
Secondo round: Dopo 234 pagine una dopo l'altra, ebbene, sì, comincio a sentirmi un po' a disagio. Perché è vero che ci son racconti che non mostrano la loro età, e altri che sono davvero belli, ma è anche vero che una serata passata in compagnia di sadici, sparatori folli, ansiogeni delinquenti, angosciosi rapporti, e cattivi tout court, ti segna un po' l'umore. Detto questo, ho voglia di mettermi lì e continuare, anche per leggere quelle paginette introduttive dove di un autore ti viene detto l'indispensabile, e il più possibile, ma non ti viene quasi mai raccontato il perché di certi passi, di certe scelte, di certe rovinose cadute. Insomma, un libro nel libro.
Terzo round: inutile dire che da un Ellroy ti aspetti proprio un Ellroy; sono partita in quarta decisa a non farmi fuorviare dai settecentosessantacinque tra nomi e cognomi che impestano letteralmente la storia del Nostro, nomi veri, nomi inventati, persone vere, persone inventate; l’importante è capire chi ammazza chi e chi rimane in piedi o vola dalla finestra; grosso modo, ce l’ho fatta.
Ricompensata da una chicca deliziosa mezza noir e mezza fantascienza (sarà per questo che mi è garbata? Perché per la prima volta potevo pensare che, sulla vecchia Terra, una roba così non potrà mai succedere?), scritta bene bene, disinvolta, credibilissima e con doppio, no, triplo scarto finale carpiato.
Quarto round: e alla fine? Sì, alla fine, forse (forse) i modernissimi patiscono un po' il confronto, ma ci sono dei guizzi anche lì, magari meno noir ma sempre, sempre altrettanto desolanti e desolatim che vai avanti finché non hai letto proprio tutto. Che poi, alla fine, avrà mica ragione Ellroy? («il solo fatto di aver letto il libro vi bolla come pervertiti»). Argh.
Millenium ThrillerQuarto round: e alla fine? Sì, alla fine, forse (forse) i modernissimi patiscono un po' il confronto, ma ci sono dei guizzi anche lì, magari meno noir ma sempre, sempre altrettanto desolanti e desolatim che vai avanti finché non hai letto proprio tutto. Che poi, alla fine, avrà mica ragione Ellroy? («il solo fatto di aver letto il libro vi bolla come pervertiti»). Argh.
a cura di James Ellroy e Otto Penzler (Ed. Newton&Compton)
10 commenti:
Recensione fertilissima.
Non vedo l'ora di sentirmi pervertita anch'io; ho tra le mani l'ultimo King e poi subito MT.
Grazie Annalisa, le tue recensioni oblique sono molto belle e divertenti!
@concordo sull'obliquità, Silvia :-))
(Ah, King, vorrei leggerlo presto - ma il tempo? Mannaggia le 24 ore che dovrebbero essere almeno il doppio)
(fuori tema)
Ah, a proposito dell'ultimo di King... Sono indeciso se metterci le mani sopra o no...
Silvia che ne dici tu che lo stai già azzannando?
ciao!
Gigistar,
non sono la persona giusta per dare un parere spassionato...di King ho sempre azzannato tutto e con voluttà;-)
La linearità della scrittura , la capacità di creare empatia con i personaggi è molto potente in questa sua ultima fatica. A poco più di metà libro posso dire che è davvero uno dei suoi migliori ( ma a me era piaciuto pure The Dome...)
Ciao!
@Gigi: la critica lo sta osannando, anche quella più ostile, per cui secondo me deve valere (ma appena lo leggo ne riparliamo:-))
Siete cattivi. Siete in tema col blog ma siete comunque cattivi.
Ho già finito la tredicesima e continuate a sventolarmi sotto il naso l'ultimo del Re??
(grazie per l'ospitalità, eh, son commossa, ma... obliqua è una brutta cosa??)
Le cose semplici sono quasi sempre le migliori.
Fabio
@Annalisa: godiamocela, 'sta tredicesima, che ho l'impressione sia l'ultima (la vostra, dico, che io uno stipendio fisso non ce l'ho, anche perché, graziaddio, sono ricchissimo almeno quanto Briatore!!!!!)
;-)
Oh, oh.
Sei già sposato?
;-)
@Annalisa: certo, con la Gregoraci :-))
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