Una famiglia di sbirri irlandesi in America: padre (Jon Voight) pezzo da novanta della polizia; due figli (Edward Norton e Noah Emmerich) anch’essi poliziotti; una terza figlia (Jennifer Elhe) sposata con un poliziotto (Colin Farrell). In questo quadretto all’apparenza puntellato dall'onestà e dal cronometrico rispetto delle regole si fanno strada gigantesche incrinature, e ognuno dei protagonisti dovrà vedersela con il proprio personalissimo inferno. Si respira l’aria livida di certi cult polizieschi di William Friedkin e di Sidney Lumet in Pride and Glory (2010) firmato dall’esordiente Gavin O’Connor, storia di piedipiatti che provano a fare la scelta giusta in una Grande Mela logorata dal crimine e dalla corruzione. Un dramma familiare cupo, algido e spietato, dalle notevoli potenzialità in parte sprecate da un eccesso di infodump (fammi vedere le cose, cazzo, non spiegarmele di continuo!): il racconto prevalentemente notturno si sviluppa su un piano privato che accantona il dinamismo tipico dell'action per marcare stretto le pedine sulla scacchiera, alla disperata ricerca di una confluenza tra l'indissolubile cordone dei legami di sangue e la pericolosa malia nei confronti del Male. Senonché la spregiudicata deviazione verso il malaffare del poliziotto implicato nel traffico di droga (è un Farrell quantomai esagitato) non si erge mai a prospettiva metafisica né costituisce una chiave di lettura che possa dare spessore «esistenziale» all'intero lavoro, restando forse un po' pretestuosa.
La prima oretta di film è assai affascinate, ondivaga e ricca di continue sterzate d’intreccio che purtroppo alla lunga sovraccaricano il racconto frantumandolo sul finale dove effettivamente troppe coincidenze si accavallano in maniera sciatta. Non sono grandissimi difetti ma compromettono un impianto che avrebbe potuto essere generoso e monumentale, un'opera tra l'altro impreziosita da un coro d’attori che il cineasta sfrutta più che discretamente, portandolo a una recitazione d'eccellenza. Edward Norton (indiscutibilmente bravissimo ma forse negli ultimi tempi un po' ingolfato nella scelta di copioni non sempre degni del suo calibro) e Noah Emmerich giocano di sottrazione mentre Colin Farrell ingombra lo schermo con la sua frenesia selvatica epperò efficacissima nel delineare il personaggio di Jimmy, sbirro dall'anima nera e le ambizioni piccolo borghesi. Pellicola interessante ma un po' stitica, sicuramente perfettibile.
2 commenti:
mah...anche io rimasi alquanto deluso. Il cast di prim'ordine e la regia mi facevano presagire un poliziesco bello teso stile "I padroni della notte" che è dello stesso periodo, tanto per intenderci..Peccato perchè c'era tutto per fare bene e invece si perde così..troppa carne al fuoco, anche il dramma messo lì tanto per mostrare la sofferenza e inserire qualche tema sociale che eleva il film da commerciale al rango di Autore.
@Hollywood: peccato, una occasione sprecata, poteva essere una goduria di film!
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