’era una volta, e una volta è l’inferno. Lucia avrebbe ben presto desiderato che la sua vita potesse dipanarsi molto più di “una volta”. Forse, così, la storia della sua famiglia sarebbe migliorata a ogni racconto. Forse in quel caso avrebbe potuto tagliare le parti brutte, proprio come faceva suo padre quando le leggeva le favole svedesi, curvo su uno sgabello per bambini vicino al letto. Spesso eliminava le scene crude, dribblando tutte quelle che potevano causare incubi. Solo la roba allegra, ragazzina.
- Hai saltato la parte in cui il goblin rapisce il bambino, - gli diceva Luc: sei anni, raggomitolata sotto la trapunta nel suo pi- giama degli Orsetti del Cuore, muffole alle mani e il berretto degli Yankees indossato solo per il gusto di averlo in testa. Al piano di sotto, la mamma guardava Dynasty fingendo di preparare un esame di biologia. A quell’epoca le mancavano solo un paio di semestri per strappare quel diploma che aveva continuato a rimandare per fare da madre alla sua unica figlia.
- Ho dimenticato la parte del goblin, è vero, - rispose il papà. Si grattò i baffi biondi e fece balenare un sorrisetto da cui s’intuiva che alcune sviste erano avvenute di proposito. La rilegatura blu cielo del libro che teneva in mano era spessa come quella di un dizionario. La copertina sfoggiava il dipinto di uno gnomo barbuto – un tomte, in svedese – non più grande di un gatto, in sella alle corna di un cervo. Il tomte si aggrappava a quelle corna con due grosse muffole, slanciando le gambette. Aveva addosso un berretto di feltro a punta e una borsa di cuoio che andava dalla spalla al fianco opposto. Sullo sfondo, gli abeti raccoglievano batuffoli di neve sui rami all’insù. I tomten sono le creature che ti consegnano i regali per lo Jul Mas se sei stata una brava bambina.
E il papà le mostrava le figure all’interno del libro: un tomte rannicchiato su un cuscino mentre bisbigliava all’orecchio di un bimbo addormentato, i cui capelli sparsi gli si attorcigliavano intorno alle gambe e ai piccoli stivali allacciati con il filo. Quell’immagine si riferiva alla storia di una principessa che trova un tomte imprigionato in una trappola per conigli del suo giardino. Poi lo tiene rinchiuso in un sacco di iuta legato alla colonna del suo letto a baldacchino, e a lui stare stretto non dispiace. Ci sono poi una regina cattiva che custodisce gemme preziose nelle orbite degli occhi, un orso parlante, una fata di ghiaccio che predice il futuro mentre un freddo cuore blu le pulsa nel petto. Ad anni di distanza Luc ricordava ancora quelle storie.»
I fuochi del Nord - Derek Nikitas (Ed. Revolver BD)
4 commenti:
Me lo sto gustando in questi giorni. Davvero buono, per ora!
Anche tu Omar?
@Gigi: yes, assieme a Gishler (a parte la goduria da lettore io mi sento di dire che anche la fattura, il packaging insomma, è fa-vo-lo-so)
Concordo assolutamente. Bella l'idea del softcover, ottima la rilegatura (non saltano le pagine) tanto che lo puoi spiegazzare a piacimento tanto poi gli rimetti il suo pigiamino (dai disegni ottimi, peraltro) e pare come nuovo.
PS: bella l'immagine nuova del tuo "frontalino"! L'ho notata solo ora. Non è che era lì da settimane e io me ne sono accorto adesso???
no no il frontalino l'ho cambiato l'altro iri ma penso sia temporaneo, quello di prima era più "denso" e appena ho un attimo voglio realizzarne uno simile ;-) (della serie "trovati un cazzo di meglio da fare nella vita")
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