(pubblichiamo il comunicato stampa della settima edizione del festival Dal Mississippi al Po, presto il programma):
Il fatidico settimo anno, quello che terrorizza la convivenza della coppia, spesso minandone definitivamente la stabilità. Non c’è nessuna crisi nel rapporto sempre più consolidato tra il festival musicale-letterario Dal Mississippi al Po e la sua sede naturale, la città di Piacenza. L’acqua scorre sotto i ponti e tanta ne è passata, ma il Po resta il cuore geografico della città, così come il nostro festival aspira a diventarne sempre più quello culturale e umano. Giunto, appunto, alla sua settima edizione, un traguardo importante, il festival ripropone la propria formula vincente, che ne fa l’unico vero festival internazionale italiano in cui musica e letteratura si fondano senza soluzione di continuità, creando una simbiosi che è nel DNA dell’arte ma che non sempre trova applicazione concreta. Tale formula prevede incontri letterari conditi da tanta musica dal vivo e concerti introdotti dalle sapienti parole di chi fa della scrittura la propria ragione di vita.
A quarant’anni esatti dalla scomparsa di Jim Morrison, il festival ha deciso di dedicare al carismatico totem della poesia rock uno spazio privilegiato, invitando uno degli amici più stretti del cantante dei Doors, quel Frank Lisciandro che più di ogni altro ha i titoli per parlare della figura umana di Morrison, spogliandola del fumo della leggenda. Amico, guida nei momenti cupi, fotografo, biografo e persino coproduttore di Jim Morrison e dei Doors (in parte sua la produzione dell’album postumo An American Prayer), Lisciandro allestirà una mostra (in larga parte inedita per il nostro paese) di grandi scatti dei Doors e di altre grandi band degli anni ’60, restando a disposizione per tutti i visitatori, con tanto di domande e curiosità.
A suggello dell'attenzione speciale dedicata al fenomeno Jim Morrison-Doors, verrà presentato in anteprima nazionale lo splendido libro Riders on the Storm, l'autobiografia di John Densmore, batterista della band di Los Angeles, uno spaccato onesto, tranciante, a volte persino spietato del mondo musicale, con non poche sorprese per i fan.
Gli anni ’60, dunque, una stagione irripetibile, l’età dell’oro della musica rock. Lo stesso Lisciandro ne parlerà con la sua classica onestà intellettuale al pubblico piacentino: della serie quando la musica diventa scrittura.
Ma la scrittura è di per sé musica e le atmosfere dei romanzi degli scrittori americani invitati a Piacenza lo testimonia. Inutile parlare del ritmo voodoo di Joe Lansdale e della intensità di Tim Willocks, ormai due travi portanti del festival. Meglio spendere due parole sui “nuovi”: scenari torbidi di un’America provinciale sempre ricca di spunti intriganti, nelle pagine di Anthony Neil Smith (con il suo Minnesota innevato che tanto ricorda la Fargo dei fratelli Cohen), oppure ambienti suburbani la cui normalità può risultare agghiacciante se scalfita con gli strumenti giusti (Linwood Barclay, con il suo humour nero ne è testimone).
Ma quest’anno si è deciso di sterzare leggermente e di dare spazio alla contingenza. Ecco il motivo di un evento dedicato ai “Venti di Cambiamento” dell’universo islamico, più che mai vicino a noi con i suoi aneliti di libertà e le difficoltà a fare i conti con millenni di sopraffazioni. Chi meglio di uno scrittore può aprirci gli occhi? E se gli scrittori sono diversi e tutti provenienti da quell’universo in transizione, tanto meglio.
Gli spunti sono tantissimi. La “Scrittura come Catarsi” risulta dunque un tema naturale da sviscerare con chi fa della lotta al male e al lato oscuro dell’uomo la propria quotidianità. Michele Giuttari, stimato ufficiale di polizia, David Monti, magistrato, Alessia Micoli, criminologa, e Giacomo Cavalcanti, camorrista strappato al crimine dalla forza interiore e dagli slanci creativi.
Se si parla di autori italiani, non si può fare a meno di menzionare due dei massimi esponenti della letteratura noir italiana, Massimo Carlotto (tra l'altro grande appassionato di blues), un gradito ritorno al festival, e il geniale Andrea G. Pinketts, che invece è alla sua prima apparizione. E, siccome un festival per essere tale deve vivere in comunione con la città che lo ospita, ancora una volta saranno i luoghi storici di Piacenza a fare da cornice a tutti gli eventi, compresa una mostra di strumenti musicali, con tanto di laboratorio di liuteria mobile, ospitata nello splendido cortile del Palazzo Farnese.
Una piccola novità, per finire, la scelta di promuovere direttamente un libro del festival: Il Blues del Delta di William Ferris, una delle opere più illuminanti sulla nostra musica, pubblicata da Postmedia con il patrocinio del festival Dal Mississippi al Po e del festival gemello Roots’n’Blues’n’Food Festival.
2 commenti:
Manchi solo tu...
sarebbe stato a perfect festival!
silvia
ops, sembra che ti stia facendo la corte ma non è così , è reale-anzi letteraria - ammirazione ^_^
@silvia: in tutti e due i casi il mio ego gongola :-))
(grazie)
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