Una rocambolesca rapina a cavallo nel bel mezzo della Guerra Civile Americana ad opera di un branco di disertori confederati. Poi la fuga, il drappello di brutti ceffi che ripiega in una casa abbandonata dove cominciano a manifestarsi una serie di fenomeni soprannaturali. E infine, il terrore che alligna tra i banditi in un tripudio di allucinazioni mostruose. La Casa Maledetta (2004), film per il mercato Home Video, ha dalla sua una discreta serie di spunti originali. Il regista Alex Turner, esordiente con grande esperienza in ambito videoclipparo, ha scelto come trampolino di lancio il genere horror dimostrando notevoli qualità di controllo dell'inquadratura. La sceneggiatura (firmata da talSimon Barrett) guarda con forse eccessiva insistenza a pellicole di successo coeve (come The Ring: i demoni deambulano allo stesso modo di Sadako), ma nonostante questa tara il risultato finale si lascia guardare senza intoppi. La location prescelta (un casolare diroccato, uno di quelli dall'architettura tipicamente sudista posto in mezzo ad una marea di grano) è ottimamente fotografata, e la resa del luogo come epicentro del male è efficacemente impostata: con tanto di crescendo dell'atmosfera di diffidenza tra i protagonisti acquartierati che ben presto si trasformerà in vera follia omicida. Malgrado il film (il cui titolo originale è Dead Birds) sia evidentemente una produzione indie, quindi a budget poco più che risicato, sussistono al suo interno numerose situazioni splatter - creature da incubo che fuoriescono dallo stomaco, crani che esplodono in mille frammenti - realizzate più che egregiamente. L'originale idea di ambientare in uno scenario western un film di questo tipo è sicuramente fuori dalla norma, e in definitiva sopperisce al saccheggio citazionistico effettuato dal resto dello script, tanto da aver fatto meritare al lungometraggio più di qualche riconoscimento (premio della critica al Toronto International Film Festival, per esempio) e, se non fosse per l'accumulo di momenti morti nella progressione della vicenda, che qua e là ne appesantiscono la visione, il film potrebbe dirsi promosso a pieni voti. Una curiosità: nel cast nel ruolo del capobanda compare Henry Thomas, il bambino di E.T. ormai trentottenne.
2 commenti:
Grande film con una serie di cosucce davvero interessanti e con una, da me, graditissima atmosfera perturbante che mi ha davvero gratificato. Una produzione snobbata ma piena di meriti. Complimenti per il rispolvero.
@Eddy, non avevo dubbi, sapevo che era nelle tue corde :-)
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