Oggesù, che bei film maranza si confezionavano negli anni Novanta! Hot Spot, uscito nel 1990 e trascuratissimo all'epoca, pare col senno di poi uno degli esempi più fulgidi di quel filone neo-noir alla Brivido caldo, che saccheggiava la letteratura pulp (quando ancora Tarantino s'ingozzava di bibite gassate dietro il bancone d'un negozio di home-video), condendola con zaffate scorrette - e per questo pregiatissime - di sesso torbido. Qui il regista è un eccellente Dennis Hopper che, trovandosi tra le mani il sex-symbol più in voga del momento (l'allora bel tenebroso Don Johnson, inespressivo e buzzurro al punto giusto quando massacra di pugni un tipo che gli dice: «Tu sei un duro, eh?». E Johnson, impassibile: «No, sei tu il duro, io sono peggio» e giù valanghe di cartoni) mette a segno una bella storia afosa tratta dal romanzo (anch'esso degno di nota, lo pubblicava Sonzogno) di Charles Williams. Deserti polverosi, routine di provincia e sberle tonanti: roba che gli standard cinematografici attuali non si concedono più! E oggi nessuno si permetterebbe finali così cinici e immorali come quello che ci regala questa pellicola, mentre le insinuanti dosi di sesso spinto sarebbero probabilmente pompate da un battage pubblicitario quantomeno ammiccante, all'epoca invece le si dava abbastanza per scontate e pochi se le sarebbero filate, perché il sesso - qualcuno dovrebbe avvisare gli sceneggiatori di Hollywood - esiste da sempre e il cinema c'ha sempre campato sopra. Inoltre il cast di questo film, bisogna riconoscerlo, funziona perfettamente: Johnson è - strano ma vero! - perfetto nel ruolo di uno straniero incendiario in un sonnacchioso paese di provincia, spartito tra una brunetta virginea ma non troppo (Jennifer Connelly, al suo primo nudo) e una bionda impavida e scostumata (Virginia Madsen). Da sturbo la colonna sonora, tutta giocata sui riff di blues, con John Lee Hooker e Miles Davis a farla da padroni. La confezione finale non contiene nessuna perla veramente originale, d'accordo (per strabiliare davvero sui torbidi sotterranei della provincia rurale a stelle e strisce basterebbe per esempio procurarsi un romanzo intitolato Santuario, di un certo William Faulkner), ma sicuramente vedere un film così non è tempo sprecato, anzi: ad avercene ancora, di giocattolini di 'sto genere.
9 commenti:
Non sapevo neanche che esistesse! Recupererò. Soprattutto per la scena di chi è il duro.
@Marco, recupera, recupera, lo sai che da 'ste parti i film "maranza" vanno forte, e poi qui c'è una Jennifer Connelly al top della sua bellezza ;-)
Il libro di Williams ("L'inferno non ha fretta") è ancora in catalogo, pubblicato da Hobby & Work.
@Luca: perfetto, meglio di così non poteva andare! (mi spiaceva infatti che un bel romanzo, solido e ritmato come The Hot Spot fosse irreperibile qui da noi, invece gli hanno cambiato titolo, ecco tutto)
Un bel suggerimento, di film e di libro.
Perciò ti perdono di quello che osi dire su Don Johnson...
@Annalisa: ti piaceva il bel Don? Onestamente era un gran figo, ma vederlo adesso, imbolsito e depresso, fa un po' specie: sic transit gloria mundi (questo però non vale per Mickey Rourke, ok? :-))
Capolavoro su tutta la linea ;)
@Dario: addirittura capolavoro? Sai che c'é? Mi sa che hai ragione :-))
Si si, fantastico, come del resto sono spassosissimi anche Miami Blues tratto da Willeford o Palmetto tratto da Chase. Formidabili quegl anni ;)
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